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martedì 13 marzo 2018

“L’Oro del Reno”, Giuseppe Sinopoli

Giuseppe Sinopoli
(Venezia, 2 novembre 1946 – Berlino, 20 aprile 2001)

“L’Oro del Reno”

Con l’Oro del Reno inizia un progetto di esecuzione della Tetralogia in forma di concerto, senza le scene, senza la regia. È possibile eseguire Wagner così?

mercoledì 7 marzo 2018

Robert Schumann su Felix Mendelssohn

Sei romanze senza parole per pianoforte, 2° fascicolo, op. 30


Felix Mendelssohn Bartholdy
Amburgo, 1809 – Lipsia, 1847 

Chi non si è mai messo qualche volta al pianoforte all’ora del crepuscolo (un pianoforte a coda sarebbe troppo di gala) e in mezzo al suo fantasticare non ha cantato senza avvedersene qualche leggera melodia? Se allora si può unire, a caso, con le sole mani, l’accompagnamento alla melodia e, soprattutto, se si è un Mendelssohn, si compongono le più belle romanze senza parole. 

venerdì 16 febbraio 2018

“Notes sur Chopin” di André Gide

NOTES SUR CHOPIN


André Gide 
(Parigi, 22 novembre 1869 – Ivi, 19 febbraio 1951)

Mes « Notes sur Chopin », je les annonçais déjà en 1892, il y a bientôt quarante ans de cela. Il est vrai que j’annonçais alors :  « Notes sur Schumann et Chopin ». Aujourd’hui, l’accolement de ces deux noms me cause un malaise comparable à celui que Nietzsche disait éprouver devant : « Gœthe et Schiller ». Dans ce temps, il me semblait que, sur Schumann aussi, il y aurait beaucoup à dire ; mais qui m’a paru de moins en moins important.

martedì 13 febbraio 2018

Paolo Isotta su Georg Friedrich Händel [1975]

L’Orfeo Sassone



Georg Friedrich Händel
(Halle, 1685 – Londra, 1759)


Dal secolo scorso abbiamo ereditato un curioso pregiudizio estetico. Amiamo e apprezziamo le opere d’arte del passato a condizione che rigettino la convenzione del tempo loro, che attestino una deliberata volontà di progresso formale. Di questo pregiudizio ci creiamo una discriminante. Essa non opera di fronte a opere d’arte dell’età romantica: dove il rifiuto della convenzione è quasi sempre un a priori. Ma la discriminante diviene, in musica, fatale, quando ci portiamo in epoche preromantiche. 

mercoledì 24 gennaio 2018

“Il Maestro” di Alban Berg


Alban Berg
(Vienna, 1885 – Ivi, 1935)(Foto: zam.it)
Il Maestro
Il genio è per natura maestro. Le sue parole sono un insegnamento, le sue azioni sono esemplari, le sue opere sono rivelazioni. Coesistono in lui l’insegnante, il profeta, il messia; e lo spirito del linguaggio, che coglie l’essenza del genio molto meglio di quelli che ne fanno un uso improprio, attribuisce all’artista creatore il nome di «maestro» e dice di lui che «fa scuola». Questa semplice constatazione dovrebbe convincere della predestinazione di Arnold Schönberg all’insegnamento, se il nostro tempo avesse solamente il presentimento della rilevanza di questo artista e di quest’uomo.

sabato 20 gennaio 2018

“Ricordo di Edward Said” di Daniel Barenboim


Edward Said
(Gerusalemme, 1935  New York2003)
Forse la prima cosa di cui ci si ricorda a proposito di Edward Said è l’ampiezza dei suoi interessi. Egli non solo si sentiva a proprio agio con la musica, la letteratura, la filosofia o l’interpretazione della politica, ma era anche una di quelle rare persone in grado di cogliere i collegamenti e i paralleli fra le diverse discipline, perché possedeva un’eccezionale capacità di comprensione dello spirito umano, e si rendeva conto che i paralleli e i paradossi non sono contraddizioni.

giovedì 11 gennaio 2018

“L’esecuzione” di Igor Stravinskij

“L’esecuzione” da Poetica della musica

Igor Fëdorovič Stravinskij
 (Oranienbaum, 1882 – New York, 1971) 
(Foto: it.wikipedia.org)

Della musica è importante distinguere due momenti o piuttosto due modi di essere: la musica in potenza e la musica in atto. Scritta sulla carta o ricordata con la memoria, essa preesiste alla sua esecuzione e si differenzia in questo da tutte le arti, e si distingue inoltre, come abbiamo visto, per le modalità che presiedono alla sua percezione. 

Sulla “Sagra della Primavera”, Igor’ Stravinskij

Da Igor’ Stravinskij – Robert Craft, Ricordi e Commenti (traduzione di Franco Salvatorelli)

Igor’ Stravinskij 
(Lomonosov, 1882 – New York, 1971)

L’idea della Sagra mi venne mentre stavo ancora componendo l’Uccello di fuoco. Avevo sognato una scena di un rito pagano in cui una vergine sacrificata danza fino a morirne. Questa visione non si accompagnò a concrete idee musicali, e siccome fui ben presto gravido di un’altra concezione puramente musicale che andò sviluppandosi, così credevo, in un Konzertstück per pianoforte e orchestra, fu quest’ultimo che cominciai a comporre.  

sabato 6 gennaio 2018

Scritti di Erik Satie

Erik Satie

(nome completo Éric-Alfred-Leslie Satie)
Honfleur, 17 maggio 1866 – Parigi, 1° luglio 1925
Memorie di un amnesiaco (frammenti)
Chi sono io

Tutti vi diranno che non sono un musicista. È vero. Fin dall’inizio della mia carriera, mi sono, immediatamente, situato tra i fonometrografi. Le mie opere sono pura fonometria. 

martedì 2 gennaio 2018

“Modest Musorgkij” di Claude Debussy

Modest Musorgkij

Modest Musorgkij
(Karevo, 1839 – San Pietroburgo, 1881)




La camera dei bambini, di Musorgkij, è una serie di sette melodie che rappresentano scene infantili, ed è un capolavoro. Musorgkij è poco noto in Francia; a dire il vero, ci possiamo giustificare affermando che non lo è molto di più in Russia; nato a Karevo (Russia centrale) nel 1839, morì nel 1881 in un letto dell’ospedale militare Nicola, a Pietroburgo. 

mercoledì 20 dicembre 2017

« Gustave Samazeuilh »

Gustave Samazeuilh
(Bordeaux, le 2 juin 1877 – Paris, le 4 août 1967)

Extrait de La musique française de piano, par Alfred Cortot


Avec le Chant de la Mer de Gustave Samazeuilh, à l’analyse duquel se verra consacrée la suite de ces remarques, le problème de la traduction instrumentale demeure tout aussi ardu, mais il se voit situé sur un plan imaginatif de nature à en faciliter quelque peu la solution. 

giovedì 14 dicembre 2017

“Il pianoforte in salotto a Napoli nell’Ottocento”

da Il pianoforte a Napoli nell’Ottocento di Vincenzo Vitale (Napoli, 13 dicembre 1908 – Ivi, 21 luglio 1984)


A Napoli il salotto, nella seconda metà dell’ottocento, offriva all’osservatore di costume un campionario ricco degli esemplari più estrosi e inconsueti, non che d’Italia, d’Europa. La gamma coloristica e ambientale andava dal ‘basso (il pianterreno dei vicoli senza luce), abbondantemente fornito di cianfrusaglie, bambole di pezza e fiori finti, dove la chitarra e il mandolino erano di casa, fino al palazzo gentilizio, più o meno fatiscente, dove il pianoforte era despota.

venerdì 8 dicembre 2017

“Vincenzo Romaniello” di Vincenzo Vitale

da Vincenzo Vitale, Il pianoforte a Napoli nell’Ottocento
Vincenzo Vitale (Napoli, 13 dicembre 1908 – Ivi, 21 luglio 1984)

Vincenzo Romaniello

(Foto: consultamusicale.it)

Il Carnaval de Pesth è la nona rapsodia di Liszt. Ogni pianista degno di questo nome non ne ignora le trascendentali difficoltà. È un pezzo che solo pochi virtuosi possono eseguire: banco di prova del raggiunto dominio della tastiera. Vincenzo Romaniello lo padroneggiava da giovane con magistero pianistico: pronostico d’una felice carriera. Che si arrestò sulle soglie del Conservatorio di Musica in S. Pietro a Majella quando Vincenzo Romaniello, che l’aveva già frequentato come alunno esterno e come convittore, vi fu nominato insegnante di pianoforte.

mercoledì 6 dicembre 2017

“All’Immortale Amata” di Ludwig van Beethoven

All’Immortale Amata
[Teplitz], 6 e 7 luglio [1812]
6 luglio, di mattina

Mio angelo, mio tutto, mio io. – Solo poche parole per oggi e addirittura a matita (con la tua). – Non sarò sicuro del mio alloggio sino a domani; che inutile perdita di tempo è tutto ciò! – Perché quest’angoscia profonda, quando parla la necessità – il nostro amore può forse durare senza sacrifici, senza che ciascuno di noi pretenda tutto dall’altro; puoi tu mutare il fatto che tu non sei tutta mia, io non sono tutto tuo? – Oh, Dio!, rivolgi il tuo sguardo alla bella Natura e da’ pace al tuo animo per ciò che deve essere. 

mercoledì 22 novembre 2017

"La scopa di Bruckner": Paolo Isotta

Un interessante saggio di Paolo Isotta del 1977 sulla "Sinfonia n. 1" di Bruckner 


Joseph Anton Bruckner 
(Ansfelden, 1824 – Vienna, 1896)

La scopa di Bruckner

Nella storia della musica, la precocità degli artisti sembra la norma, piuttosto che l'eccezione. Il destino dei più grandi musicisti si è, di solito, deciso tra i dieci e i quindici anni. Anton Bruckner, che in nessuno degli atti della sua creazione e persino della sua biografia corrisponde alla norma, rimane figura che spazi siderali separano dal presente, dal passato e dall'avvenire. Anton Bruckner aveva quarantadue anni, quando vide nascere la sua Prima Sinfonia.

giovedì 9 novembre 2017

Glenn Gould sul "Concerto in re minore" di Brahms


Johannes Brahms
(Amburgo, 1833 – Vienna 1897)
N’aimez-vous pas Brahms?

In una recente dichiarazione che ha destato ampia risonanza, Leonard Bernstein ha indicato quelle che secondo lui sono violazioni della norma interpretativa nella mia visione del Concerto in re minore di Brahms. 



martedì 31 ottobre 2017

"Domenico Scarlatti" di Glenn Gould

Domenico Scarlatti
Napoli, 1685 – Madrid 1757 

(Foto: it.wikipedia.org)
Domenico Scarlatti

Le composizioni tastieristiche di Domenico Scarlatti non furono ovviamente pensate per il pianoforte, ma sono ben pochi i compositori che abbiano dato prova di una padronanza della tastiera altrettanto geniale: forse soltanto Liszt e Prokof’ev possono davvero rivaleggiare con Scarlatti sul terreno del massimo risultato col minimo sforzo.  Inoltre, la sagace sensibilità tattile di Scarlatti fa sì che le sue circa seicento sonate siano trasferibili agli strumenti moderni senza il minimo danno alla loro fisionomia tipicamente clavicembalistica, superando vittoriosamente anche le interpretazioni pianistiche più disinvolte e più indifferenti ai problemi di stile.

martedì 17 ottobre 2017

“Humoreske” di Schumann, Giorgio Pestelli

Robert Schumann
 Zwickau, 1810 – Bonn, 1856 
(Foto: it.wikipedia.org)
Robert Schumann
Humoreske
 
Il pianista Radu Lupu è senza dubbio uno dei doni più belli dell’ultimo decennio di vita concertistica: era già tramontata da parecchio l’era dei virtuosi esibizionisti, ma perdurava ancora la simpatia per i pianisti duri e asciutti (si dicevano «strutturali»), dal suono aspro, dal fraseggio meccanico e fin nel viso con qualcosa d’amaro e d’implacabile. 

domenica 15 ottobre 2017

“César Franck” di Claude Debussy



Le Béatitudes di César Franck non richiedono alcuna messa in scena, sono musica, sempre, e per giunta sempre la stessa bella musica… Franck era un uomo senza malizia cui, per la gioia di un giorno, bastava la scoperta di una bella armonia. E se si esamina un po’ da vicino il testo poetico delle Béatitudes, vi si trova un assortimento di immagini e truismi tale da far indietreggiare l’uomo più risoluto.

mercoledì 4 ottobre 2017

“Preludi” di Claude Debussy, Giorgio Pestelli

Da Giorgio Pestelli, Gli immortali. Come comporre una discoteca di musica classica


Claude-Achille Debussy
Saint-Germain-en-Laye, 1862 – Parigi, 1918 
Claude Debussy
Preludi

Che la musica sia un’arte specialmente invernale è cosa risaputa fra i pianisti, i quali, quando il termometro incomincia a salire verso i trenta, se non hanno potuto trasferirsi col pianoforte in qualche baita di montagna, si dedicheranno a musiche che riducano lo sforzo esecutivo al solo movimento verticale delle falangette, come certe (ahimè non tutte) Sonate di Domenico Scarlatti; oppure che fluiscano senza l’attillatura di troppo regolari gabbie ritmiche, come in Debussy; da evitare in ogni caso la densa scrittura polifonica, che obbliga ogni dito a faticare, e più di ogni altra cosa il «crescendo» , questa specie di crisi di nervi così cara al pathos romantico, ma tanto inopportuna durante la canicola.