Da Giorgio Pestelli, Gli immortali. Come comporre una discoteca di musica classica
Claude-Achille Debussy
Saint-Germain-en-Laye, 1862 – Parigi, 1918
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Claude Debussy
Preludi
Che la musica sia un’arte specialmente invernale è cosa risaputa fra i pianisti, i quali, quando il termometro incomincia a salire verso i trenta, se non hanno potuto trasferirsi col pianoforte in qualche baita di montagna, si dedicheranno a musiche che riducano lo sforzo esecutivo al solo movimento verticale delle falangette, come certe (ahimè non tutte) Sonate di Domenico Scarlatti; oppure che fluiscano senza l’attillatura di troppo regolari gabbie ritmiche, come in Debussy; da evitare in ogni caso la densa scrittura polifonica, che obbliga ogni dito a faticare, e più di ogni altra cosa il «crescendo» , questa specie di crisi di nervi così cara al pathos romantico, ma tanto inopportuna durante la canicola.
Scarlatti e Debussy, dunque: è un abbinamento che, per chi ha avuto la fortuna di sentirlo, ricorda immediatamente Walter Gieseking, risalito al Settecento di Scarlatti prendendo dal Novecento di Debussy: del quale è stato infatti interprete ammiratissimo. Qualche anno dopo, alla sua lezione si è aggiunta quella di Arturo Benedetti Michelangeli, le cui esecuzioni di Debussy sono tuttora un modello di perfezione insuperato: alla poesia del suono già cantata da Gieseking, Michelangeli ha sommato la scoperta della poesia del ritmo, come l’anima di una musica che per la prima volta ha sostituito al ritmo degli affetti umani quello imprevedibile della natura. Si può cominciare dai Preludi del primo libro, incisi da Michelangeli nel 1978: «La serenata interrotta» resta per me uno dei ritratti più immediati e compiuto di quel pianista indimenticabile; in tutta la raccolta lo sfumato impressionistico si rapprende in chiarezza; l’impressione si fa contemplazione di Delfi, Anacapri, cattedrali sommerse, fanciulle dai capelli di lino, folletti notturni e menestrelli, venti, vele e passi sulla neve; immagini di stupefacente bellezza, ma figure e situazioni immobili, refrattarie a ogni calore di passione.
C. Debussy, Preludi libro I, pianista Arturo Benedetti Michelangeli, cd Deutsche Grammophon 413 450.
(Giorgio Pestelli, Gli immortali. Come comporre una discoteca di musica classica, Nuova Edizione, Einaudi, Torino 2007, p. 35)
C. Debussy, La Serenade interrompue,
pianista Arturo Benedetti Michelangeli
Adriana Benignetti