Il compositore siciliano si è spento a Roma giovedì 3 marzo a 86 anni
Aldo Clementi (Foto: eurojump.com) |
Siciliano di nascita, romano d’adozione – da quando nel 1952 si era trasferito nella capitale per studiare con Goffredo Petrassi – Aldo Clementi (Catania 25 maggio 1925 – Roma 3 marzo 2011), grande vecchio della "Nuova Musica" italiana, si è spento all’età di 86 anni. I funerali si sono svolti sabato 5 marzo alle ore 14.30 presso la Chiesa degli Artisti-Santa Maria in Montesanto, in Piazza del Popolo a Roma.
Dopo aver iniziato, giovanissimo, lo studio del pianoforte, a 16
anni intraprende anche quello della composizione sotto la guida di Alfredo
Sangiorgi (allievo di Schönberg), grazie al quale conosce la musica della
Seconda Scuola di Vienna e la dodecafonia. Diplomatosi con Petrassi nel
1954, ai Ferienkurse di Darmstadt (frequentati fino al 1962) conosce Bruno
Maderna e inizia con lui una collaborazione di “decisiva importanza”. E grazie
a Maderna lavora presso lo Studio di Fonologia Musicale della Radiotelevisione
Italiana di Milano, dove crea opere come Collage
2 (1960), Collage 3 (Dies irae,1967) e Collage 4 (Jesu, meine Freude,1979).
Professore di composizione e teoria musicale al Dams di Bologna per più di
vent’anni, negli anni Sessanta fonda con Mauro Bortolotti, Franco Evangelisti,
Domenico Guaccero e Francesco Pennisi l’Associazione Nuova Consonanza. Nel 2005
riceve la Laurea honoris causa dall'Università di Catania e il
Premio “Presidente della Repubblica” e, in occasione del suo ottantesimo
compleanno, gli vengono dedicati numerosi concerti. L’anno successivo viene
nominato direttore onorario dell'Istituto Superiore di Studi Musicali
"Vincenzo Bellini" di Catania. Tra le sue composizioni, da ricordare anche Carillon, opera teatrale ispirata a Der Schwierige (11 difficile) di Hugo von
Hofmannsthal, rappresentata nel 1993 alla Scala di Milano.
Amante e conoscitore profondo di pittori contemporanei, tra i quali Piero Dorazio, Achille Perilli, Jackson Pollock e Alexander Calder, Clementi, dopo un esordio segnato da un’applicazione rigida dello strutturalismo, viene profondamente influenzato dall’arte informale; influenza che traspare ad esempio in brani come Informel (1,2 e 3), Varianti (A e B) e Reticoli, dove il concetto di struttura viene modificato e arricchito di elementi più flessibili e da un utilizzo abbondante del contrappunto cromatico. Dagli anni Settanta invece, maggiore importanza sarà data a materiali diatonici, estrapolati dalla musica del passato.
Oltre alla musica, Aldo Clementi aveva altre due grandi passioni: le auto d’epoca e gli scacchi dove, pare, fosse imbattibile.
Adriana Benignetti