«Prima di entrare in scena, non sono mai particolarmente
nervosa o impaurita. Ho molto rispetto per il pubblico e per quello che devo
fare, ma una volta sul palcoscenico mi sento come a casa»
«Sono nata in Messico, dove sono cresciuta con la mia famiglia, ma sono
molto affezionata alle mie origini georgiane, delle quali sono molto
orgogliosa. Mio padre è georgiano ed è emigrato in Messico: qui è entrato a far
parte dell’Orchestra Nazionale del Messico dove ha incontrato mia madre, dato
che anche lei lavorava lì. Si innamorarono e si sposarono. Per questo motivo,
anche se il mio Paese di origine è il Messico, sono sempre stata molto legata
alla cultura georgiana». Si presenta così Maria
Katzarava conosciuta e apprezzata per la pregevole voce, le grandi capacità
interpretative e la notevole presenza scenica e per un curriculum davvero invidiabile,
nonostante la giovane età.
Un curriculum che continua, incessantemente, ad arricchirsi: tra pochi giorni (26 e 30 novembre, 2 e 4 dicembre) la Katzarava
tornerà, ad esempio, sul palco del Teatro Massimo di Palermo per interpretare Micaëla
in Carmen, un ruolo al quale è molto
legata. «È un personaggio che amo particolarmente e che anche il pubblico
apprezza molto: è un ruolo nobile che ha una delle più belle melodie scritte da
Bizet». La produzione palermitana porta la firma, per la regia, di Calixto
Bieito. « Amo molto la versione di Bieito perché mi permette di dare al
personaggio più sfumature, e ne sono molto contenta. Micaëla è una donna di carattere
e una manipolatrice: l’ultima cosa che vorrebbe è rimanere la “tipica zitella”
del paese e fa di tutto per essere la scelta di Don Josè. Quella di Bieito è una
messa in scena sempre fresca e attuale; è una proposta assolutamente carnale e
terrena, lontana dai luoghi comuni, che approfondisce la natura delle emozioni
di ciascuno dei personaggi. Per raggiungere questo obiettivo, Bieito dà molta libertà
ai cantanti. Inoltre, il fatto che la scena sia stata posta lontana
dall’Andalusia che tutti conosciamo e trasferita in una caserma militare
spagnola di qualche decennio fa, permette alla proposta di acquisire una
potente violenza emotiva e fisica; si respira nell'aria una virilità molto primitiva,
nella quale l’innamoramento, la gelosia e il problema della marginalizzazione
hanno un ruolo molto importante». Lo scorso settembre,
sempre al Teatro Massimo di Palermo, il soprano ha debuttato nei panni di Cio-Cio
San in Madama Butterfy. Ricordando quell’esperienza,
Maria Katzarava dice: «È stato indimenticabile in quanto ha segnato il mio
primo cambiamento di repertorio: è un momento che ricorderò sempre, così come
il pubblico, meraviglioso, competente e caloroso. Cantare in questo teatro, ricco
di tradizione e storia, è per me, come cantante messicana, un grande onore e un
motivo di orgoglio».
Il 2016 è stato un anno ricco di importanti debutti, come ad esempio, quello
al Gran Teatre del Liceu di Barcellona nel ruolo di Desdemona. «Si, il 2016 è
stato un anno importante e sono contenta; oltre a quello di Desdemona al Liceu
di Barcellona e Butterfly al Teatro Massimo, ho anche debuttato Marguerite in Faust di Gounod, all’Opéra de Lausanne».
Le chiedo se, tra gli ultimi debutti, ce n’è uno che ricorda con particolare
emozione: «Senza dubbio il concerto di celebrazione dell’80º compleanno del
maestro Zubin Mehta in India, ma anche molti altri in cui ho partecipato con il
grande Placido Domingo e Andrea Bocelli. Non posso dimenticare, naturalmente,
alcuni importanti debutti come quelli al Covent Garden, al Teatro alla Scala,
al Bellas Artes e al Liceu di Barcellona. Sono stati davvero molti i momenti
emozionanti nella mia carriera».
Figlia di genitori violinisti, Maria Katzarava si è avvicinata alla musica,
piccolissima, proprio grazie a questo strumento: «Avere due genitori musicisti
ha ovviamente “segnato” tutta la famiglia: non sono l’unica, infatti, ad
essersi dedicata alla musica. Ho una sorella pianista che vive a Parigi e anche
lei sta intraprendendo una carriera di primo livello. Il mio approccio alla
musica è avvenuto a 5 anni con il violino e ho studiato questo strumento per
molti anni. In qualche modo mi è stato “imposto” dai miei genitori, ma oggi, a
distanza di tanti anni, sono molto grata loro, perchè ho avuto la possibilità
di acquisire la base musicale attraverso uno strumento come il violino che mi
ha aiutato davvero tanto nella mia carriera di cantante».
Maria Katzarava in Amelia, Il duca d'Alba |
Durante l’adolescenza e parallelamente allo studio del
violino, la Katzarava scopre, però, anche la passione per il canto. «All’inizio
avevo in mente di intraprendere una
carriera nella musica pop, un genere che amo molto: durante il mio percorso,
però, molte persone mi hanno detto che avevo una voce speciale, con grandi
potenzialità. Ho iniziato, così, a valutare altre possibilità e sono rimasta subito
affascinata dal mondo della lirica e dalle grandi potenzialità di “sfruttamento”
della voce. Da quel momento in poi, ho intrapreso questa strada e a 17 anni ho
iniziato i miei studi di canto presso la Scuola di Musica di Città del Messico». A 21 anni, arriva il
primo riconoscimento importante: «Ho partecipato al mio
primo Concorso Internazionale, il Francisco Viñas di Barcellona, vincendo il
premio speciale Carlo Bergonzi. Ero giovane e ovviamente inesperta, ma ricordo quell’esperienza
con grande piacere» . Ripensando, invece, al primo debutto sul palcoscenico: «Ho debuttato nel 2006 a Città del Messico come Stéphano
in Roméo et Juliette di Gounod
accanto a Villazon e alla Netrebko. Fu una grossa emozione. A quel tempo, a
soli 22 anni, cantare al fianco di due grandi artisti è stato come un sogno che
si avverava, poichè si trattava di cantanti che ammiravo e ammiro ancora
profondamente».
Nel 2008, invece, arriva il Primo Premio e il Premio Zarzuela nella
competizione mondiale “Operalia” di Placido Domingo: «Quel concorso, del quale
ho un bellissimo ricordo, mi ha introdotta veramente nel mondo operistico. Ho
una grande ammirazione per il maestro Placido Domingo e per tutto quello che il
suo concorso “Operalia”, senza dubbio il più importante del mondo, rappresenta.
Domingo è un’importante figura di riferimento per me, una sorta di “padre
musicale”, e mi ha sostenuta molto nella mia carriera. Dopo aver vinto Operalia
ho avuto l'opportunità di debuttare come Giulietta a Saint-Etienne, in Francia.
Da quel momento è cominciato tutto...».
Tra gli altri grandi artisti, incontrati sul suo percorso
musicale, Maria Katzarava ricorda con particolare attenzione ed emozione anche
Zubin Mehta: « Per me è stato un onore il fatto
che il Maestro abbia contato su di me per celebrare, nel suo Paese, il suo 80°
compleanno. È stato un concerto molto emozionante di cui ho un ricordo
meraviglioso». «Ricordo con grande emozione anche Andrea Bocelli (un altro
genio della musica!) e Ramon Vargas e Mirella Freni, con cui ho studiato.
Entrambi sono stati importantissimi per la mia formazione: mi hanno “rivelato”
molte sfumature, dettagli, segreti, sia dal punto di vista della tecnica vocale
che dell’interpretazione. Ho anche avuto l'onore di studiare con il grande
Francisco Araiza. Tutti loro hanno lasciato in me, come interprete, la loro
impronta, ognuno a proprio modo».
Nonostante la giovanissima età, il soprano ha già impersonato molti ruoli
operistici: le chiedo se ce n’è qualcuno al quale è particolarmente legata. «Tutti
i ruoli che ho interpretato nella mia carriera sono stati importanti per me, ognuno
per ragioni diverse. Per anni mi sono dedicata a un repertorio da soprano
lirico-leggero: è stato un periodo durante il quale ho imparato davvero tanto.
Ho sempre saputo, però, che a un certo punto avrei dovuto lasciare spazio all’evoluzione
della mia voce e a un repertorio da soprano lirico-spinto, che è il mio vero
cavallo di battaglia. In questo momento mi sento particolarmente legata ad
alcuni ruoli che ho interpretato dopo il cambio di repertorio, come Madama
Butterfly, Desdemona di Otello e
Florencia di Florencia en el Amazonas
(del messicano Daniel Catán)».
Sono ancora tanti, invece, i ruoli che amerebbe interpretare: «Sono giovane
e devo ancora debuttare tantissimi ruoli meravigliosi! In questo momento sto
preparando il mio prossimo debutto come Lina in Stiffelio di Verdi, che canterò prossimamente a Berlino: nel 2017 sarò
Tosca, un altro personaggio di Puccini che ho sempre desiderato interpretare e
che debutterò a Tours in Francia». Le chiedo, allora, come vive un nuovo debutto: «Studio molto e, per quanto posso, mi preparo con largo anticipo: oltre alla parte vocale e musicale, amo fare richerche sul personaggio, sui riferimenti storici, letterari etc.».
Maria Katzarava ama molto leggere e fare trekking ma anche viaggiare: «Mi
piace molto conoscere i luoghi dove la mia carriera mi porta a cantare». Da due
anni, però, ha deciso di stabilirsi a Barcellona, una città che ama particolarmente:
« Barcellona è una città fantastica, moderna, mediterranea, con un clima
gradevole e un aeroporto internazionale, cosa importante per un cantante, visto
che si viaggia molto».
Prima di salutarla, le chiedo di parlarmi del suo rapporto con
l’Italia, dove, nelle ultime stagioni, ha cantato molto spesso: «L’Italia è
come una seconda casa per me: ho grande rispetto e ammirazione per questo Paese
perché, iniziando qui la mia carriera internazionale, ho potuto imparare la
vera "parola", la tradizione che, come amo dire, solo se sei in
Italia puoi sentire. Inoltre, il pubblico italiano è sempre molto partecipe e
appassionato».
Adriana
Benignetti