domenica 7 febbraio 2016

“Gli stivaletti”: la trama

Gli stivaletti
Opera comico-fantastica in quattro atti e sette quadri

Musica
Pëtr Il’ič Čajkovskij (Kamsko-Votkinsk, 7 maggio 1840 – San Pietroburgo, 6 novembre 1893)


Libretto
Jakov Petrovič Polonskij (Rjazan, 18 dicembre 1819 – San Pietroburgo, 30 ottobre 1898), da La notte di Natale di Nikolaij Vasil'evič Gogol’ (Bol'šie Soročincy, 20 marzo 1809 – Mosca, 21 febbraio 1852)

Prima rappresentazione
Mosca, Teatro Bol’šoj, 31 gennaio 1887

Personaggi
Vakula (tenore)
Solocha (mezzosoprano)
Cert (baritono)
Cub (basso)
Oksana (soprano)
Panas (tenore)
Golova (basso)
Il maestro di scuola (tenore)
Il principe Chiarissimo (basso)
Il cerimoniere (basso)
Il ciambellano (tenore)
Il vecchio cosacco (basso)
Il dio silvano (baritono)

Contadini, diavoletti, cosacchi, cortigiani


La trama (testo per gentile concessione ©Teatro Lirico di Cagliari)

L’azione si svolge nel villaggio di Dikan’ka in Ucraina e a Pietroburgo alla fine del XVIII secolo.

Atto I

Una strada nel villaggio di Dikan’ka
Solocha, donna piacente che vorrebbe apparire più giovane della sua vera età, confessa alla luna il desiderio di divertirsi e trascorrere una spensierata notte di Natale. Gli abitanti di Dikan’ka non la considerano una persona comune: per tutti è una strega, capace di magìe e sortilegi. Bes tiene d’occhio Solocha e la corteggia: vuole vendicarsi di suo figlio il fabbro Vakula, che in chiesa ha osato dipingerlo in modo così buffo da suscitare l’ilarità degli altri diavoli dell’inferno. La notte di Natale Vakula raggiungerà la fidanzata Oksana, mentre il padre della ragazza, il cosacco Čub, è stato invitato dal diacono del villaggio. Bes architetta dunque il suo piano: rapire la luna e scatenare una tempesta di neve, in modo che Čub sia costretto a tornare a casa. Penserà il vecchio a tener lontano dalla sua bella figlia l’irriverente Vakula, che avrà così una dura punizione per ciò che ha fatto. Nella notte buia soffiano i venti gelidi e una terribile bufera di neve si scatena. Čub e l’amico Panas che lo accompagna sono costretti a rifugiarsi in una taverna. Quando la tempesta si attenua, il vecchio riprende la strada di casa, ormai ubriaco.

La casa di Čub
Chiusa nella sua casetta, Oksana, vestita a festa, attende il fidanzato. Ha preparalo i dolci e il vino per la brigata di giovani che sta per passare sotto le sue finestre cantando le koljadki, le tradizionali canzoni ucraine delle feste natalizie, ma è di cattivo umore. Si sente abbandonata, pensa che nessuno la sposerà mai. QuandoVakula arriva, Oksana non è tenera con lui, gli rinfaccia che sua madre è una strega e che presto Čub la sposerà. Vakula rimane folgorato da queste parole. Il vecchio cosacco, intanto, coperto di neve e completamente ubriaco, ha finalmente raggiunto la porta di casa e bussa. Ma Vakula, arrabbiato, non lo riconosce e gli impedisce di entrare, scacciandolo malamente. Oksana è offesa dai modi con cui il fidanzato ha osato trattare suo padre e, per punirlo, lo fa ingelosire, dicendogli di amare un altro. Quando però il giovane se ne va avvilito, si pente della sua impulsività. Tutti i suoi sentimenti sono solo per Vakula e nemmeno l’allegra brigata in festa riesce a sollevarla dai suoi rimorsi.

Atto II

La casa di Solocha
Solocha e Bes danzano insieme il gopak, ma all’improvviso qualcuno bussa alla porta. È Pan Golova, il capo del villaggio, anch’egli invaghito della donna. Bes fa appena in tempo ad infilarsi in un sacco prima che l’uomo entri e cominci a conversare. Bussano nuovamente: a Golova tocca un uguale nascondiglio, mentre entra un altro goffo corteggiatore, il maestro di scuola, che invano cerca di sedurre Solocha. Per lui c’è un ultimo sacco quando bussa Čub, accolto con grande affetto dalla bella strega. Rincasa infine Vakula, e Solocha, non trovando soluzione migliore, impone al vecchio di trovar rifugio nello stesso sacco del maestro di scuola. La donna consiglia quindi al figlio di andare a dormire nella sua bottega. Il ragazzo tenta di trascinare via anche i sacchi, e solo dopo molti sforzi, credendo che la delusione d’amore sia causa di tanta fatica, riesce a portare fuori di casa quel carico così pesante.


Una strada nel villaggio di Dikan’ka
Nella strada coperta di neve la brigata di giovani canta le koljadki. Oksana si unisce a loro e, quando scorge la presenza di Vakula affranto, per mortificarlo ancora di più, racconta quanto è successo poco prima con suo padre. In vena di capricci loda gli stivaletti indossati da una fanciulla, Odarka, e sospira dicendo che nessuno a lei fa mai regali così belli. Pur di riconquistarla, Vakula si impegna a portarle in dono gli stivaletti più preziosi, addirittura quelli della zarina. Oksana è lusingata ma continua a infierire sul fidanzato e scherzosamente promette di sposarlo. Vakula si allontana portando in spalla solo un sacco e abbandonando gli altri. Il gruppo di giovani pensa siano pieni di cibo raccolto con le koljadki, invece, inaspettatamente, escono Golova, Čub e il maestro di scuola.

Atto III

La riva del fiume
In preda alla disperazione, certo di essere stato abbandonato per sempre da Oksana, Vakula ha deciso di suicidarsi. Improvvisamente, nella notte gelida, Bes salta fuori dal sacco e piomba sul dorso del giovane: riavrà l’amata, se gli darà in cambio la sua anima. Ma il fabbro è ben più furbo: finge di siglare il patto scellerato col suo sangue, afferra il diavolo per la coda e gli monta in groppa a sua volta, insensibile alle querule preghiere di lasciarlo andare. Ora è lui ad esigere qualcosa di molto importante: vuole gli stivaletti della zarina, e, per prenderli, Bes dovrà portarlo in volo sino al sontuoso palazzo di Pietroburgo.

Una sala del palazzo
Nella magnifica reggia fanno dunque il loro ingresso il demone raggirato e lo scaltro Vakula, che, subito, si aggrega ai cosacchi di Zaporoz’e vittoriosi sul nemico e in attesa di essere ricevuti dalla zarina. Quando arriva il suo turno, il gruppo viene accolto in una grande sala dove si sta svolgendo una festa danzante. Vakula si fa avanti con la sua richiesta, e il Principe Serenissimo, divertito dalla sua semplicità, lo rende felice donandogli i tanto desiderati stivaletti. In groppa al diavolo il giovane fa dunque ritorno al suo paese.

Atto IV

Una piazzetta
Nella piazzetta di Dikan’ka splende il sole, ma è cupo l’animo di Solocha e di Oksana, disperate perché da giorni non hanno notizie di Vakula. Quando finalmente il fabbro ritorna, per tutti è gioia grande. Il giovane è deciso a riparare ai suoi errori: chiede scusa a Čub, che commosso gli concede in moglie Oksana. Per lei ci sono in dono i preziosi stivaletti, ma la fanciulla con modestia li rifiuta, felice di aver riconquistato l’amato. Il villaggio può adesso festeggiare la coppia di sposi. 

N.B. Per la cronologia della vita e delle opere di Pëtr Il’ič Čajkovskij vai QUI

A.B.