Pëtr ll'ič Čajkovskij
(Kamsko-Votkinsk, 7
maggio 1840 – San Pietroburgo, 6 novembre 1893)
1840 Pëtr ll'ič Čajkovskij
nasce a Kamko-Votkinsk, governatorato di Vjatka, nei monti Urali da Il’ja
Petrovič (ingegnere minerario e dirigente d’azienda) e Aleksandra Andrejanovna
Assier, di origine francese. Dalla madre prima, da una governante di casa
(Fanny Dürbach), poi, apprende i primi rudimenti di pianoforte.
1848 Verso la fine dell’anno
la famiglia si trasferisce a San Pietroburgo.
1849 La famiglia fissa la
dimore presso Alapaevsk, sugli Urali.
1850 Pëtr ll'ič, che il
padre vuole destinare alla carriera di magistrato, frequenta la scuola di Giurisprudenza
a San Pietroburgo. La seprazione dalla madre fu, per Čajkovskij, uno dei
momenti più terribili della sua esistenza, nutrendo per lei un affetto
esclusivo.
1852 La famiglia si
ricompone a San Pietroburgo.
1854 La madre di Pëtr
ll'ič muore per colera.
1859 Terminati gli studi,
ottiene un impiego al Ministero di Giustizia.
1862 Deciso a dedicarsi
alla sua vera vocazione, Čajkovskij si iscrive al Conservatorio dove studia
composizione con Anton Rubinštein.
1863 Lascia l’impiego al
Ministero e si guadagna da vivere impartendo lezioni private di musica. Compone
la sua prima opera significativa: Ode
alla gioia per soli, coro e orchestra.
1865 Pëtr ll'ič si
diploma con medaglia d’argento presso il Conservatorio di S. Pietroburgo.
1866 Nikolaj Rubinštein
(fratello di Anton) lo chiama alla cattedra di Armonia al Conservatorio di
Mosca, appena istituito. Nei primi anni del soggiorno moscovita compone due
sinfonie (Sogni d’inverno op. 13 e Piccola Russia op. 17), tre opere (Il Voivoda, L'Ondina e L’ufficiale della guardia),
I'Ouverture-Fantasia Romeo e Giulietta,
nonché musica da camera.
1875 Soffre di forti
depressioni nervose, connesse anche alla sua segreta omosessualità. Porta
comunque a termine la Terza Sinfonia Polacca
e il Primo Concerto per pianoforte e
orchestra. Sul finire dell’anno inizia anche a comporre la raccolta di
pezzi per pianoforte nota come Le
stagioni.
1876 Trascorre un periodo
di cura a Vichy e assiste al Festival di Bayreuth, in qualità di critico
musicale (attività che aveva svolto per un certo numero di anni al fine di
arrotondare le proprie entrate). Compone I'opera Il fabbro Vakula, I'Ouverture-Fantasia Francesca da Rimini e le Variazioni
rococò per violoncello e orchestra. Sul finire dell’anno inizia una
corrispondenza con Nadežda von Meck, ricchissima vedova erede delle fortune di
Georg von Meck, proprietario delle prime ferrovie russe: corrispondenza che si
protrasse per 14 anni. Per desiderio di entrambi i due non si incontrarono mai.
1877 Al ritorno in Russia
sposa l’ammiratrice Antonina Miliukova ma l'esperienza coniugale si rivela
fallimentare; dopo poche settimane Čajkovskij lascia Antonina e si rifugia,
prostrato, a Pietroburgo. Va in scena il balletto Il lago dei cigni.
1878 Dedica la Quarta
Sinfonia a Nadežda von Meck. Animata da una febbrile passione per Ia musica, Nadežda
sostiene economicamente i musicisti più promettenti, tra i quali un
giovanissimo Debussy, assunto come pianista a tempo pieno, e Čajkovskij, cui
viene assicurato un assegno annuale di 6.000 rubli. Affrancato da qualsiasi
assillo economico, il compositore rinuncia all'insegnamento e abbina I’attività
creativa a Iunghi soggiorni in Europa. Nella fitta produzione di questo periodo
spicca il Concerto per violino e orchestra
op. 35. A Mosca viene rappresentato il suo capolavoro operistico: Evgenij Onegin.
1880 Intraprende un
secondo viaggio in Italia. Nascono Capriccio
italiano, Ouverture 1812 e il Secondo concerto per pianoforte e orchestra.
1885 Compone l'ouverture Manfred op. 58.
1888 Tiene concerti in
Germania, a Parigi e a Londra. Scrive la Quinta
Sinfonia op. 64.
1890 Al ritorno da un
soggiorno a Firenze, Čajkovskij interrompe i rapporti epistolari con Nadežda.
Vanno in scena La dama di picche e La bella addormentata.
1891 Compie un giro di
concerti negli Stati Uniti. A New York inaugura Ia Carnegie Hall. L'anno
successivo debutta in Russia Lo
schiaccianoci.
1893 Il 28 ottobre, a
Pietroburgo, dirige la Sesta Sinfonia Patetica
che aveva definito “un requiem per me stesso”. Čajkovskij si spegne il 6
novembre, ufficialmente per aver contratto il colera, ma le circostanze della
morte non saranno mai del tutto chiarite. Le esequie funebri si tennero nella
Cattedrale di Kazan a S. Pietroburgo: per la prima voltaera riservato quest’onore
a un non nobile. 60.000 persone richiesero i biglietti per seguire la
cerimonia.
Adriana Benignetti