La Volksoper in due atti, su libretto di Miloš
Kareš, sarà in scena al
Teatro Massimo dal 19 al 26
ottobre con l’allestimento della Semperoper di Dresda
(Foto: © Matthias Creutziger) |
“Švanda
dudák” (“Svanda il
suonatore di cornamusa”) di Jaromír Weinberger
(1896-1967) debutta in prima italiana
il prossimo 19 ottobre al Teatro
Massimo di Palermo in un sontuoso allestimento della Semperoper di Dresda.
Il
libretto è in ceco con sopratitoli in italiano. Sul podio dell'Orchestra
del Teatro Massimo, Mikhail Agrest,
regia di Axel Köhler, scene di Arne Walther, costumi di Henrike
Bromber, coreografo e assistente alla regia Gaetano Posterino; il Coro (diretto
da Piero Monti) e il Corpo di ballo del Teatro Massimo.
Interpreti
vocali: Vladimír
Chmelo e Pavol Kubáň nel ruolo di Švanda; Marjorie Owens e Isabela
Matula in quello di Dorotka; Babinský è invece
interpretato da L’udovít Ludha e Peter Berger, La Regina Cuordighiaccio è
Anna Maria Chiuri; Lo Stregone Roberto Abbondanza; Il
Giudice - Luogotenente dell’inferno e Primo Lanzichenecco Alfio
Marletta; Il Boia e Famulo del Diavolo Timothy Oliver; Il
Diavolo Michael Eder; Secondo Lanzichenecco Gianfranco
Giordano / Cosimo Diano.
Opera poco conosciuta fuori dai
confini della attuale Repubblica Ceca e comunque dei paesi dell'Europa
orientale dove è invece assai celebre, “Švanda dudák” è un'opera dai temi
fortemente radicati nella cultura popolare boema, in cui convergono melodie
popolari, spunti jazz, idee di matrice pucciniana e riferimenti alla tradizione
colta di Smetana e Dvorak. La storia della sua ricezione è legata quindi a un
solo “difetto”: è opera nata fuori dal suo tempo. Nel 1927, anno del debutto a
Praga, la scena culturale era dominata dall'espressionismo. Apprezzata dal
pubblico per il soggetto e per la varietà musicale (si contano nei primi 3
anni oltre duemila rappresentazioni), l'opera fu bistrattata dalla critica. In
Italia si registra una sola esecuzione radiofonica in italiano nella stagione
della RAI di Milano del 1958 con il soprano Leyla Gencer nel ruolo della
protagonista femminile Dorotka.
Il soggetto dell’opera è tratto da un dramma di Josef
Kajetán Tyl, uno degli scrittori più rappresentativi del Romanticismo ceco
nonché convinto sostenitore dell’indipendenza della sua terra dall’Impero
austro-ungarico; per questo motivo, intorno agli anni Venti del Novecento, era
diventato un simbolo per la nascente Cecoslovacchia. Il dramma rielabora alcune
fiabe della Boemia meridionale, regione tuttora famosa per i suoi suonatori di
cornamusa, e affronta un tema caro al suo autore: la gioia della vita semplice.
Si articola in una successione di quadri pittoreschi ricchi di canti e balli
popolari, in cui si mescolano elementi magici con riferimenti realistici alla
vita quotidiana. Miloš Kareš, amico personale di Weinberger e autore del
libretto di “Švanda dudák”, riscrive in modo molto libero il dramma di
Tyl, integrandolo con spunti tratti da fiabe slave; riducendo il numero dei
personaggi e semplificando la trama suddivisa in due atti.
Trama
Primo
atto
Švanda
– celebre suonatore di cornamusa – e la moglie Dorotka – simbolo della dolcezza
e della fedeltà – vivono felicemente in campagna. Il loro idillio è rotto
dall'arrivo di Babínský –
celebre ladro gentiluomo – che, invaghitosi di Dorotka, persuade il musicista
ad abbandonare la moglie e partire con lui all’avventura: unico bagaglio la
cornamusa, strumento simbolo della nazione ceca. I due si dirigono verso il
regno della regina Cuordighiaccio malata di malinconia: la cornamusa di Švanda
suona una polka che risolleva dal dolore Cuordighiaccio, al quale chiede a Švanda di sposarla; l'uomo esita
ma poi, sedotto dall’idea di diventare re, finisce per accettare e bacia la
regina nel tripudio generale. Lo stregone responsabile della miseria del regno
arriva portando con sé Dorotka per smascherare l’infedeltà di Švanda. L'aria
d’amore della giovane fa infuriare la regina che la condanna a morte; Švanda
allora si offre di morire al posto dell’amata e lo stregone coglie l’occasione
per far imprigionare entrambi. Come
ultimo desiderio, Švanda chiede di suonare la cornamusa ma si scopre che lo
strumento è stato rubato; anche la scure del boia è stata rubata, impedendo
così l’esecuzione. Il ladro è Babínský, che giunge trionfalmente per salvare la
situazione. Scampato il
pericolo, Dorotka ritorna tra le braccia di Švanda il quale, abusando della sua
buona sorte, giura di non aver mai baciato la regina e azzarda con bella faccia
tosta: “mi portasse via il diavolo se mento!”. E con queste parole sprofonda
negli inferi.
Secondo
atto
Il secondo atto è ambientato negli
inferi. Il diavolo, avvilito dalla noia, chiede a Švanda di intrattenerlo con
la cornamusa, ma egli si rifiuta limitandosi a prestargli lo strumento: il
diavolo è capace solo di interpretare una versione dissonante della polka di
Švanda (chiara ironia Weinberger sull'avanguardia). Ma il diavolo riesce a raggirare Švanda
impossessandosi della sua anima. Ancora una volta è Babínský a risolvere la situazione: il ladro e il
diavolo si giocheranno
l’anima del musicista a carte e il lieto fine è d'obbligo come in tutte le
favole.
Weinberger collega i differenti
momenti della trama con pagine sinfoniche di forte impatto che hanno avuto
fortuna autonoma, inserite spesso nei programmi di concerti sinfonici. Come
detto, l'allestimento arriva a Palermo dal prestigioso palcoscenico della
Semperoper di Dresda, dove è andato in scena nel 2012: uno spettacolo imponente
in cui agiscono numerosi personaggi insieme a Coro e Corpo di ballo, fra
momenti più lirici e danze sfrenate e divertenti, costumi preziosi ed effetti
scenici inaspettati.
ŠVANDA, DUDÁK (“Svanda il suonatore di
cornamusa”)
Volksoper in due atti
libretto di Miloš Kareš
musica di Jaromír Weinberger
Direttore Mikhail Agrest
Regia Axel
Köhler
Scene Arne
Walther
Costumi Henrike
Bromber
Coreografia e assistente alla regia Gaetano Posterino
Luci Fabio Antoci
Maestro del Coro Piero Monti
Personaggi e interpreti
Švanda Vladimír Chmelo (19, 22, 24, 26
ottobre) / Pavol Kubáň (21 e 25 ottobre)
Dorotka Marjorie Owens (19, 22, 24,
26 ottobre) / Isabela Matula (21 e 25 ottobre)
Babinský L’udovít Ludha (19, 22, 24,
26 ottobre) / Peter Berger (21 e 25 ottobre)
La Regina Cuordighiaccio Anna Maria Chiuri
Lo Stregone Roberto Abbondanza
Il Giudice - Luogotenente dell’inferno
e Primo Lanzichenecco Alfio
Marletta
Il Boia e Famulo del Diavolo Timothy Oliver
Il Diavolo Michael Eder
Secondo
Lanzichenecco Gianfranco
Giordano / Cosimo Diano
Orchestra, Coro e Corpo di ballo del
Teatro Massimo
Allestimento della Semperoper di
Dresda
domenica 19 ottobre 2014, Švanda,
dudák Turno Prime - ore 20:30
martedì 21 ottobre 2014, Švanda, dudák
k Turno S2 - ore 18:30
mercoledì 22 ottobre 2014, Švanda,
dudák Turno B - ore 18:30
venerdì 24 ottobre 2014, Švanda, dudák
Turno C - ore 18:30
sabato 25 ottobre 2014, Švanda, dudák
Turno F - ore 20:30
domenica 26
ottobre 2014, Švanda, dudák Turno D - ore 17:30
Costo
dei biglietti: da
euro 10 a euro 125
In vendita presso il botteghino del
Teatro (aperto da martedì a domenica ore 9:30 – 18:00, tel. 0916053580 / fax
0916053391 / biglietteria@teatromassimo. it),
sul sito www.teatromassimo.it o
nelle prevendite autorizzate in tutta Italia del circuito Charta-Vivaticket.
Informazioni e prevendita 800 907080 (tutti i giorni dalle ore 10:00 alle ore
17:00). Teatro Massimo – piazza Verdi 1 – 90138 Palermo.
(comunicato stampa)