Falstaff
Commedia
lirica in 3 atti e sei quadri
Musica
Giuseppe Verdi (Le
Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901)
Libretto
Arrigo Boito (Padova, 24 febbraio 1842 – Milano, 10
giugno 1918) da Le
allegre comari di Windsor di William
Shakespeare (Stratford-upon-Avon, 23 aprile 1564 – Ivi, 23 aprile
1616)
Prima rappresentazione: Milano. Teatro alla Scala, 9
febbraio 1893
Personaggi:
Sir
John Falstaff (baritono)
Ford,
marito di Alice (baritono)
Fenton
(tenore)
Il
dottor Cajus (tenore)
Bardolfo,
seguace di Falstaff (tenore)
Pistola,
seguace di Falstaff (baritono)
Mrs.
Alice Ford (soprano)
Nannetta,
figlia di Alice (soprano)
Mrs.
Quickly (contralto)
Mrs.
Meg Page (mezzosoprano)
L’oste
della Giarrettiera (mimo)
Robin,
paggio di Falstaff (mimo)
Un
paggio di Ford (mimo)
Borghesi
e popolani di Windsor, servi di Ford
ATTO
I
Quadro
I
Il dottor Cajus
accusa sir John Falstaff – grasso cavaliere in bolletta e donnaiolo impenitente
– di essere stato derubato da lui e dai suoi due servitori, Bardolfo e Pistola. Falstaff rivela ai suoi domestici di essere innamorato di due ricche signore di
Windsor, Alice Ford e Meg Page. I servi dovranno consegnare alle dame due
missive del tutto uguali, tranne che nel nome della destinataria. Bardolfo e
Pistola, che si considerano uomini d’onore, non accettano di svolgere il ruolo
di mezzani. Falstaff allora li licenzia e dà l’incarico a un paggio.
Quadro
II
Nel
giardino davanti alla casa di Ford, si incontrano Alice Ford, sua figlia
Nannetta, con Meg Page e Quickly, un’attempata e allegra signora, e si
accordano per vendicarsi nei confronti dell’imprudente corteggiatore. Bardolfo
e Pistola, nel frattempo, hanno rivelato le intenzioni di Falstaff a Ford.
Alice illustra il suo piano alle altre donne: Quickly dovrà attirare Falstaff
in una trappola. Anche Ford, d’accordo con Bardolfo, Pistola, Cajus, e Fenton,
segretamente innamorato di Nannetta, mette a punto un piano per tendere un
tranello a Falstaff.
ATTO II
Quadro
I
Come sua abitudine,
sir John si trova all’osteria della Giarrettiera. Qui lo raggiunge Quickly per
comunicargli che Alice Ford vuole vederlo fra le due e le tre del pomeriggio,
quando suo marito sarà assente. Quando Quickly esce, sopraggiunge un certo
signor Fontana, che in realtà è Ford travestito. Egli porta con sé delle monete
d’oro, che offre a Falstaff in cambio del suo aiuto per conquistare il cuore di
Alice Ford. Naturalmente Falstaff accetta e, anzi, si vanta dell’appuntamento
che ha già ottenuto dalla signora quello stesso giorno. Rimasto solo, Ford cade
in preda alla gelosia.
Quadro II
Nella
casa di Ford, fervono i preparativi per l’organizzazione della beffa. Tutti vi
partecipano tranne Nannetta, che coglie l’occasione per sfogarsi: il padre l’ha
promessa in moglie al dottor Cajus, mentre lei ama Fenton. La madre le assicura
che la aiuterà. Alice resta sola e giunge Falstaff. La donna ne accetta la
corte, ma lo tiene a debita distanza. Ford, per vendicare l’onore ferito,
irrompe nella casa e cerca in ogni luogo il traditore con l’aiuto dei suoi
uomini, che, però, non riescono a scovarlo. Falstaff si nasconde dietro un
paravento e, poi, aiutato dalle donne, si infila in una cesta per la
biancheria. Dietro il paravento finiscono così Fenton e Nannetta, che
approfittano della confusione per amoreggiare. Ford, sentendo dei sospiri
provenienti da dietro il paravento, lo rovescia e scopre i giovani innamorati.
Alice e le altre donne fanno rovesciare dai servi la cesta, con panni e
cavaliere, fuori dalla finestra, nel Tamigi. La burla è così svelata anche agli
uomini.
ATTO
III
Quadro
I
Falstaff
è di pessimo umore per il bagno forzato. Quickly cerca di calmarlo dicendogli
che Alice è innamorata di lui e desidera incontrarlo travestito da cacciatore
nero, sotto la quercia di Herne, luogo tradizionalmente abitato da fate e
fantasmi. Falstaff e Quickly entrano nell’osteria, mentre le donne si ritrovano
sulla piazza per mettere a punto la burla. P artecipano al piano anche Ford,
ormai convinto della fedeltà della moglie. Anzi, pieno di buonumore, decide che
quella stessa sera si concluderanno le nozze di Nannetta con Cajus, con la
complicità dei travestimenti notturni. Ma l’impagabile Quickly ha ascoltato e
corre ad avvertire la ragazza per sventare il piano dei due uomini.
Quadro II
Cade la notte e nel parco di Windsor, Falstaff, vestito da cacciatore nero,
ascolta il canto delle fate. Si presenta Alice, che finge di accettare le sue
dichiarazioni amorose. Improvvisamente compare Meg ad annunciare la tregenda:
una schiera di falsi spiritelli si lancia sul grasso cavaliere, tormentandolo,
punzecchiandolo, bastonandolo. Quando è conciato per bene, si fa avanti Ford,
che lo perdona. I presenti assisteranno ora a due cerimonie nuziali. Ford
benedice le coppie, ma all’ultimo momento ci si accorge che Nannetta sposa
Fenton e che la sposa del dottor Cajus è Bardolfo, camuffato da regina delle
fate. L’opera si conclude con l’antica forma musicale della “fuga”, nella quale
Verdi, il cantore delle passioni romantiche e disperate, guarda con ironico
distacco la vera essenza del destino umano: quella di restare sempre e comunque
«tutti gabbati».
Fonti:
giuseppeverdi200.gov.it
Dizionario dell’opera 2002 a cura di Piero Gelli,
Baldini&Castoldi, Milano 2001
Adriana Benignetti