Die
Zauberflöte (Il flauto magico)
Opera tedesca in due atti KV 620
Prima
rappresentazione
Personaggi
Sarastro
(basso)
Tamino
(tenore)
L’oratore
(basso)
Tre
sacerdoti (tenore, basso, basso)
La
Regina della notte (soprano)
Pamina,
sua figlia (soprano)
Tre
dame della Regina (soprano)
Tre
fanciulli (soprano)
Papagena
(soprano)
Papageno
(basso)
Monostatos,
moro (tenore)
Due
armigeri (tenore, basso)
Tre
schiavi (rec.)
Una
voce (basso)
Sacerdoti,
schiavi, seguito.
La trama (testo del © TeatroLirico
di Cagliari)
L’azione si
svolge in un antico Egitto immaginario.
Atto I
Paesaggio
montuoso, sullo sfondo un tempio.
Tamino
riceve dalle dame il ritratto della figlia di Astrifiammante e rimane folgorato
dalla bellezza della giovane. Quando apprende che la fanciulla, di nome Pamina,
è stata rapita dal malvagio tiranno Sarastro, non ha esitazioni e si offre di
salvarla. D’improvviso il bosco si squarcia, e dall’oscurità emerge la Regina
della Notte, col suo manto punteggiato di stelle: ella promette a Tamino la
mano della figlia, se riuscirà a liberarla. Per aiutarlo nell’impresa, le damigelle
porgono al principe un flauto d’oro, dotato di poteri magici, poi liberano
Papageno dal lucchetto, gli regalano dei magici campanelli e gli ingiungono di
seguire Tamino fino al castello di Sarastro.
Sala nel
palazzo di Sarastro.
Pamina
ha tentato di fuggire per sottrarsi alle insistenze del moro Monostato, capo
delle guardie di Sarastro, ma è stata subito ripresa e ricondotta con la forza
nel palazzo. Alla vista di Papageno coperto di piume, Monostato si spaventa e
fugge; anche Papageno, che non aveva mai visto un uomo con la pelle scura, dapprima
scappa, ma poi toma indietro e riconosciuta in Pamina la fanciulla del ritratto,
le rivela che un principe l’ama e intende salvarla e la convince ad andare via
con lui. Tra i due giovani nasce immediatamente un’amicizia.
Un bosco.
Tamino
percorre un sentiero, guidato da tre geni seduti su un piccolo vascello
volante. Arriva così al tempio di Iside: due porte sono chiuse, quelle della
Ragione e della Natura, mentre dalla terza, quella della Sapienza, si affaccia
un sacerdote, l’Oratore, il quale pacatamente spiega a Tamino che Sarastro, per
giusti motivi, è stato indotto a sottrarre Pamina all’influenza della madre.
Rassicurato
che la sua amata è viva, Tamino si abbandona alla gioia e, per ringraziare gli
Dei, suona, per la prima volta, il suo flauto: gli animali del bosco,
affascinati dal bellissimo suono, lo circondano quieti. Anche
Papageno che scorta Pamina, risponde al flauto col suo zufolo: i due si cercano
a lungo nel bosco, ma non si trovano. Monostato e gli schiavi, riacciuffati i
fuggitivi, rimangono come ipnotizzati dai campanelli magici e si allontanano. Di
ritorno da una battuta di caccia, arriva Sarastro col suo corteo. Nulla fa
pensare a lui come a un tiranno malvagio, la sua gente lo acclama. Pamina gli
chiede perdono della fuga e ne spiega i motivi. Sarastro si dichiara pronto a
concederla in sposa a un cavaliere degno di lei, ma ribadisce che non potrà mai
lasciarla tornare dalla madre. All’improvviso ricompare Monostato con Tamino,
che ha scoperto presso il tempio; i due giovani, che non si sono ancora mai
visti, si riconoscono e si gettano l’uno tra le braccia dell’altro, mentre il
capo delle guardie, che ha chiesto una ricompensa per il suo operato, viene invece
frustato per aver tentato di concupire la prigioniera. Sarastro
ordina che Tamino sia condotto al tempio e Papageno lo segue. Un grande destino
attende i due innamorati.
Atto II
Bosco di
palme con architetture.
Sarastro
spiega ai suoi sacerdoti quale fine l’ha spinto a rapire Pamina e a proteggere
Tamino: l’unione tra i due giovani, se dimostreranno di essere degni della missione
alla quale li hanno destinati gli Dei, potrà rendere vani i progetti della
Regina della Notte per impossessarsi del suo regno e del suo tempio, riportando
l’armonia fra il regno della Notte e il regno del Sole. Tutti approvano e
pregano Iside e Osiride. Due sacerdoti accompagnano Tamino e Papageno verso le
prove dell’iniziazione.
Atrio del
tempio.
Tamino
e Papageno incappucciati si preparano, saldo nel suo proposito il principe , colto da
improvvisi terrori l’uccellatore, che vorrebbe ardentemente trovare una
fidanzata, la sua
Papagena. La prima prova che li aspetta è il silenzio.
Rimasti soli, i due sono avvicinati dalle tre damigelle della Regina della
Notte, che invano cercano di dissuaderli dall’impresa, raccontando di inganni
compiuti da Sarastro e dai suoi. Ma Tamino non si cura di loro, e il viaggio
prosegue.
Un
boschetto.
Monostato
si avvicina furtivamente a Pamina addormentata sotto un pergolato di fiori e
rose e cerca di baciarla. Sopraggiunge Astrifiammante e la fanciulla, disperata
perché crede di essere stata abbandonata da Tamino, si getta nelle sue braccia
cercando consolazione. Astrifiammante racconta allora la sua storia. Un tempo
il padre di Pamina regnava sul Sole e sulla Notte, nell’armonia dell’universo.
Poco prima di morire consegnò il Cerchio settemplice del sole, che dà il
dominio, agli Iniziati di Sarastro, il quale ora lo custodisce sul suo petto.
Per tornare in possesso del segno magico, la Regina ha ordito un piano,
destinato a sfumare ora che Tamino si è consacrato agli Iniziati. Mette dunque
nelle mani della figlia un pugnale, intimandole di uccidere Sarastro, ma
Monostato, che ha sentito tutto, minaccia di rivelare l’intrigo. Sopraggiunge
Sarastro, che caccia il moro e rassicura la fanciulla timorosa di una vendetta
nei confronti della madre: alla giovane spiega dolcemente che nel suo regno
esistono solo l’amore e il perdono, presupposto di felicità.
Atrio del
tempio.
Tamino
e Papageno continuano la loro prova. Compare una vecchia orrenda che dichiara
di essere Papagena, si mette a parlare con lo sbigottito uccellatore e gli dice
di essere fidanzata con lui, per poi scomparire con grande fragore di tuoni.
Arrivano i tre geni che dal cielo calano cibi e bevande per rifocillare i due
iniziati. Ora
Sarastro, nel cuore del tempio, riunisce Tamino e Pamina per un addio. Per
Tamino è giunto il momento di superare la grande prova, camminare sul fuoco ed
entrare nell’acqua che lo sovrasterà, senza arrestarsi mai.
Un giardino.
Papageno
si consola con un bicchiere di vino rosso. In sogno gli appare nuovamente la
vecchia, che dopo averlo comandato con minacce di sposarla, si trasforma nella
bella e giovane Papagena. Di
fronte al tempio i tre geni scorgono Pamina, stravolta, con il pugnale in mano.
Si avvicinano e le parlano di Tamino e del suo amore per lei. Tamino
si accinge a superare le prove del fuoco e dell’acqua: sopraggiunge Pamina, che
lo abbraccia e insieme a lui si abbandona alla gioia. Al suono del flauto
magico, attraverseranno il fuoco e l’acqua. Il popolo di Sarastro accorre a festeggiare
i prediletti dagli Dei. Disperato
perché non trova la sua
Papagena , Papageno è in procinto di uccidersi. Anche questa
volta accorrono i geni e gli consigliano di far suonare i campanelli magici.
Come per incanto arriva Papagena, i due si abbracciano e fanno progetti sul
loro futuro.
Paesaggio di
rupi scoscese.
La
Regina della Notte, con Monostato traditore e le tre damigelle, cerca di
avvicinarsi nascostamente al tempio per introdursi e uccidere Sarastro. Ma la
terra, scossa da un terremoto, si apre per inghiottirli.
Nel tempio
del Sole.
Sarastro
in trono, circondato dai sacerdoti, con Tamino e Pamina celebra la vittoria del
Sole sulle tenebre.
A.B.