Balletto
in due atti con libretto e coreografia di Boris Eifman, musiche di Georges Bizet,
Petr Il’ič Čajkovskij e Alfred Schnittke
Il balletto è un tributo a Olga Spessivtseva (Rostov, 1895 – New York, 1991), tra
le più celebri danzatrici del ‘900, che terminò la sua vita in una clinica
psichiatrica di New York e, nella follia, si identificò con il personaggio di
Giselle.
Prima rappresentazione:
28 gennaio 1997, San Pietroburgo.
La trama (il testo è stato cortesemente fornito dal ©Teatro
Lirico di Cagliari)
Atto
I
Siamo a Pietrogrado, in Russia (oggi
San Pietroburgo) negli anni ’10 del 1900. Nel superbo Teatro Imperiale
Mariinskij (ex-Kirov) si svolge una lezione: l’esigente e severo maître de ballet sceglie una ballerina
(Olga Spesivceva) la cui bellezza, stile enigmatico e fascino lo colpiscono. È
lei la sua ballerina ideale ed a partire da questo momento la sua carriera avrà
uno sviluppo straordinario. Eccola quindi salutare il pubblico di Pietrogrado
che riconosce nel suo puro stile classico i canoni della ballerina russa
ideale. È il periodo della rivoluzione. Una sera, in occasione di un suo
spettacolo, un agente della Čeka (il vecchio KGB) si complimenta con lei. Nasce
una strana relazione tra i due. Con autorità e brutalità, l’uomo conduce Olga
in un mondo a lei sconosciuto. Un nuovo e strano potere regna sul teatro. Il
pubblico, rappresentato da un gruppo di rivoluzionari, si scatena
selvaggiamente. Olga Spesivceva deve danzare nelle serate private per i rappresentanti del nuovo regime.
È così che si sviluppa la contrapposizione tra il suo maître de ballet e il suo amante della Čeka. L’uno vuole riportarla
verso il mondo della danza e della spiritualità; l’altro vuole farla
sprofondare verso un universo nel quale l’autorità del regime la condurrà
lentamente al vizio ed alla dissolutezza. La ballerina si lascia conquistare
dal suo amante e scivola nel suo mondo crudele. Partecipa a numerose feste
dimenticando tutti i valori spirituali appresi dal suo maître. Nel frattempo Olga riprende a lavorare e ritrova il suo
insegnante che, a fatica, riesce a sopportare l’idea che la giovane possa
sprofondare in un mondo che, secondo lui, non è per lei. Nuovamente quello
strano potere si insedia in teatro in modo aggressivo spazzando via tutto ciò
che è sul suo cammino. Le ballerine diventano gli strumenti del sistema
rivoluzionario. È a questo punto che Olga decide di partire: l’attende un
invito all’Opéra de Paris per interpretare Giselle.
Straziata, decide di lasciare tutto. Dopo un ultimo addio al suo protettore
della Čeka, si unisce al gruppo degli emigranti che lasciano il proprio Paese
per non farvi più ritorno.
Atto
II
Siamo nuovamente ad una lezione di
danza, ma questa volta a Parigi. I ballerini ed il loro insegnante sono alla
ricerca di un nuovo stile per la musica di L’Arlesienne
di Bizet. Tutti aspettano con ansia l’arrivo della grande ballerina che deve
interpretare Giselle sul palcoscenico di questo prestigioso teatro. Entra Olga,
disorientata in questo nuovo mondo, e conosce subito il grande
ballerino/coreografo che segue la
prova. Lo stile richiesto è per lei inusuale, ma la dimensione
spirituale dell’opera e la coreografia la seducono. Il
ballerino diventa il suo partner;
insieme avranno un trionfale successo. La ballerina inizia a sentire dei
sentimenti per il
suo partner che sembra non
ricambiarli. Questo amore non corrisposto e la sua solitudine in terra
straniera contribuiscono a creare in lei delle ferite insanabili. La giovane
cerca di dimenticare tutto, anche se stessa, nell’atmosfera della Parigi della Belle Epoque. Nelle sue serate parigine
cerca di dimenticare ubriacandosi, ma il passato la perseguita. Gli
echi della rivoluzione russa non la lasciano in pace. L’agente della Čeka le
appare spesso come un incubo. Anche il suo ruolo in Giselle non le è di alcun giovamento; questo ruolo nel quale la
ballerina ha sempre affascinato il pubblico, rimarrà il suo più grande
successo. È un ruolo che le appartiene, nel quale si identifica. Anche il
finale di Giselle sembra
appartenerle: il tradimento del suo amore, la follia. Il riflesso
della giovane negli specchi tradisce il suo stato d’animo travagliato. È qui
che vede la follia come la sua sola salvezza, come l’annuncio del suo viaggio
verso questo mondo scintillante, dall’altra parte dello specchio.