Calorosissima accoglienza del pubblico per il bel concerto di venerdì 25 ottobre in Largo Mahler
È un Auditorium strapieno quello che, venerdì 25 ottobre, accoglie Alexander
Ghindin e John Axelrod,
protagonisti, insieme all’Orchestra
Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano, del sesto appuntamento della Stagione
2013/2014 de laVerdi.
Ad aprire la serata il poco frequentato Concerto per pianoforte e orchestra n. 4 in sol minore op. 40 di Sergej Rachmaninov, composizione
dalla genesi lunga e complessa e dall’esito decisamente meno fortunato rispetto
agli altri concerti del compositore russo. Diversi
pianisti, tra i quali ricordiamo Arturo Benedetti Michelangeli, Andrei Gavrilov
e Jean-Yves Thibaudet lo hanno, nel corso degli anni, riproposto e registrato senza,
tuttavia, riuscire nell’impresa di renderlo familiare al grande pubblico. Terminato
nel 1926, dopo un decennio di lavorazione, rivisto e ripresentato in una nuova
versione nel 1941, il Concerto non
presenta melodie indimenticabili come quelle del Terzo e del Secondo:
tuttavia, sono moltissimi gli spunti interessanti di quest’opera, caratterizzata da notevoli difficoltà tecniche e da una mescolanza di stili e di colori. Nell’ambito
di una forma estremamente tradizionale in 3 movimenti (Allegro vivace, Largo, Allegro
vivace) il Concerto accosta, con sapienza e cura, momenti lirici cantabili a passaggi
martellati e secchi e tanti sono i richiami a Prokof’ev, al neoclassicismo di
Stravinskij, alla musica popolare, al jazz, al musical.
Le abilissime mani di Alexander Ghindin, hanno evidenziato al meglio le tante anime racchiuse all’interno della composizione. Pianista dalla tecnica sorprendente (mai fine a se stessa), dal suono che anche nel fortissimo e nel martellato rimane pieno e morbido, Ghindin mostra all’entusiasta pubblico raffinatezza e cantabilità anche nei due bis, il Preludio op. 23 n. 5 e il Momento musicale n. 4, sempre di Rachmaninov. Lunghissimi gli applausi per lui.
Da sottolineare l’ottima prestazione dell’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano in gran serata e ottimamente diretta da John Axelrod.
Le abilissime mani di Alexander Ghindin, hanno evidenziato al meglio le tante anime racchiuse all’interno della composizione. Pianista dalla tecnica sorprendente (mai fine a se stessa), dal suono che anche nel fortissimo e nel martellato rimane pieno e morbido, Ghindin mostra all’entusiasta pubblico raffinatezza e cantabilità anche nei due bis, il Preludio op. 23 n. 5 e il Momento musicale n. 4, sempre di Rachmaninov. Lunghissimi gli applausi per lui.
Da sottolineare l’ottima prestazione dell’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano in gran serata e ottimamente diretta da John Axelrod.
Ottima
forma, sia dell’Orchestra sia di Axelrod, che, con ancora maggiore evidenza,
viene alla luce nell’esecuzione della Sinfonia
n. 1 in do minore op. 68 di Johannes Brahms. Un pezzo, questo, non solo
particolarmente nelle corde della compagine milanese, che via via negli anni lo
ha eseguito innumerevoli volte diretta da prestigiosi direttori.
L'esecuzione della serata evidenzia, infatti, anche il grande e puntiglioso lavoro delle prove (da non dimenticare che questa sinfonia, come tutte quelle di Brahms, entrerà a far parte della registrazione integrale per Telarc della quale è già uscito il primo volume) e l'accuratissimo lavoro di Axelrod su tutte le sezioni: in particolare, gli archi, sapientemente guidati da Luca Santaniello, hanno mostrato una compattezza e una pienezza di suono invidiabili. Di rilievo anche gli interventi solistici dei fiati e gli splendidi timpani di Viviana Mologni.
L'esecuzione della serata evidenzia, infatti, anche il grande e puntiglioso lavoro delle prove (da non dimenticare che questa sinfonia, come tutte quelle di Brahms, entrerà a far parte della registrazione integrale per Telarc della quale è già uscito il primo volume) e l'accuratissimo lavoro di Axelrod su tutte le sezioni: in particolare, gli archi, sapientemente guidati da Luca Santaniello, hanno mostrato una compattezza e una pienezza di suono invidiabili. Di rilievo anche gli interventi solistici dei fiati e gli splendidi timpani di Viviana Mologni.
Adriana Benignetti