Escono i primi due di sei album dedicati
al grande compositore milanese registrati dall’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe
Verdi diretta da Giuseppe Grazioli
È la prima tappa di un piacevolissimo
viaggio nel mondo del grande compositore milanese scomparso il 10 aprile
1979, sulla scorta del
convegno organizzato da laVerdi nel dicembre 2011 per i 100 anni dalla nascita (3 dicembre
1911).
Ed è anche la prima volta in assoluto che vengono pubblicate tutte le opere di Nino Rota, la cui fortunata carriera è fatta non solo di indimenticabili colonne sonore, ma anche di opere sinfoniche composte fin da quando era un bambino prodigio che si esibiva nei salotti della borghesia milanese.
Ed è anche la prima volta in assoluto che vengono pubblicate tutte le opere di Nino Rota, la cui fortunata carriera è fatta non solo di indimenticabili colonne sonore, ma anche di opere sinfoniche composte fin da quando era un bambino prodigio che si esibiva nei salotti della borghesia milanese.
Oggi, martedì 26 febbraio, è uscito il primo doppio CD per
la prestigiosa etichetta Decca che raccoglie la registrazione di questi
eccezionali concerti diretti nell’agosto del 2011 dal Maestro Giuseppe
Grazioli all’Auditorium di Milano. Il primo dei due album si apre con il
primo grande successo internazionale in campo cinematografico: le musiche
composte nel 1948 per il film The
Glass Mountain (La Montagna di Cristallo), uscito nel 1949 per la regia di
Henry Cass e interpretato da Michela
Denison, Dulcie Gray e Valentina Cortese. Il successo della colonna sonora
superò di gran lunga quello della pellicola e il tema principale, suonato da
tutte le orchestre di musica leggera della Gran Bretagna, divenne, per un certo
periodo, la sigla di apertura delle trasmissioni radiofoniche della BBC.
Nel doppio CD ci sono anche le opere
giovanili di Rota, come la Fuga
per quartetto d’archi, organo e orchestra d’archi (composta nel 1923 a nemmeno 12 anni) e Il
Concerto per violoncello e orchestra composto nel 1925. Nella Milano degli anni ’20 il piccolo Rota, al pari del suo coetaneo Giancarlo
Menotti, già a 11 anni brillava nei salotti come enfant prodige. «Nei salotti
ogni tanto ci si incontrava - raccontava Menotti- perché eravamo due piccoli mostri, anzi in un
certo senso Nino era più mostruoso come enfant prodige perché era tecnicamente
molto più avanti di me. Ma la nostra amicizia era un po’ turbata dalle
rispettive madri che fingevano di essere molto amiche ma tra le quali in fondo
c’era una specie di sorda guerra, perché ognuna considerava il proprio figlio
il vero genio». Nel doppio CD anche le
otto Variazioni sopra un tema gioviale in cui Rota si lancia in arditi
virtuosismi ed esercizi funambolici al solo scopo di divertire il pubblico e
regalare serenità (di qui la scelta dell’aggettivo gioviale). Le
variazioni, definite da Guido Pannain su Il Tempo del 25 gennaio 1954 “una
specie di esibizionismo impudico, messo in mostra con aria sfrontata e
provocante” , furono invece apprezzate da
Winthrop Sargeant, uno dei più autorevoli critici musicali statunitensi
e firma della prestigiosa rivista The New Yorker che scrisse: «Quello
che mi ha impressionato del pezzo è stata la padronanza tecnica del Signor Rota
con l’orchestra e con i complessi elementi armonici che usa con un virtuosismo
che rimanda a Richard Strauss».
Non manca un classico come il tema
d’amore creato da Rota per Il Padrino (1972), probabilmente la sua composizione
più celebre, un evergreen consolidato ed eseguito in tutto il mondo, dai
suonatori di strada come nelle sale da concerto; una musica la cui popolarità
sovrasta di gran lunga quella del suo autore. La trascrizione per arpa solista
venne approntata dallo stesso Rota per Elena Zaniboni, una delle interpreti più
assidue del suo repertorio concertistico. Lo stesso anno del Padrino (1972)
Rota compone anche il primo dei due concerti per violoncello e orchestra, forse sulla scia
dell’amarezza per l’esclusione della
colonna sonora de Il Padrino dall’assegnazione del Premio Oscar, in
quanto composta molti anni prima.
Tra le opere extracinematografiche si
segnalano l’Allegro concertante per orchestra (1953) , il Concerto per arpa e
orchestra (scritto tra il 1947 e il 1950 e dedicato alla grande arpista Clelia Gatti Aldrovandi) e il Cappello
di paglia di Firenze.
L’orchestra sinfonica di Milano
Giuseppe Verdi, diretta da Giuseppe Grazioli, ha registrato l’opera omnia di
Nino Rota nell’agosto del 2011 all’Auditorium di Milano, con i solisti Elena
Piva (arpa) e Mario Shirai Grigolato (violoncello).
CD 1
THE LEGEND OF
THE GLASS MOUNTAIN (1949)
VARIAZIONI
SOPRA UN TEMA GIOVIALE (1953)
FUGA
PER QUARTETTO D’ARCHI, ORGANO E OCHESTRA D’ARCHI (1923)
CONCERTO
PER VIOLONCELLO E ORCHESTRA (1925)
ALLEGRO
CONCERTANTE (1953)
CONCERTO
PER ARPA E ORCHESTRA (1947-50)
SARABANDA
E TOCCATA PER ARPA (1945)
ILCAPPELLO
DIPAGLIADI FIRENZE (1945-46NINO ROTA
CD 2
SATYRICON
/ ROMA Suite (1971)
IL
PADRINO per arpa (Love Theme) (1972)
CONCERTO
N. 1 PER VIOLONCELLO E ORCHESTRA (1972)
CONCERTO
N. 2 PER VIOLONCELLO E ORCHESTRA (1974)
FUGA
PER QUARTETTO D’ARCHI, ORGANO E ORCHESTRA D’ARCHI (1923)
CONCERTO
PER VIOLONCELLO E ORCHESTRA (1925)
ALLEGRO
CONCERTANTE (1953)
CONCERTO
PER ARPA E ORCHESTRA (1947-50)