Dal 21 febbraio al 3 marzo 2013, con la regia di Graham Vick e la
bacchetta di Pietari Inkinen
«[...] è pensato per Palermo: racconta di noi qui, adesso,
dell’Italia, della Sicilia, del Massimo. Sulla scena agisce un gruppo di
quaranta mimi, che svolge una funzione paragonabile a quella del coro nelle
antiche tragedie greche (la forma di teatro a cui Wagner dichiarava di essersi
ispirato nel concepire i suoi Musikdramen).
Questi ragazzi, dunque, osservano partecipano reagiscono al dramma, ma reagiscono anche a noi, voglio dire che sono corpi conduttori delle nostre emozioni. La presenza di costoro attesta l’importanza del testimoniare: da un lato essi testimoniano l’azione che si svolge sul palco (alle volte anche in platea), dall’altro sono gli spettatori a essere testimoniati da loro. L’ascolto e la visione del Ring richiedono, si sa, una partecipazione incondizionata, e sarebbe auspicabile che ciascuno di noi uscisse da teatro diverso. L’argomento attorno a cui ruota la Walküre è cosa sia la natura, è il contrasto tra “natura” e “civilizzazione” indagato da Leopardi, tra Kultur e Zivilisation (pulsioni istintuali, autentiche e norme del vivere sociale) discusso nel pensiero tedesco a partire dall’illuminismo e culminante nei libri di Oswald Spengler e di Thomas Mann. È giusto o no seguire gli istinti naturali? Dal punto di vista musicale, diversamente dall’Oro del Reno, la Valchiria contiene molti passi estrapolabili dal contesto e noti al grande pubblico. Nel Primo e Terzo Atto assistiamo a un ritorno in grande stile del canto, della melodia, persino di qualche pezzo chiuso (arie, duetti); ma nel Secondo si parla molto, per una larga parte è come una seduta di autoanalisi alla quale Wotan si sottopone, prima ripercorrendo quanto accaduto col pretesto di narrarlo a Brünnhilde, poi confrontandosi con la propria funzione giuridica, cioè con Fricka. Wagner in questo assoluto capolavoro (uno dei suoi massimi risultati, insieme a Maestri cantori e a Parsifal) fa una scoperta grandissima: l’inconscio (la dimensione umana meno legata alla Zivilisation) come soggetto dell’intreccio e della trama musicale. In questo senso va letto il Secondo Atto, ma anche il mutuo e muto riconoscimento tra Sieglinde e Siegmund nel Primo. Ancora una volta, in essi riconosciamo appendici, estensioni di Wotan. Rappresentano il suo côté selvaggio, avverso al contratto sociale. Non dimentichiamo che il dio si e` allontanato dal Walhalla, vive nascosto nella foresta, rifiuta le regole borghesi della casa, della famiglia, della rispettabilità. E poi ci sono le valchirie, esseri che provocano lotte, guerre e scontri per individuare tra i morti gli eroi da condurre in paradiso e così formare un altro esercito presunto invincibile. Ai prescelti, anche attraverso la loro musica gloriosa, vuota, vana, esse promettono una beatitudine perfetta ed eterna, un po’ come si fa con gli attentatori suicidi nelle guerre cosiddette “sante”. Non è forse anche questa una storia di oggi, che conosciamo, che viviamo sulla nostra pelle?». Graham Vick
Questi ragazzi, dunque, osservano partecipano reagiscono al dramma, ma reagiscono anche a noi, voglio dire che sono corpi conduttori delle nostre emozioni. La presenza di costoro attesta l’importanza del testimoniare: da un lato essi testimoniano l’azione che si svolge sul palco (alle volte anche in platea), dall’altro sono gli spettatori a essere testimoniati da loro. L’ascolto e la visione del Ring richiedono, si sa, una partecipazione incondizionata, e sarebbe auspicabile che ciascuno di noi uscisse da teatro diverso. L’argomento attorno a cui ruota la Walküre è cosa sia la natura, è il contrasto tra “natura” e “civilizzazione” indagato da Leopardi, tra Kultur e Zivilisation (pulsioni istintuali, autentiche e norme del vivere sociale) discusso nel pensiero tedesco a partire dall’illuminismo e culminante nei libri di Oswald Spengler e di Thomas Mann. È giusto o no seguire gli istinti naturali? Dal punto di vista musicale, diversamente dall’Oro del Reno, la Valchiria contiene molti passi estrapolabili dal contesto e noti al grande pubblico. Nel Primo e Terzo Atto assistiamo a un ritorno in grande stile del canto, della melodia, persino di qualche pezzo chiuso (arie, duetti); ma nel Secondo si parla molto, per una larga parte è come una seduta di autoanalisi alla quale Wotan si sottopone, prima ripercorrendo quanto accaduto col pretesto di narrarlo a Brünnhilde, poi confrontandosi con la propria funzione giuridica, cioè con Fricka. Wagner in questo assoluto capolavoro (uno dei suoi massimi risultati, insieme a Maestri cantori e a Parsifal) fa una scoperta grandissima: l’inconscio (la dimensione umana meno legata alla Zivilisation) come soggetto dell’intreccio e della trama musicale. In questo senso va letto il Secondo Atto, ma anche il mutuo e muto riconoscimento tra Sieglinde e Siegmund nel Primo. Ancora una volta, in essi riconosciamo appendici, estensioni di Wotan. Rappresentano il suo côté selvaggio, avverso al contratto sociale. Non dimentichiamo che il dio si e` allontanato dal Walhalla, vive nascosto nella foresta, rifiuta le regole borghesi della casa, della famiglia, della rispettabilità. E poi ci sono le valchirie, esseri che provocano lotte, guerre e scontri per individuare tra i morti gli eroi da condurre in paradiso e così formare un altro esercito presunto invincibile. Ai prescelti, anche attraverso la loro musica gloriosa, vuota, vana, esse promettono una beatitudine perfetta ed eterna, un po’ come si fa con gli attentatori suicidi nelle guerre cosiddette “sante”. Non è forse anche questa una storia di oggi, che conosciamo, che viviamo sulla nostra pelle?». Graham Vick
Giovedì 21
febbraio alle ore 17.30 debutta nella Stagione 2013 del Teatro Massimo, “Die Walküre” di Richard
Wagner secondo appuntamento con la Tetralogia per l’omaggio al compositore
tedesco nel bicentenario della nascita. “Die Walküre” va in scena dopo quasi un
mese dall'inaugurazione con “Das Rheingold” che ha raccolto calorosi e unanimi
consensi dal pubblico e dalla critica soprattutto per la regia di Graham Vick, uno
dei più importanti registi di teatro musicale di oggi, particolarmente legato
al Teatro Massimo. Anche questa volta le scene e i costumi sono di Richard
Hudson, i movimenti mimici di Ron Howell e le luci di Giuseppe Di Iorio. Sul
podio dell'Orchestra del Massimo il finlandese Pietari Inkinen.
Fra gli interpreti vocali, celebri specialisti di questo repertorio: Franz Hawlata come Wotan, Anna Maria Chiuri come Fricka e poi Lise Lindstrom nel ruolo della valchiria Brünnhilde e John Treleaven come Siegmund; Alexey Tanovitski è Hunding e Ausrine Stundyte è Sieglinde. Le otto valchirie sono: Brigitte Wohlfahrth (Gerhilde), Julia Borchet (Ortlinde), Nydia Palacios (Waltraute), Annette Jahns (Schwertleite), Nadine Weissbach (Helmwige), Kremena Dilcheva (Siegrune), Eva Vogel (Grimgerde), Manuela Bress (Roßweiße).
Fra gli interpreti vocali, celebri specialisti di questo repertorio: Franz Hawlata come Wotan, Anna Maria Chiuri come Fricka e poi Lise Lindstrom nel ruolo della valchiria Brünnhilde e John Treleaven come Siegmund; Alexey Tanovitski è Hunding e Ausrine Stundyte è Sieglinde. Le otto valchirie sono: Brigitte Wohlfahrth (Gerhilde), Julia Borchet (Ortlinde), Nydia Palacios (Waltraute), Annette Jahns (Schwertleite), Nadine Weissbach (Helmwige), Kremena Dilcheva (Siegrune), Eva Vogel (Grimgerde), Manuela Bress (Roßweiße).
Il “Ring”, interamente prodotto dal Teatro Massimo,
ritornerà poi in scena in autunno con le ultime due opere, “Siegfried” (19-30
ottobre) e “Götterdämmerung” (23 novembre – 4 dicembre).
TUTTE LE
RECITE AVRANNO INIZIO ALLE ORE 17.30
Die Walküre - Argomento
Atto I
Per sfuggire ai suoi inseguitori, Siegmund, figlio del
dio Wotan e di una dorma mortale, si è rifugiato nella casa dove Hunding vive
con la sposa Sieglinde. A loro il giovane narra la storia della propria vita:
dopo l’uccisione della madre e la misteriosa scomparsa della sorella gemella,
egli vagò con il padre per la foresta, sfuggendo ai ripetuti assalti della
nemica stirpe dei Neidinge. Un giorno anche il padre scomparve, senza lasciare
alcuna traccia. Da allora, Siegmund visse in dolorosa solitudine finché, per
salvare da ingiuste nozze una fanciulla, si scontrò coi parenti di lei, ma,
disarmato e sopraffatto, dovette fuggire. Così giunse nella loro casa. Dal
racconto, Hunding comprende di avere offerto ospitalità all’odiato nemico della
sua stirpe: egli sfida perciò Siegmund a duello mortale per la mattina
successiva e si allontana con Sieglinde. Ma la giovane, dopo avere addormentato
il marito con un sonnifero, torna da Siegmund, al quale rivela che il giorno
delle sue infelici nozze con Hunding, un viandante conficcò nel frassino, posto
al centro della casa, una spada destinata a dare vittoria a colui che avesse
avuto la forza di estrarla. Nel corso del colloquio i due giovani si scoprono
fratelli gemelli, Siegmund estrae la spada dal tronco e poi fugge con
Sieglinde.
Atto II
Nel suo ritiro fra le montagne, Wotan ordina a
Brünnhilde, la prediletta fra le valchirie – vergini guerriere, sue figlie – di
favorire Siegmund nell’imminente duello con Hunding. Fricka, protettrice del
matrimonio, va quindi a cercare Siegmund ma, indignata dall’amore incestuoso
che lo unisce alla sorella, ne reclama l’immediata punizione. Wotan, che non
può osteggiare la legittima richiesta di Fricka, ingiunge a Brünnhilde – dopo
averle manifestato il proprio sconforto sulla sorte futura degli dei – di
sacrificare Siegmund. Nel frattempo, i due giovani sopraggiungono: Sieglinde,
profondamente turbata, si accascia tra le braccia dello sposo. Appare quindi
Brünnhilde che annuncia a Siegmund la morte: egli verrà accolto nel Walhalla,
dove Wotan chiama a raccolta gli eroi caduti in battaglia. Quando però Siegmund
apprende che Sieglinde non potrà seguirlo, rifiuta la proposta: piuttosto che
abbandonare l’amata, egli la ucciderà, colpendo con lei la creatura che porta
in grembo. Commossa da tanto amore, Brünnhilde si ribella a Wotan e decide di
difendere Siegmund. Inizia il duello: la valchiria interviene in favore di
Siegmund ma, nell’istante in cui sta per uccidere Hunding, Wotan – apparso
all’improvviso – infrange la spada del figlio, che viene quindi sopraffatto e
muore. Brünnhilde fugge atterrita, portando con sé Sieglinde.
Atto III
Sul campo di battaglia le valchirie, per ordine di
Wotan, incitano gli eroi a uccidersi a vicenda, per selezionare i più valorosi
da portare nel Walhalla. Brünnhilde, in fuga da Wotan, implora soccorso per sé
e per Sieglinde. Sieglinde preferirebbe morire, sennonché, appreso dalla
valchiria che sta portando in grembo il figlio di suo fratello, fugge nella
foresta, portando i frammenti della spada e lasciando Brünnhilde ad affrontare
la rabbia del padre; Wotan la ripudia e la condanna a essere preda del primo
uomo che la sveglierà dal suo sonno. Brünnhilde supplica il padre di mitigare
la pena: che almeno una cintura di fiamme la protegga, cosicché soltanto un
eroe che non conosce la paura possa averla. Wotan cede, la addormenta con un
bacio e ordina a Loge, dio del fuoco, di circondarla con le sue fiamme.
DER RING DES NIBELUNGEN
Sagra
scenica in tre giornate e un prologo
Libretto e
musica di Richard Wagner
Direttore Pietari
Inkinen
Regia Graham
Vick
Scene e
costumi Richard Hudson
Movimenti
mimici Ron Howell
Luci Giuseppe
Di Iorio
Assistente
musicale Friedrich Suckel
Assistente
alla regia Lorenzo Nencini
Assistente
alle scene e ai costumi Elena Cicorella
Orchestra
del Teatro Massimo
Nuovo
allestimento
21 febbraio –
3 marzo 2013
Die Walküre
Siegmund John Treleaven
Hunding Alexei Tanovitski
Wotan Franz Hawlata
Sieglinde Ausrine Stundyte
Brünnhilde Lise Lindstrom
Fricka Anna Maria Chiuri
Gerhilde Brigitte Wohlfahrth
Ortlinde Julia Borchet
Waltraute Nydia Palacios
Schwertleite Annette
Jahns
Helmwige Nadine Weissbach
Siegrune Kremena Dilcheva
Grimgerde Eva Vogel
Roßweiße Manuela Bress
Giovedì 21 febbraio, ore 17.30 Turno
Prime
Domenica 24 febbraio, ore 17.30
Turno D
Mercoledì 27 febbraio, ore 17.30
Turno C
Venerdì 1 marzo, ore 17.30 Turno B
Domenica 3 marzo, ore 17.30 Turno F
Biglietti: da euro 15 a euro 125, in vendita
presso il botteghino del Teatro (aperto da martedì a domenica ore 9.30-17, tel.
0916053580/fax 0916053391 / [email protected]), sul sito www.teatromassimo.it o nelle prevendite autorizzate in
tutta Italia del circuito Amit-Vivaticket. Informazioni e prevendita 800 907080
(tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 17). Teatro Massimo – piazza Verdi 1
– 90138 Palermo