Mercoledì
30 gennaio 2013 ore 20.00 una serata speciale in ricordo della Shoah
È il terzo degli incontri previsti
nell’ambito di Costruttori di Armonie – esposizione nata dalla collaborazione tra la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, istituzione milanese privata non profit che sostiene l’alto artigianato, la Fondazione Antonio Stradivari di Cremona e la Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi (laVerdi) –
quello in programma mercoledì 30 gennaio 2013 ore 20.00 presso l’Auditorium
di Milano Fondazione Cariplo con ingresso gratuito.
L’evento, dal titolo
La musica della memoria, sarà una serata speciale in ricordo della Shoah
e avrà come grande protagonista Moni Ovadia, interprete dello spettacolo
che lo ha reso celebre, Cabaret Yiddish. Una straordinaria e trascinante
immersione nella lingua, musica e cultura ebraica per raccontare la condizione
universale dell’Ebreo errante, il suo essere senza patria, sempre e comunque. Accanto
a Ovadia, autore e interprete, i musicisti danno vita a una rappresentazione
basata sul ritmo, sull'autoironia e sulla capacità trasformis iptica. Ad
anticipare lo spettacolo, la proiezione de I violini di Amnon,
toccante filmato dedicato ai violini della memoria di Amnon Weinstein, il
liutaio israeliano che da decenni ricerca nel mondo, colleziona e restaura violini appartenuti a
musicisti morti o dispersi nella Shoah. Introduce
Paolo Bodini, Presidente della Fondazione Antonio Stradivari.
Uno
spettacolo, Cabaret Yiddish, che vive di un'alternanza continua di toni
e di registri linguistici, dal canto alla musica, dal racconto orale alla
fisicità della danza. È quello che Moni
Ovadia chiama il “suono dell'esilio, la musica della disperazione”: in una
parola, della diaspora. Nelle due parole del titolo si racchiude tutta la sua
magia irripetibile: è un cabaret in senso stretto – nel suo alternare brani
musicali e canti a storielle, aneddoti, citazioni – ma “sa di steppe e di
retrobotteghe, di strade e di sinagoghe”, perché dedicato a quella parte di
cultura ebraica di cui lo Yiddish è la lingua e il Klezmer la musica.
Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita. Dopo gli studi universitari e una laurea in Scienze politiche, ha dato avvio alla sua carriera d'artista come ricercatore, cantante e interprete di musica etnica e popolare di vari paesi. Nel 1984 comincia il suo percorso di avvicinamento al teatro, prima in collaborazione con artisti della scena internazionale, come Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Franco Parenti, poi proponendo se stesso come ideatore, regista, attore e capocomico di un "teatro musicale" assolutamente peculiare, in cui le precedenti esperienze si innestano nella sua vena di straordinario intrattenitore, oratore e umorista. Filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria è la tradizione composita e sfaccettata, il "vagabondaggio culturale e reale" proprio del popolo ebraico, di cui egli si sente figlio e rappresentante, quell'immersione continua in lingue e suoni diversi ereditati da una cultura che le dittature e le ideologie totalitarie del Novecento avrebbero voluto cancellare, e di cui si fa memoria per il futuro.
Per maggiori informazioni: www.laverdi.org