Il
premio è stato consegnato dal sindaco Gianni Alemanno giovedì 20 dicembre
durante il “Concerto di Natale”
È
la 15enne Malala Yousfazi – pakistana
divenuta celebre a 13 anni aver denunciato su un blog scritto per la BBC gli
abusi che i talebani perpetuano sui diritti delle donne, in particolare
impedendogli di studiare e di elevare la propria condizione materiale e
intellettuale – la destinataria del “Premio Roma per la Pace e l’Azione
Umanitaria 2012”. Il premio, giunto alla sua XIX edizione, è stato consegnato giovedì 20 dicembre dal sindaco Gianni
Alemanno insieme a Bruno Cagli Presidente-Sovrintendente
di Santa Cecilia e all’Amministratore Delegato di Enel Fulvio Conti, con la presentazione di Iole Cisnetto, durante il
tradizionale “Concerto di Natale” all'Auditorium Parco della Musica di Roma, che ha visto Lorin Maazel alla guida di Orchestra e Coro di Santa
Cecilia.
Malala Yousfazi è un bambina nata in Pakistan nel
1997, nella Valle dello Swat, dove alle donne è bandito il diritto allo studio.
Malala è divenuta celebre alla tenera età di 13 anni per la sua attività di denuncia
profusa da un blog scritto per la
BBC , nei confronti degli abusi che i talebani perpetuano sui
diritti delle donne, in particolare impedendogli di studiare e di elevare la
propria condizione materiale e intellettuale. In poco tempo Malala è diventata
punto di riferimento per migliaia di giovani di tutto il mondo che, idealmente,
insieme a lei si sono ribellati alla
violenza e all’estremismo dilagante, ritenendo che occorre sempre battersi per
la giustizia e per la dignità umana con mezzi pacifici. Il 9 ottobre di quest’anno, mentre Malala si
recava a scuola su un autobus, i talebani le hanno sparato alla testa: un truce
attentato contro un’adolescente colpevole solo di aver sostenuto con la forza
delle parole e della dignità il diritto allo studio delle giovani pakistane.
Ricoverata immediatamente nel nosocomio di Peshawar, è stata in seguito
trasportata in un ospedale di Londra, dove si sta lentamente riprendendo. La
storia di Malala è divenuta un simbolo della violenza contro le donne e della
lotta per l’accesso all’istruzione. La sua lotta pacifica ha ottenuto un
sostegno sempre crescente, a cui i talebani, non potendo più operare con la forza e la
violenza fisica, hanno risposto con l’emanazione di una fatwa. Nonostante la
giovane età, Malala ci ha mostrato quanto possa essere tenace la volontà di
esigere i propri diritti, non solo per un interesse personale, ma per il
benessere collettivo. L’istruzione è un impareggiabile strumento di
emancipazione e crescita per ogni essere umano, il cui accesso non può essere
soggetto a distinzioni tra uomini e donne. Bambine e bambini di tutto il mondo
devono poter frequentare la scuola per divenire donne e uomini più forti e più
liberi grazie alla conoscenza e al sapere. Questi sono i valori per cui si è battuta
Malala e per i quali è stata oggetto di questo vile attentato, ma anche di
attenzione crescente e di numerosi riconoscimenti: l’ex premier britannico
Gordon Brown ha promosso una campagna internazionale affinché Malala venga insignita con il Premio
Nobel per la Pace
2013. A un mese dall’attentato, il Presidente Pakistano ha indetto la “giornata
per Malala”, per dare un seguito alla mobilitazione suscitata dalla storia di
questa giovane ragazza. Anche Roma Capitale ha preso a cuore la causa di questa
giovane adolescente e la sua storia. A novembre, in occasione della Giornata
Mondiale contro la violenza sulle donne, l’Assemblea Capitolina le ha conferito
la cittadinanza onoraria. Per queste stesse ragioni, per la prova di coraggio e
per la sensibilità umanitaria e sociale dimostrate, rese ancora più forti dalla
giovane sua età, la Città
di Roma Capitale la insignisce del diciannovesimo Premio Roma per la Pace e l’Azione Umanitaria,
con l’intendimento e l’auspicio che il premio in denaro le consenta di
realizzare il suo sogno, contribuendo a dare forza alla battaglia da lei
intrapresa.