«Sento
la musica come parte essenziale della mia vita, ma la vita è anche altro:
andare al cinema, coltivare relazioni affettive e familiari. Tutto è necessario
per crescere: altrimenti, si resta degli artisti a metà»
Foto di Sandro Cerino |
In moltissimi lo conoscono come Benito Flores e, da qualsiasi
parte del mondo, seduti comodamente a casa propria, assistono ai suoi concerti,
partecipano ai suoi convegni e alle sue interviste, rilasciano commenti e
pagano, anche, per dimostrare l’apprezzamento.
Benito Flores alias Alessandro Marangoni: perché il
primo altro non è che il corrispettivo virtuale del secondo. Una vita
parallela, quella di Second Life,
nella quale il giovane pianista pavese si esibisce e riscuote successi proprio
come nella vita reale. Un modo innovativo di diffondere la musica che ha
permesso a Marangoni [dopo Lang Lang, il primo pianista classico a effettuare
l’esperimento, n.d.r.] di raggiungere
un ampio pubblico, soprattutto di giovanissimi, e di toccare le corde della
loro sensibilità con la musica “forte”, come Alessandro, prendendo in prestito
una definizione data da Quirino Principe, ama chiamare la musica classica.
Foto di Vanessa Zan |
«Mi
sono avvicinato quasi per gioco a Second
Life: un giorno mi sono detto “Perché non provare a divulgare la musica
“forte” (come la chiama Quirino Principe perché forte dà il senso di una musica
ricca di emozioni, di tradizioni, di cultura) a un pubblico nuovo?”. Pensavo
soprattutto ai ragazzi, ai giovani e, in effetti, sono molto contento del
risultato: ho riscontrato un grande interesse». Gli chiedo di spiegarci come
funziona questa realtà virtuale: «Mi collego da casa o da uno studio di
registrazione, attraverso un browser, e con dei microfoni attaccati al
pianoforte: suono in diretta ma al mio posto appare un avatar. Ho fatto anche
degli esperimenti: ad esempio, per un recital su Rossini, ho chiesto a dei
designer di creare un avatar con le sue sembianze, con delle animazioni e
un’ambientazione ricreate appositamente. La tecnologia può aiutare la
diffusione della musica, rappresenta un mezzo molto utile per divulgarla.
Perché non usufruirne?».
[...]
Adriana Benignetti
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