sabato 5 novembre 2011

"Alfonso Rendano. Opere per pianoforte" di Stefano Severini

Alfonso Rendano
Opere per pianoforte
Stefano Severini, pianoforte

Tactus/ TC 851801/DDD/2011
Durata: 56:20



“Alfonso Rendano: chi era costui?”

La domanda sorgerà spontanea in molti perché, seguendo un destino comune a tanti altri compositori, Rendano è stato, nel tempo, rilegato nel limbo dei “minori”. Assente (quasi del tutto) nei programmi delle sale concertistiche, sconosciuto al vasto pubblico, Alfonso Rendano (Carolei, 1853 – Roma, 1931) fu musicista esemplare nel panorama italiano strumentale del secondo Ottocento. Nato in un piccolo paese della provincia di Cosenza, bambino prodigio, egli fu ammesso a soli 10 anni al Conservatorio di Napoli, città nella quale studiò poi, privatamente, con Sigismund Thalberg. Fu proprio quest’ultimo, riconoscendone le doti straordinarie, a inviarlo a Parigi dove, grazie alla raccomandazione di Gioacchino Rossini, studiò con George Mathias. In Francia il notevole talento del giovane pianista fu rilevato e apprezzato, tanto da consentirgli l’inizio di una carriera concertistica internazionale. Rendano fu, però, anche compositore (aveva studiato a Lipsia con Carl Reinecke, tra gli altri); di lui rimangono un’opera (Consuelo), un Quintetto per pianoforte e archi, varie pagine minori per diversi organici ma, soprattutto, circa 70 pezzi per pianoforte, strumento da lui, comprensibilmente, privilegiato. È proprio alla produzione pianistica che la Tactus, etichetta specializzata nel repertorio classico nazionale, ha dedicato questo CD, inciso dall’ottimo marchigiano Stefano Severini, pianista ormai affermato sulla scena italiana ed europea.

Un’incisione – realizzata nella sala Fazioli di Sacile (Pordenone) su un omonimo pianoforte – che consentirà di scoprire un compositore ingiustamente dimenticato e di apprezzarne la sua formazione internazionale, la ricchezza melodica e armonica dei suoi brani e la sua scrittura pianistica, tecnicamente molto complessa (di chiara ascendenza lisztiana). Un’iniziativa lodevole, che scaturisce anche da un interesse mostrato verso il compositore calabrese dai mercati orientali (Cina e Giappone), grazie alla diffusione della sua musica che le “Giornate rendaniane” di Carolei hanno compiuto on-line.


Stefano Severini si dimostra interprete attento e sapiente; mette in luce, grazie a una tecnica notevole, il virtuosismo arduo e complesso di alcuni brani, ma, allo stesso tempo, grazie a un bel tocco, alla musicalità raffinata e al piacere evidente di suonare questi brani, il sentimentalismo di alcune pagine, la varietà ritmica e melodica di altre, l’eclettismo e i toni a volte ironici, a volte malinconici.


La riscoperta importante di un compositore, stimato tra gli altri da Franz Liszt, Anton Rubinstein e Hans von Bülow e l’incontro con un elegante pianista che, ne siamo certi, ci sorprenderà ancora con iniziative interessanti e apprezzabili.

Adriana Benignetti