sabato 14 maggio 2011

“Sul nome B.A.C.H. contrappunti con L’arte della fuga” in prima assoluta a Milano

15 giorni Sul nome B.A.C.H. a Milano


                                      
È un’opera corale il film firmato dal musicista, musicologo, nonché regista, Francesco Leprino e prodotto dallo studio Al Gran Sole. Sul nome B.A.C.H. contrappunti con L’arte della fuga, girato tra Italia e Germania, con una lavorazione durata tre anni (2008/2011), verrà presentato, in prima assoluta, domenica 15 maggio alle ore 18.30, con ingresso gratuito, presso l’Auditorium di Milano e, nell’arco di 15 giorni, in varie sedi della città (tra le quali Conservatorio, Triennale, La Scala Shop). 
Leprino ci guida alla scoperta della vita e dell’opera di Johann Sebastian Bach e, per farlo, si avvale della collaborazione di musicisti e studiosi di grande calibro. “Un viaggio in Germania, da Eisenach a Lubecca, sulle tracce di Bach, dentro una delle opere più emblematiche e assolute” è il sottotitolo del film e bene illustra l’idea alla base del progetto: un’indagine a 360° sul grande compositore, che ha come punto focale una delle sue principali composizioni, L’arte della fuga.

Johann Sebastian Bach (interpretato da Sandro Boccardi, con la voce di Bruno Ganz), ormai cieco, ci narra, in 115 minuti, come in un sogno la sua vita: ci sono le persone fondamentali nel suo cammino (il figlio Carl Philipp Emanuel, la moglie Anna Magdalena, il primo biografo Johann Nikolaus Forkel), interpretate da attori tra i quali Sonia Bergamasco e Arnoldo Foà, e i suoi superiori (il vescovo, il borgomastro, il direttore della scuola), simboleggiati da tre burattini. C’è la sua musica, che affiora, pian piano come un ricordo, e che viene interpretata dagli oltre 50 i musicisti, tra i quali ricordiamo Stefano Bollani, Maria Grazia Bellocchio, Gianluca Capuano, le formazioni Divertimento ensemble, il Trio Magritte. C’è L’arte della fuga, punto nodale di tutto il racconto, elaborata a cura dei compositori Ruggero Laganà e Alessandro Solbiati, che ripropongono l’opera per diversi organici. E ci sono, poi, le interviste a illustri studiosi che spiegano i diversi aspetti della figura di Bach, come in un virtuale convegno internazionale: Enrico Baiano, Alberto Basso, Hans Eberhard Dentler, Ton Koopman, Quirino Principe sono solo alcuni nomi.

L’ultimo contrappunto de L’arte della fuga, la fuga a tre soggetti lasciata incompleta, in cui ricorre il nome Bach ( b.a.c.h. = sib, la, do, si), viene elaborata da Alessandro Solbiati ed eseguita dal Quartetto Prometeo: ma è Stefano Bollani a chiudere idealmente il cerchio, improvvisando, mentre scorrono i titoli di coda, sul primo contrappunto dell’opera.

L’intento del film viene così descritto da Francesco Leprino, sul sito dello studio Al Gran Sole«Beethoven diceva che Bach non era un ruscello ma un mare. La musica di Bach sta a un piccolo film come un oceano sta a un guscio di noce: non potendo in alcun modo esservi contenuta, se ne può cogliere solo la sua decantazione e la sua astrazione. L’arte della fuga, senza apparente destinazione strumentale e senza un nome (il suo titolo fu apposto probabilmente dal figlio C. Ph. Emanuel o da Marpurg) è lasciata incompiuta da Bach e costituisce, insieme alle ultime, per certi versi enigmatiche, opere (L’offerta musicale, le Variazioni Goldberg, le Variazioni canoniche…), un cosciente testamento per il futuro, per l’eternità. La fuga, per sua natura musicale, è un motore perpetuo, che non ha fine, per cui solo un’interruzione brusca può porvi termine. La sua incompiutezza è indice della sua smisurata compiutezza. Il pensiero che viene trasferito sulla carta e ritorna alla mente di chi “legge” diventa così la sintesi perfetta del genio di Bach e della musica stessa. E come per magia può essere racchiusa in quel picciol vaso che è la lanterna magica del cinema, in cui troveranno posto anche le tante vicende e i tanti luoghi vissuti da Bach. L’altra sfida è quella di calare questo pensiero musicale, destinato probabilmente alla sola tastiera, nella matericità e concretezza dei colori di tutti gli strumenti possibili, come un gigantesco clavier à lumière, quasi a renderlo tangibilmente e prepotentemente visibile a tutti».

Per maggiori informazioni e per l’elenco completo delle date, sedi e orari: 02.7381785 o http://www.gransole.net/

Adriana Benignetti