mercoledì 18 maggio 2011

Jussi Björling

100 anni fa nasceva il celebre tenore svedese

Jussi Björling 
(Foto: themusicstories.com)

Nel settembre del 1960, a soli 49 anni, si spegnava nella sua residenza estiva di Siarö   uno tra i più grandi tenori del Novecento, Jussi  Björling  (Borlänge, 5 febbraio 1911 – Siarö, 9 settembre 1960) . Ammirato per la musicalità innata e per le notevoli qualità interpretative – «Ha la dolcezza di Gigli e la potenza di Caruso» titolarono i giornali all’indomani della sua esibizione, nel 1936, alla Staatsoper di Vienna – fu considerato un modello anche da Luciano Pavarotti che su di lui così si espresse: «Quando inizio a preparare una nuova opera, in primo luogo ascolto come l’ha eseguita Jussi Björling: la sua voce era unica ed è il suo percorso che desidero seguire».

Figlio di una pianista professionista, Ester, e di un tenore, Karl David, Johan Jonatan, detto Jussi, nacque a Stora Tuna, in Svezia, il 5 febbraio del 1911. Avvicinatosi alla musica classica grazie ai genitori, formò, giovanissimo, con il padre e i fratelli Olle e Gösta, il Björling Male Quartet, che dal 1916 al 1926 effettuò numerose tournée in Svezia e negli Stati Uniti. La morte improvvisa e ravvicinata di entrambi i genitori segnò profondamente il carattere del ragazzo che soltanto grazie al canto ritrovò la voglia di vivere. Nel 1928 iniziò a esibirsi come cantante solista – per necessità economiche anche nell’ambito della musica leggera con lo pseudonimo di Erik Odde – riuscendo a iscriversi con i primi guadagni al Reale Conservatorio di Stoccolma e a studiare con John Forsell l’opera tedesca, con Joseph Hislop l’opera francese e con Tullio Voghera quella italiana: determinante fu anche l’incontro con Nils Grevillius che rimarrà per sempre il suo insegnante prediletto.

A 17 anni, Jussi si esibì alla presenza del re di Svezia, Gustavo V , suscitando in lui una forte impressione per la voce già straordinariamente sicura e timbrata. Nel 1930, a soli 19 anni, ci fu il debutto ufficiale al Teatro Reale dell’Opera di Stoccolma nel ruolo del Lampionaio in Manon Lescaut e, pochi mesi dopo, nel ruolo di Don Ottavio nel Don Giovanni di Mozart. In pochi anni Jussi conquistò prima l’Europa e poi l’America, dove esordì, nel 1938, ne La Bohème al Metropolitan di New York. Amatissimo negli Stati Uniti, ebbe poca popolarità in Italia, dove cantò solamente tre volte: nel 1943 a Firenze (ne Il trovatore) e nel 1946 e nel 1951 alla Scala di Milano (in Rigoletto e in Un ballo in maschera).

Nel 1958 in Svezia, durante il I atto della Tosca venne sostituito per un improvviso malessere, prima grave défaillance della sua trentennale carriera. Tuttavia, da quest’episodio si riprese in fretta e il 1959 fu, per lui, un anno felice coronato anche dalla vittoria del Grammy per la registrazione Björling nell’opera. Nell’aprile del 1960, alla fine del I atto di Bohème al Covent Garden di Londra, alla presenza della regina Elisabetta, ebbe un attacco di cuore; ripresosi, dopo un lungo intervallo, volle ugualmente terminare la recita. Continuare a cantare nonostante il parere contrario dei medici: pochi mesi dopo morì. Oltre 50 i ruoli ricoperti da Björling e numerosissime le sue incisioni discografiche, tra le quali ricordiamo la Jussi Björling Live: Broadcast Concert 1937-1960 della West Hill Radio Archives e la Jussi Björling Collection della Naxos giunta per ora all’ottavo volume. Esiste, inoltre, un’autobiografia pubblicata a Stoccolma nel 1945: Jussi: boken om sorebror.



Adriana Benignetti