(Foto: giuseppeverdi.it) |
Un giorno di
regno (Il finto Stanislao)
Melodramma giocoso in due atti
Musica
Giuseppe Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 –
Milano, 27 gennaio 1901)
Libretto
Felice Romani (Genova, 31 gennaio 1788 – Moneglia, 28
gennaio 1865), da Le faus Stanislas di
A. V. Pineau-Duval
Prima rappresentazione
Milano, Teatro alla Scala, 5 settembre 1840
Personaggi
Il cavaliere Belfiore, sotto il nome di Stanislao re
di Polonia (baritono)
Il barone di Kelbar (basso)
La marchesa del Poggio, giovane vedova, nipote del
barone e amante del cavaliere (soprano)
Giulietta di Kelbar, figlia del barone e amante di
Edoardo (mezzosoprano)
Edoardo di Sanval, giovane ufficiale (tenore)
Il signor La Rocca, tesoriere degli stati di Bretagna,
zio di Edoardo (basso)
Il conte Ivrea, comandante di Brest (tenore)
Delmonte, scudiere del finto Stanislao (tenore)
Camerieri e cameriere, vassalli del barone
Trama
Atto I
Nel castello del barone di Kelbar si festeggiano
due matrimoni: quello tra sua figlia Giulietta e il tesoriere La Rocca e quello
fra la marchesa del Poggio e il conte Ivrea, comandante di Brest. Ospite di
Kelbar è il re di Polonia, Stanislao ovvero il cavalier Belfiore, ex amante
della marchesa, che si è prestato alla finzione per consentire al vero monarca
di combattere i suoi nemici in incognito. Nel frattempo Edoardo di Sanval,
nipote del tesoriere e amante di Giulietta, è disperato e chiede a Stanislao di
poterlo accompagnare in Polonia. La marchesa del Poggio, giunta al castello,
vuole aiutare i due giovani al pari del finto re, che offre al tesoriere un
importante incarico se rinuncia alle nozze. La marchesa riconosce Belfiore ma, vedendosi
ingannata da lui, decide di mettere alla prova il suo amore fingendo di volersi
sposare con il Conte.
Quando il barone cerca La Rocca per siglare
il contratto nuziale, questi rifiuta e tra i due scoppia un litigio furibondo.
Accorre la marchesa con Edoardo e Giulietta, e compare anche il re, indignato
per il troppo chiasso. Il barone è costernato per la figuraccia fatta coll’illustre
ospite. Soltanto l’ingresso di quest’ultimo, lo fa recedere dal proposito di
uccidere La Rocca.
Atto
II
Edoardo confida ai servitori la sua
tristezza. Il finto Stanislao, venuto a conoscenza del fatto che l’ostacolo
maggiore al matrimonio fra Giulietta e Edoardo consiste nella povertà di quest’ultimo,
decreta che il tesoriere La Rocca ceda a suo nipote un castello e una rendita.
In separata sede, la marchesa del Poggio e il sedicente re si affrontano in una
serie di schermaglie. Delusa dall'apparente indifferenza di lui, la marchesa
giunge davvero a promettersi al Conte, con la sola riserva di potersi liberare
dalla promessa se il cavalier Belfiore si fosse presentato entro un'ora. Quest’ultimo
ha, però, già escogitato un’idea contro questa promessa: dichiara, infatti, di
dover partire immediatamente e di dover portare con sé, per segretissime
ragioni di stato, il conte Ivrea. Questo conduce Edoardo, ha giurato di seguire
il re in Polonia, nella disperazione più totale.
In extremis una lettera del vero
Stanislao libera Belfiore dal suo impegno: il re ha ottenuto l'appoggio della
Dieta, e non avendo più bisogno dei suoi servigi, nomina Belfiore maresciallo.
Prima di leggerla però egli ordina che sia celebrato immediatamente il
matrimonio fra Giulietta ed Edoardo. Quindi si dichiara fedele alla Marchesa.
Vengono sì, celebrati due matrimoni, ma
con mariti diversi. Tripudio generale.
Adriana Benignetti