I Lombardi alla prima crociata
Dramma
lirico in quattro atti
Musica
Giuseppe Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio
1901)
Libretto
Temistocle Solera (Ferrara, 1815 – Milano, 1878), dall’omonimo
poema di Tommaso Grosso
Prima rappresentazione
Milano, Teatro alla Scala, 11 febbraio 1843
Personaggi
Arvino, tenore
Pagano,
basso
Viclinda,
soprano
Giselda,
soprano
Pirro, basso
Un
priore della città di Milano, tenore
Acciano,
basso
Oronte,
tenore
Sofia, soprano
Cittadini,
claustrali, sgherri, ambasciatori, crociati, pellegrini, schiave
La scena si svolge a Milano (atto I)
ad Antiochia e vicinanze (atto II), a Gerusalemme (atto III e atto IV), tra il 1095
e il1097
ATTO
I
La
vendetta
L’azione si svolge a Milano tra il
1097 e il 1099
Nella
chiesa di Sant’Ambrogio i cittadini sono riuniti per festeggiare il rito del
perdono concesso da Arvino al fratello Pagano che in passato lo aveva aggredito
in uno scatto di gelosia per amore della bella Viclinda, ora moglie di Arvino.
Dopo lunghi anni di esilio, Pagano ritorna a Milano. I cittadini se ne
rallegrano, ma al pentimento non credono né Arvino, né Viclinda, né la figlia
Giselda. Il priore annuncia che Arvino sarà condottiero dei crociati lombardi
in Terrasanta. Rimasto solo con lo scudiero Pirro, Pagano rivela il suo rancore
per la cognata e il suo odio per il fratello, che decide di uccidere chiedendo
la complicità di Pirro e di alcuni sgherri. Intanto nel palazzo di Folco, padre
di Arvino e Pagano, Viclinda e Giselda temono l’avverarsi di un’orribile
sciagura e fanno voto di recarsi pellegrine a Gerusalemme a pregare sul Santo
Sepolcro. Arriva Pirro dicendo a Pagano che può agire in quanto suo fratello si
è coricato; Pagano entra in azione e uccide il padre credendo di colpire
Arvino. Pagano, inorridito, invoca su di sé la maledizione di Dio. Giselda si
oppone all’uccisione di Pagano, dicendo che l’unico castigo che merita è il
rimorso.
ATTO
II
L’uomo
della caverna
Per espiare, Pagano si è recato in pellegrinaggio in Terrasanta, dove vive da
eremita; vi giunge anche Arvino, il quale si è posto a capo dei crociati
lombardi. La figlia di Arvino, Giselda, si trova in Antiochia, prigioniera nel
palazzo del tiranno Acciano; un amore corrisposto lega la fanciulla a Oronte,
figlio di Acciano. Non riconosciuto dal fratello, Pagano incoraggia i crociati
e fa in modo che Arvino non perda la speranza di ritrovare Giselda, una volta
conquistata Antiochia. I crociati liberano la fanciulla, che alla vista dei
soldati insanguinati, temendo che anche a Oronte sia toccata la stessa sorte,
maledice il trionfo cristiano. Arvino, giunto in quel momento, ripudia la
figlia e tenta di ucciderla. Interviene l’eremita prendendo le difesa della donna,
colpevole solo di essere innamorata.
ATTO III
La
conversione
Arvino, appreso che Oronte non è morto, decide di separarlo dalla figlia e,
avendo sentito che Pagano si aggira nei pressi, si ripromette di punirlo.
Intanto Giselda ha ritrovato Oronte ferito, e con lui si reca in una grotta;
qui l’uomo viene battezzato da Pagano, prima di morire fra le braccia
dell’amata.
ATTO IV
Il
Santo Sepolcro
Grazie a Pagano, Arvino e Giselda si ritrovano e spronano le truppe lombarde a
combattere con coraggio. Infuria la battaglia per la conquista di Gerusalemme:
i crociati, i pellegrini e le donne implorano l’aiuto divino. Alla battaglia
partecipa uno sconosciuto che si copre di gloria. Ferito a morte viene portato
alla tenda di Arvino, che infine riconosce in lui Pagano e gli concede il
proprio perdono. Prima di morire, Pagano può ancora rallegrarsi di veder
sventolare la bandiera cristiana su Gerusalemme liberata.
Fonti:
giuseppeverdi200.gov.it
Dizionario dell’opera 2002 a cura di Piero
Gelli, Baldini&Castoldi, Milano 2001
Adriana Benignetti