Giovedì 2 aprile alle ore 11.00, alle
Sale Apollinee, la cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento. Sempre giovedì, alle ore 20.00
(e in replica sabato alle 17.00), Temirkanov dirigerà l’Orchestra del Teatro
Veneziano. In programma musiche di Haydn, Šostakovič e Brahms
A Yuri
Temirkanov, uno dei maggiori direttori viventi, da 27 anni alla testa dell’Orchestra
Filarmonica di San Pietroburgo con cui debuttò nel 1967 e protagonista alla
Fenice di molti indimenticabili concerti nel corso degli ultimi vent’anni, la
Fondazione Teatro La Fenice dedicherà giovedì 2 aprile 2015 due appuntamenti di
grande rilievo.
Alle ore
12.00
presso le Sale Apollinee a Yuri Temirkanov sarà consegnato il Premio «Una vita
nella musica», fondato nel 1979 da Bruno Tosi per celebrare le personalità più
illustri della scena musicale internazionale, e giunto nel 2015 alla sua
ventottesima edizione. Il nome del maestro russo si aggiungerà così a quelli di
Arthur Rubinstein, Andrés Segovia, Karl Böhm, Carlo Maria Giulini, Yehudi
Menuhin, Mstislav Rostropovič, Gianandrea Gavazzeni e Franco Ferrara, Nathan
Milstein, Leonard Bernstein e Francesco Siciliani, Nikita Magaloff, Isaac
Stern, Maurizio Pollini, Raina Kabaivanska e Luca Ronconi, Salvatore Accardo,
Claudio Abbado, Carla Fracci e Renzo Piano, Ruggero Raimondi, Pier Luigi Pizzi,
Zubin Mehta, Alfred Brendel, Claudio Scimone e I Solisti Veneti, Daniel
Barenboim, Carlo Bergonzi, Gidon Kremer, Aldo Ciccolini, Myung-Whun Chung,
Salvatore Sciarrino: un albo d’oro di assoluto prestigio che conferma la
levatura del Premio e ne fa uno dei simboli riconosciuti dell’incontro tra la
città di Venezia e la grande musica.
Organizzato dalla Fondazione Teatro La
Fenice e coordinato da un comitato scientifico formato da Mario Messinis (presidente),
Oreste Bossini, Massimo Contiero, Andrea Estero, Giampaolo Minardi, Giorgio
Pestelli e Francesca Valente, il prestigioso riconoscimento veneziano comprende
dal 2013 una sezione «Nuove generazioni», con tre premi destinati ad artisti e
studiosi under 45 (35 per gli interpreti) che si siano distinti nell’ambito
della composizione, dell’interpretazione e della ricerca musicologica. Accanto
a Yuri Temirkanov riceveranno così il Premio «Una vita nella musica - Giovani»
il Quartetto Noûs che si esibirà in un breve programma concertistico con
musiche di Čajkovskij, il compositore Emanuele Cella e il musicologo Francesco
Ceraolo, nel corso di una cerimonia che vedrà la consegna a Yuri Temirkanov di
un piatto in vetro artistico di Murano con decorazione in foglia d’oro e ai
giovani premiati di tre premi in vetro tutti realizzati dal Consorzio
Promovetro Murano.
A Yuri Temirkanov verrà inoltre
consegnata Ondina (2015), un’opera in
vetro soffiato offerto da Massimo Micheluzzi, artista veneziano di fama
internazionale. Il generoso dono del maestro Micheluzzi è stato reso possibile
grazie alla mediazione culturale della dottoressa Francesca Valente, a nome del
Comitato scientifico che desidera associare il Premio a un oggetto artistico
che celebri Venezia anche sul piano dell’arte contemporanea.
A coronamento della giornata, giovedì sera alle 20.00 Yuri Temirkanov
dirigerà in Sala Grande un concerto sinfonico con l’Orchestra del Teatro La
Fenice, che si aprirà con terza delle dodici sinfonie londinesi di Franz Joseph
Haydn, la Sinfonia in sol maggiore Hob.
I: 94 detta La sorpresa (1792), e
proseguirà con il Concerto per
pianoforte, orchestra d’archi e tromba in do minore op. 35 di Dmitrij
Šostakovič, composto a Leningrado nel 1933 e interpretato dal ventunenne
pianista goriziano Alexander Gadjiev, vincitore nel 2013 della 30ª edizione del
Premio Venezia, e da Piergiuseppe Doldi, prima tromba dell’Orchestra del teatro
veneziano. La seconda parte della serata sarà interamente dedicata alla Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73
di Johannes Brahms, composta a Baden-Baden
nel 1877 e talora considerata come la «Pastorale» di Brahms.
Il concerto costituirà l’ottavo
appuntamento della Stagione sinfonica 2014-2015, e sarà replicato sabato 4 aprile alle ore 17.00 (turno
U). L’esecuzione del 2 aprile (turno S) sarà preceduta alle 19.20 nelle Sale
Apollinee da un approfondimento del programma musicale a cura del musicologo
Roberto Mori, a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Affrancato dai vincoli con i principi
Esterházy, Franz Joseph Haydn approda a Londra nel 1791. Accolto con
eccezionale calore fin dal primo concerto, nel corso dei due soggiorni
londinesi compone dodici straordinarie sinfonie alcune delle quali ricevono
soprannomi evocatori: Surprise, Miracle, Military, The Clock, Drum Roll. Nel caso della Sinfonia n.
94, i due appellativi (La sorpresa
nei paesi anglosassoni e Colpo di timpano
in quelli di lingua tedesca) derivano dal fortissimo
di tutta l’orchestra rinforzato dal timpano che caratterizza il secondo
movimento. Eseguita per la prima volta il 23 marzo 1792 sotto la direzione del
compositore, è la terza delle sinfonie «londinesi» e si articola in un Vivace
assai preceduto da un Adagio cantabile introduttivo, un Tema con variazioni, un
Minuetto che ricorda i Ländler
tedeschi, e uno scattante Allegro di molto conclusivo.
La produzione concertistica di Dmitrij
Šostakovič comprende due composizioni dedicate al pianoforte, due al violino e
due al violoncello. La stesura del Concerto in do minore per pianoforte, tromba
e orchestra op. 35 risale al 1933, nel pieno di una crisi espressiva del
musicista iniziata dopo la Lady Macbeth
e che troverà un parziale superamento con la Sinfonia n. 4. Lavoro di grande
eclettismo tecnico ed estetico, oscillante tra adesione alla tradizione
romantica e sarcasmo graffiante, questo concerto dall’organico quasi
cameristico, con il pianoforte accompagnato dai soli archi e dai ‘commenti’
della tromba concertante, è una sorta di mosaico realizzato in buona parte con
autoimprestiti e rimandi a temi di altri autori (primo tra tutti Beethoven, con
l’incipit dell’Appassionata) e a
melodie popolari entro una cornice rapsodica. Il risultato è un eccentrico divertissement musicale che Šostakovič,
dopo la prima esecuzione a Leningrado (15 ottobre 1933), difenderà rivendicando
«il diritto di ridere della musica seria».
La composizione della Prima Sinfonia
aveva richiesto a Johannes Brahms una lunga gestazione: quasi un quindicennio
di dubbi e rielaborazioni. La Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 nasce invece
quasi di getto durante l’estate del 1877. La prima esecuzione a Vienna, il 30
dicembre 1877, con i Wiener Philharmoniker diretti da Hans Richter, riceve
accoglienze trionfali, ma al di fuori della capitale dell’impero
austro-ungarico l’opera viene accusata di essere ‘leggera’ e poco
beethoveniana. Si inizia così a considerare la Seconda Sinfonia la ‘pastorale’
di Brahms, e lo stesso autore la definisce «una piccola sinfonia, gaia,
assolutamente innocente», salvo poi contraddirsi in una lettera all’editore
Simrock: «Non ho mai scritto nulla di altrettanto triste». Considerata la
diversità dei punti di vista e delle definizioni («pastorale», come s’è detto,
ma anche «mozartiana», «sinfonia viennese», «l’ultima di Schubert», «una suite
di valzer»), sembra esserci qualcosa di peculiare e allo stesso tempo
inafferrabile nel carattere di questo lavoro. Al di là delle etichette, gli
spunti lirici e gli echi pastorali che si possono cogliere nel trattamento dei
fiati coesistono con la struggente malinconia romantica che emerge dalla
cantabilità degli archi, in particolare dei violoncelli. Quanto ai mezzi
formali, Brahms concilia la monumentalità con la sensibilità intimista, e trova
una propria strada e una nuova espressività percorrendo consapevolmente la via
‘costruttivista’ del classicismo impersonato da Haydn, Mozart e Beethoven.
Così, se i legami con la tradizione sono evidenti nell’articolazione in quattro
movimenti, la forma sonata che rappresenta l’ossatura formale del primo e del
quarto tempo è trattata con la più ampia libertà.
Dal 1988 Yuri Temirkanov è direttore artistico e direttore principale
dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, con cui effettua regolarmente
importanti tournée internazionali e registrazioni discografiche. Vincitore nel
1966 del prestigioso Concorso pansovietico di direzione d’orchestra, è subito
invitato da Kirill Kondrašin a effettuare una tournée in Europa e negli Stati
Uniti con l’Orchestra Filarmonica di Mosca e il violinista David Ojstrach. Nel
1967 debutta con la Filarmonica di San Pietroburgo, nel 1968 è nominato
direttore principale dell’Orchestra Sinfonica di Leningrado e nel 1976 diviene
direttore musicale del Teatro Kirov, carica che mantiene fino al 1988, con
leggendarie produzioni di Evgenij Onegin
e La dama di picche. Nel 1977 debutta
a Londra con la Royal Philharmonic Orchestra, divenendone dapprima direttore
ospite principale e poi, dal 1992 al 1998, direttore principale. È stato
inoltre direttore ospite principale dei Dresdner Philharmoniker (1992-1997) e
della Danmarks Radio SymfoniOrkestret (1998-2008), e direttore musicale della
Baltimore Symphony Orchestra (2000-2006). Direttore ospite principale del
Teatro Bol’šoj fino al 2009, dal 2010 al 2012 è stato direttore musicale del
Teatro Regio di Parma. Le sue numerose incisioni comprendono collaborazioni con
la Filarmonica di San Pietroburgo, la New York Philharmonic, la Danmarks Radio
SymfoniOrkestret e la Royal Philharmonic, con cui ha registrato l’integrale dei
balletti di Stravinskij e delle sinfonie di Čajkovskij. Su sua iniziativa, dal
1999 San Pietroburgo ospita nel periodo natalizio il Festival invernale
internazionale «Piazza delle Arti»: punto focale dell’edizione 2013 è stato la
celebrazione del 75° compleanno di Yuri Temirkanov e del 25° anniversario della
sua nomina a direttore principale della Filarmonica di San Pietroburgo. Yuri
Temirkanov ha ricevuto numerosi riconoscimenti in Russia, tra cui i quattro
gradi dell’Ordine al merito per la Patria. In Italia ha ricevuto due Premi
Abbiati (2003 e 2007), il titolo di «direttore dell’anno» (2003), il titolo di
Commendatore dell’Ordine della stella d’Italia (2012) e il Premio Arturo
Benedetti Michelangeli (2014).
(comunicato stampa)