sabato 22 novembre 2014

Stagione Lirica, Concertistica e di Balletto 2014/2015 della Scala

Inaugurazione il 7 dicembre con “Fidelio”, 8 nuove produzioni di opera, 3 nuove produzioni di balletto, dal 1° gennaio 2015 nuovo Direttore Principale (Riccardo Chailly) e dal 1° maggio 2015, per Expo, 6 mesi ininterrotti di grande musica

Il Fidelio che andrà in scena il 7 dicembre costituisce l’ultimo impegno di Daniel Barenboim come Direttore Musicale e apre una stagione di svolta per il Teatro alla Scala di Milano. 

Da settembre si è insediato il nuovo Sovrintendente Alexander Pereira e dal 1° gennaio 2015 Riccardo Chailly assumerà la carica di Direttore Principale. Inoltre, il Ministero dei Beni e delle attività Culturali ha riconosciuto l’Autonomia della Fondazione, un risultato a lungo atteso che pone le basi su cui costruire lo sviluppo del Teatro negli anni a venire.

È quindi una Scala profondamente rinnovata quella che si presenta all’appuntamento di Expo 2015 con una stagione senza precedenti, segnata da un netto aumento del numero di nuove produzioni di opera (8) ma anche di balletto. Dal 1° maggio, giorno in cui Riccardo Chailly dirigerà Turandot di Puccini con il finale di Luciano Berio per l’inaugurazione di Expo, la Scala resterà aperta ogni sera per sei mesi con una programmazione straordinaria che include 122 serate d’opera, 62 di balletto e 86 concerti.

Stagione d’Opera

Fidelio di Ludwig van Beethoven – dal 7 dicembre 2014 –  nuova produzione

A inaugurare la nuova Stagione è Fidelio di Ludwig van Beethoven, ultimo impegno in veste di Direttore Musicale per Daniel Barenboim che corona così un imponente ciclo beethoveniano che nel corso degli anni ha compreso le Sinfonie, i Concerti in veste di direttore e pianista e – come pianista – l’integrale delle Sonate. Grande attesa per le scelte della regista inglese Deborah Warner, che aveva incantato qualche anno fa con una meravigliosa messa in scena di Morte a Venezia di Britten. È ben riposta anche la difficoltà canora del capolavoro, con un cast di nomi importantissimi della lirica internazionale. Lo spettacolo è inserito nel palinsesto “Milano Cuore d’Europa” promosso dal Comune di Milano in occasione del semestre di presidenza italiana dell’UE: nessun titolo avrebbe potuto meglio rappresentare i valori e la cultura dell’Europa.

Die Soldaten di Bernd Alois Zimmermann – dal 17 gennaio 2015 – nuova produzione in coproduzione con Festival di Salisburgo

Un modernissimo testo teatrale del Settecento, divenuto un formidabile monumento del modernismo musicale del Novecento. È un’opera che vive: in cinquant’anni Die Soldaten ha avuto molti allestimenti dopo la prima assoluta del 1965. Nel mitico testo di Jakob Lenz (1751-92), ambientato nella Francia prima della Rivoluzione, traumatizzata dalla guerra, vi si uniscono le illusioni del riscatto sociale e la denuncia dell’irresponsabilità maschile, col solito conto di sangue e sofferenze pagato da tutti, donne e uomini. Il geniale eclettismo di Bernd Alois Zimmermann (1918-70) fonde complessità modernistiche, recitativi, jazz ed elettronica, per descrivere, con una musica

ricca di grande forza emotiva, la confusione mentale dei protagonisti e l’accumularsi delle tante catastrofiche storie parallele. Imponente lo spettacolo di Alvis Hermanis, applauditissimo a Salisburgo con cui la Scala l’ha coprodotto, dall’impatto molto forte per le immagini, le simbologie e l’umana degradazione. Torna Laura Aikin in un cast da sogno, in cui c'è anche il ritorno di Gabriela Beňačková.

L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi – dal 1 febbraio 2015 – nuova produzione in coproduzione con Opéra National de Paris

Robert Wilson, icona della scena contemporanea, riporta alla Scala il suo teatro fatto di stilizzazione, suprema eleganza ma anche ironia, tenerezza e tagliente lucidità. Con ancora negli occhi l’Ade che si schiudeva con fasce d’ombra nell’Orfeo, le stilizzazioni arcaiche del Ritorno di Ulisse in Patria, Wilson completa per la Scala la “trilogia” monteverdiana con l’ultima sua opera: L’incoronazione di Poppea, scritta nel 1642, agli esordi dell’opera, per uno dei primi teatri pubblici di Venezia. Per attirare un gran pubblico, il geniale librettista-contestatore Gian Francesco Busenello scrisse una storia di sesso e potere che pare una fiction attuale, di quelle che fanno audience. Nella storia della musica è il primo titolo “storico”, che parla di personaggi realmente vissuti (Nerone, Seneca) come di un tema eterno dell’umana realtà: l’arrampicatrice sociale che usa le sue arti amatorie con un potente per strapparlo alla moglie e ai buoni consiglieri e diventare imperatrice. Torna la direzione di Rinaldo Alessandrini per affrontare quest’opera tutta da ricostruire perché Monteverdi la lasciò manoscritta, con nude linee di canto, senza armonie e strumentazione, a parte qualche ritornello.

Aida di Giuseppe Verdi – dal 15 febbraio 2015 – nuova produzione

Sospesa tra il gigantismo e la solitudine, un esotismo spettacolare e un’orchestrazione seducente e modernissima, Aida è un titolo centrale nella programmazione di un grande Teatro. Alla Scala, dopo la sfarzosa proposta zeffirelliana per il 7 dicembre 2006 e la ripresa dell’edizione storica, sempre di Zeffirelli, con le scene dipinte magistralmente da Lila De Nobili, la sublime fiaba archeologica senza lieto-fine viene presentata nel nuovissimo spettacolo di un gigante del teatro contemporaneo come Peter Stein. Il regista tedesco naturalizzato italiano, che ha anche una formazione musicale (suonava il violino), ha promesso “eine ganz intime Aida”, un’Aida totalmente intima. Per l’opera lirica per eccellenza torna sul podio scaligero Zubin Mehta, che generosamente sostituisce il grande Lorin Maazel recentemente scomparso.

Lucio Silla di Wolfgang Amadeus Mozart – dal 26 febbraio 2015 – nuova produzione in coproduzione con Fondazione Mozarteum e Festival di Salisburgo

È insieme a Mitridate re del Ponto e ad Ascanio in Alba una delle tre opere serie composte da Mozart per Milano. Il genio austriaco compose a sedici anni questa delizia belcantistica dedicata al generale e dittatore dell’antica Roma: Lucio Silla andò in scena il 26 dicembre 1772, quando ne aveva quasi diciassette. Era la terza opera che Amadé faceva rappresentare al Regio Ducal Teatro (bruciato dolosamente e raso al suolo tre anni dopo), che si trovava allora nel cortile del Palazzo Reale (dalle sue ceneri nascerà La Scala, per fortuna in muratura…). L’allestimento di Marshall Pynkoski, regista canadese specializzato in opere del Settecento con particolari approfondimenti sulla danza, la  drammaturgia e la gestualità barocca. Stellare il cast - tra cui Rolando Villazón, Marianne Crebassa e Lenneke Ruiten - come l’opera esige, ma non minore attesa suscita il debutto scaligero di Marc Minkowski.

Carmen di Georges Bizet – dal 22 marzo 2015 – produzione Teatro alla Scala

È ormai un classico acclamato, e continuamente ripreso, lo spettacolo di Emma Dante che aveva scandalizzato una parte del pubblico alla prima del 2009. Una Carmen libera, laica e ribelle, immersa in un mondo mediterraneo fatto di degrado grigio e polveroso, agghindato con arredi sacri, ex-voto e squarci rosso sangue. Una Carmen fanciulla, incontaminata dalle ipocrisie sociali, una martire pura, quasi angelica a dispetto della sua rabbiosa sensualità. Nei ruoli protagonistici Elīna Garanča e José Cura, poi ripresi da Anita Rachvelishvili (che appena uscita dall’Accademia Teatro alla Scala esordì con grandissimo successo in questo spettacolo) e Francesco Meli, mentre Escamillo è Artur Ruciński. Dirige Massimo Zanetti, uno specialista d’opera stimato in tutto il mondo.

Turandot di Giacomo Puccini – dal 1 maggio 2015 – nuova produzione

Riccardo Chailly, nuovo Direttore Principale del Teatro e interprete di riferimento del melodramma di Puccini, inaugura il periodo dell’Expo con questo titolo scritto per la Scala e amatissimo dal pubblico, annunciando alcune linee portanti del suo programma musicale: attenzione all’opera italiana e in particolare a Puccini, valorizzazione della musica contemporanea, scelta di regie moderne ma rispettose delle volontà d’autore. L’ultima opera di Puccini, rappresentata postuma e senza finale in prima assoluta alla Scala, vi torna nel completamento di Luciano Berio, altro grandissimo musicista italiano del Novecento, che proprio sotto la bacchetta di Chailly vide la luce. Lo spettacolo, con la regia di Nikolaus Lehnhoff è di assoluta eleganza figurativa, ben disegnata e stilizzata nei movimenti e nei costumi, nonché inondata di lucenti rossi e impressionanti viola. La malvagia principessa pechinese è Nina Stemme, che ha conquistato il pubblico della Scala col Ring di Wagner, ma c’è grande attesa per la Liù di Maria Agresta e naturalmente per il “Nessun dorma” di Aleksandrs Antonenko.

CO2 di Giorgio Battistelli – dal 16 maggio 2015 – nuova produzione

Nell’anno in cui la città di Milano dedica la sua Esposizione Universale alle risorse del pianeta, la Scala commissiona un’opera-denuncia sul futuro di una Terra ormai “malata terminale”. Il povero pianeta avvelenato viene descritto dalle profezie di un climatologo saggio e inascoltato. Lo spettacolo - con danze, cori, video, squarci sinfonici - immagina la progressiva distruzione del mondo, partendo dalla sua creazione: Adamo, Eva, il serpente e l’Eden perduto. La prossima fine di una natura desertificata fa indignare Gaia, l’antica dea della Terra. Le architetture musicali di uno dei più importanti compositori contemporanei, l’italiano Giorgio Battistelli, ne trasfigurano il lamento, la ribellione, e danno una voce planetaria a molte lingue, vive e morte. Gli scenari sono la Conferenza di Kyoto, le coste devastate dagli Tsunami, la follia del cibo trasportato da una parte all’altra del pianeta, l’indifferenza degli irresponsabili di fronte al surriscaldamento. La messa in scena, completata dalle coreografie di Marco Berriel, è ideata da un regista geniale come Robert Carsen, da sempre attento ai problemi dell’ecologia, come ricorderà chi ha visto il suo Candide di Bernstein. Cantano Anthony Michaels-Moore, Alain Coulombe, Pumeza Matshikizia, Jennider Johnston e David QD Lee.

Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti – dal 28 maggio 2015 – allestimento Metropolitan Opera di New York

Basterebbe la presenza di Diana Damrau - che debuttò alla Scala con Riccardo Muti nell’Europa riconosciuta di riapertura della sala del Piermarini per tornare l’anno scorso come acclamata Violetta – per giustificare il titolo in cartellone. Vittorio Grigolo l’aveva già interpretata la scorsa stagione, ma riascoltarlo con la nuova partner sarà entusiasmante. Alcune recite saranno di Elena Mosuc, ben conosciuta al pubblico. L’allestimento con la regia di Mary Zimmermann, ispirato alla misteriosa cronaca su cui Walter Scott elaborò il romanzo da cui il libretto, con suo campionario di allucinazioni e di fantasmi, ha riscosso vasti consensi. E l’eleganza pittorica dello spettacolo accompagna in modo mirabile il dramma della follia di una mente che ha subito una forte violenza psicologica. Il mondo deformato del dolore di Lucia, e della sua grande passione romantica brutalmente contrastata, viene restituito al pubblico con un’evidenza visiva che ben accompagna le passioni del belcanto. Sul podio Stefano Ranzani, che ha già diretto con successo alla Scala Lucia in due altre produzioni negli anni Novanta.

Cavalleria rusticana di Mascagni / Pagliacci di Leoncavallo – dal 12 giugno 2015, produzione Teatro alla Scala

Tra le ultime nuove produzioni della Scala particolare consenso di pubblico ha avuto l’accoppiata dei due celebri atti unici rivisitati dalla regia di Mario Martone. Nuova e antica insieme l’ambientazione di Cavalleria, con il bordello, il tronco colossale di un albero segato alla base, la platea di sedie di una chiesa, luogo di occhiate e sussurri maldicenti. Egualmente toccante la trasposizione dei Pagliacci in una squallida periferia moderna, un accampamento di girovaghi e giostrai ai margini di una rampa autostradale, forse interrotta. La ripresa del fortunato spettacolo si giova di un cast vocale d’eccezione con Jonas Kaufmann che debutta nella parte di Turiddu a fianco di Elīna Garanča, e in Pagliacci Fiorenza Cedolins e Marco Berti. Dirige uno specialista internazionale d’opera italiana come Carlo Rizzi.

Tosca di Giacomo Puccini – dal 22 giugno 2015. Produzione Teatro alla Scala – in coproduzione con Metropolitan Opera di New York e Bayerische Staatsoper di Monaco

L’elegante spettacolo di Luc Bondy, con le sue ombre inquietanti, ha sempre conosciuto un ottimo successo di pubblico da quando è nato nel 2009. Le scene di Richard Peduzzi tolgono un po’ di Roma turistica al capolavoro di Puccini, ma ne caratterizzano espressivamente la tinta ecclesiastico-sensuale. Il mezzosoprano francese Béatrice Uria Monzon porta a Milano un nuovo ruolo del suo vasto repertorio insieme al tenore Fabio  Sartori come Cavaradossi, e il triangolo destinato a tragico destino è completato dallo sperimentato barone Scarpia di Želiko Lučić. Dirige ancora Carlo Rizzi.

Otello di Gioachino Rossini – dal 4 luglio 2015 – nuova produzione

Prima di quello di Verdi, le scene italiane del passato avevano mandato in scena per decenni un Otello di Rossini, poi riproposto solo occasionalmente ma caro alle penne smagate e antiromantiche di Savinio e De Chirico. Non era in scena alla Scala dal 1870. La rarità del titolo nei programmi del Novecento era anche legata alla difficoltà del belcanto richiesto da questa straordinaria “opera seria” e in particolar modo a quella di trovare insieme i tre grandi tenori previsti da una partitura originariamente destinata alle voci leggendarie di David e Nozzari: ma qui avremo un terzetto entusiasmante, con Juan Diego Flórez, Gregory Kunde ed Edgardo Rocha che si sfideranno nei gorgheggi più spericolati e spettacolari. Il ruolo di Desdemona, che Rossini scrisse per la futura moglie Isabella Colbran, rivivrà nella voce di Olga Peretyatko, acclamata nella Sposa dello zar della stagione passata. Per un titolo classico, scene e costumi di Anselm Kiefer, che tra le star dell’arte contemporanea è senza dubbio il più sensibile non solo all’estetica del melodramma ma più in generale al perdurare dei contenuti della tradizione culturale europea nell’immaginario di oggi.

Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini – dal 27 luglio 2015 – produzione Teatro alla Scala

Parliamo dell’opera italiana più eseguita al mondo. Nessuno prima di Rossini aveva saputo scrivere opere che corrono a quella velocità. E il ritmo indiavolato, la divertita follia a orologeria che ognuno vorrebbe vivere, le verbalizzazioni vorticose di cantanti-marionette-impazzite, vengono ancor più esaltati da immobili concertati di stupore. Il successo del celebre spettacolo di Jean-Pierre Ponnelle, che incanta il pubblico da oltre quarant’anni, è dovuto all'adesione alla musica, seguita come se il regista si facesse coreografo di un balletto cantato. Massimo Zanetti dirige un cast in cui maestri del canto come Leo Nucci e Ruggero Raimondi calcheranno il palcoscenico insieme ai giovani dell’Accademia Teatro alla Scala.

La bohème di Giacomo Puccini – dal 19 agosto 2015 – produzione Teatro alla Scala

Nato nel 1963, il celebrato spettacolo di Franco Zeffirelli è uno degli allestimenti più longevi della Scala del dopoguerra. Dirigeva allora Karajan, cantavano Mirella Freni e Gianni Raimondi. Poi Pavarotti, sul podio Kleiber. Con in aggiunta queste recite estive, si porterà vicino alle 240 rappresentazioni, in sede e in tournée. La Bohème più vista nel mondo si affaccia alla vetrina di Expo tingendosi di Sudamerica, diretta da Gustavo Dudamel a capo dell’Orchestra sinfonica e Coro Nacional Juvenil Simón Bolívar. La presenza in buca dell’orchestra giovanile venezuelana giunge a completare l’articolato Progetto “El Sistema”, programma di collaborazione con la rete di orchestre creata da José Antonio Abreu che è al centro del Festival delle Orchestre Internazionali per Expo. Voci di prim’ordine, tra cui Maria Agresta e Vittorio Grigolo, poi Ailyn Perez e Ramón Vargas, per commuovere ancora una volta, con la povertà e la miseria in tutto, tranne che nei sentimenti.

L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti – dal 18 settembre 2015 – produzione Teatro alla Scala

Ascoltata con attenzione, è un’opera buffa, piena di allegria e umorismo, ma con tanto cuore e un fondo di malinconico disincanto. In nessun’altra opera comica troviamo il patetismo di passi come “Una furtiva lagrima”. Sembra una semplice storiella di buon senso, ma si basa su un libretto di Felice Romani che al gran mestiere poetico unisce la lucidità spietata di un trattato di antropologia. La ragione si fa burla delle superstizioni, e solo uno sciocco può credere ai filtri d’amore. Infatti l’unico a crederci è Nemorino. Ma alla fine l’onestà del sentimento ha la meglio sull’impostura. Adina riconosce la vera costanza di Nemorino e lo premia scegliendolo. O forse era solo venuta a sapere della sua improvvisa ricchezza? Il dubbio resta. Spettacolo noto e sperimentato, con scene e costumi disegnati dalla mano leggera del pittore e disegnatore Tullio Pericoli. Regia questa volta del tedesco Grischa Asagaroff, che dovrà districare l’intreccio di amore, risate e crudeltà nei rapporti sociali. Finisce la lunga attesa per il ritorno alla Scala di Nello Santi, depositario di una preziosa tradizione operistica italiana.

Falstaff di Giuseppe Verdi – dal 14 ottobre 2015 – produzione Teatro alla Scala – in coproduzione con Royal Opera House Covent Garden di Londra, Canadian Opera Company di Toronto, Metropolitan Opera di New York, Nederlandse Opera di Amsterdam

Il ritorno alla Scala di Daniele Gatti con un titolo verdiano ha – giustamente – il tono di una festa; e sebbene sia nato prima dell’Expo sull’alimentazione, questo verrà ricordato come il Falstaff in cui sempre si fa festa e sempre si mangia. Nel 2013 addentava con piacere il suo fieno persino un cavallo in scena... Il regista Robert Carsen ha reso garbato l’obeso protagonista shakespeariano, in contrapposizione a un mondo di borghesi dozzinali e senza stile. Il suo Falstaff è un aristocratico impoverito, ma ancora fascinoso nelle maniere, un uomo forse stravagante, ma non ridicolo. E noi tutti partecipiamo alla gioia di vivere espressa dal vecchio Verdi, tornato giovane nella buffa e malinconica commedia sociale scritta a quasi ottant’anni per la Scala, che è pure un divertentissimo vertice dell’arte di ogni tempo.

Wozzeck di Alban Berg – dal 29 ottobre 2015 – produzione Teatro alla Scala

Torna alla Scala uno dei più fortunati spettacoli del regista Jürgen Flimm, che verrà personalmente a rimontare la sua storica produzione, nata con Giuseppe Sinopoli nel 1997. Il cast comprende Michael Volle e Roman Treckel nel ruolo del titolo, Ricarda Merbeth al suo debutto come Marie, Roberto Saccà come Tambourmajor e Wolfgang Ablinger-Sperrhacke come Hauptmann. La direzione di Ingo Metzmacher completa una formazione di altissima qualità per questo capolavoro della musica e del teatro del secolo scorso.


Serata straordinaria:
Serata Donizetti / Edita Gruberova – il 23 luglio 2015

Una regina del belcanto per le tre regine britanniche e le tre decapitazioni regali che concludono le opere dell’incandescente “Trilogia Tudor” di Donizetti. La prima regina, la cattolica e chiacchierata Maria Stuarda, già moglie del re di Francia e regina di Scozia, verrà imprigionata per vent’anni e alla fine giustiziata dalla cugina Elisabetta I. Donizetti intitolò “Aria del supplizio” il nobile finale in cui perdona tutti. Poi Anna Bolena, seconda moglie di Enrico VIII, al patibolo perché il re vuole sposare un’altra. Infine Elisabetta I, figlia dei due, che in preda a opposti sentimenti deve consegnare l’amante al boia, con grazia concessa a sentenza eseguita. Donne fiere e a volte sprezzanti, donne di potere, combattute fra dubbi, passioni e ragion di stato. Il melodramma di Donizetti ha animato le loro voci con veementi gorgheggi e l’astrale perfezione di Edita Gruberova ha spesso incendiato al calor bianco i momenti estremi di quei tragici destini, qui riuniti.

Stagione Concertistica

La Stagione Sinfonica del Teatro alla Scala si apre il 29 e 30 settembre con Die Schöpfung, di Franz Joseph Haydn. Dirige l’Orchestra del Teatro alla Scala il M° Zubin Mehta, solisti Julia Kleiter, Peter Sonn e Thomas E. Bauer; il Coro del Teatro alla Scala è diretto  da Bruno Casoni. Nei concerti successivi sfilano sul podio i Maestri Daniel Barenboim (12, 14 e 15 novembre, direttore e solista), Daniel Harding (23, 24 e 26 gennaio 2015, con il pianista Rudolf Buchbinder), Georges Prêtre (16, 18 e 21 marzo 2015) e Cristoph von Dohnány (13, 14 e 15 aprile, con il baritono Thomas Hampson). La novità principale di questa stagione è però l’introduzione dei concerti di tre grandi orchestre straniere, una per turno di abbonamento: Riccardo Chailly dirigerà la Gewandhausorchester di Lipsia il 16 febbraio con il violinista Julian Rachlin, Vladimir Jurowski la London Symphony Orchestra il 7 settembre con il pianista Daniil Trifonov, e Paavo Järvi  l’Orchestre de Paris con la pianista Hélène Grimaud.

Il Festival delle Orchestre Internazionali per Expo richiamerà a Milano dal 2 maggio al 27 ottobre le più importanti orchestre italiane e internazionali: i Berliner Philharmoniker con Sir Simon Rattle, i Wiener Philharmoniker con Mariss Jansons, la Filarmonica della Scala con John Eliot Gardiner, la Budapest Festival Orchestra con Iván Fischer, la Boston Symphony Orchestra con Andris Nelsons, la Israel Philharmonic Orchestra con Zubin Mehta, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Sir Antonio Pappano, il Concentus Musicus Wien con Nikolaus Harnoncourt, la Cleveland Orchestra con Franz Welser-Möst e i Barocchisti con Diego Fasolis, solista Cecilia Bartoli. Al centro del ciclo, dal 21 agosto al 4 settembre, si colloca il “Progetto El Sistema” che porterà a Milano diverse orchestre appartenenti all’imponente rete di compagini giovanili sviluppata da José Antonio Abreu. Il programma comprende concerti dell’Orquesta Sinfónica Nacional Infantil de Venezuela con Riccardo Chailly, della Sinfónica Juvenil “Teresa Carreño” con Christian Vásquez, della Sinfónica Juvenil de Caracas con Dietrich Paredes, dell’Orquesta Sinfónica Simón Bolívar con Gustavo Dudamel (3 concerti).

Nei Recital di Canto sono protagonisti ancora una volta i grandi interpreti: Ian Bostridge (accompagnato al pianoforte dal compositore Thomas Adès), Diana Damrau, René Pape, Anja Harteros, Daniela Barcellona, Ramón Vargas e Christian Gerhaher.

Per i Concerti straordinari nel 2015 si esibiscono al Piermarini la Filarmonica della Scala, l’Orchestra della Scala e alcuni straordinari solisti: il pianista Maurizio Pollini, il baritono Leo Nucci, il tenore José Carreras e il baritono Thomas Hampson insieme al percussionista Martin Grubinger.

La Scala continua inoltre la sua Ospitalità delle Istituzioni Musicali Italiane: con il Festival MITO, gli appuntamenti del Festival Milano Musica e l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.

Cinque gli appuntamenti pomeridiani del ciclo Domenica alla Scala, dedicato alle famiglie (La Scala in famiglia) con ingresso gratuito per chi ha meno di 18 anni, che vedranno interpreti ensemble di musicisti scaligeri e il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala diretto da Bruno Casoni.

Affiancati da artisti ospiti, solisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala guideranno il pubblico nell’ascolto di capolavori tratti dal repertorio della musica cameristica di tutti i tempi, durante gli appuntamenti organizzati dall’Ufficio Promozione Culturale nell’ambito della rassegna Invito alla Scala per Giovani e Anziani.

Continueranno i Concerti dell’Accademia della Scala nel Ridotto dei Palchi “A. Toscanini”, con i giovani solisti dell’Accademia di Perfezionamento per Cantanti Lirici, e gruppi da camera e ensemble dell’Accademia stessa tra cui spicca nel 2015 l’attività dell’ensemble “Giorgio Bernasconi” dedicata al repertorio contemporaneo. Il 7 giugno giugno, infine, avrà luogo presso la grande sala del Piermarini il concerto istituzionale dell’Accademia, con gli allievi del Corso di Perfezionamento per Cantanti Lirici accompagnati dall’Orchestra dell’Accademia.

Stagione di Ballo               

Étoiles scaligere, importanti ospiti internazionali, grandi coreografi di oggi e di sempre, bacchette di pregio. In palcoscenico, in buca e in locandina, questa Stagione di Balletto porta conferme e novità; la più evidente è senza dubbio l’aumento delle nuove produzioni, che arrivano a tre: la metà degli spettacoli in cartellone è dunque nuova per la Scala, presentata da coreografi di grande prestigio internazionale le cui creazioni sono nel repertorio delle maggiori compagnie del mondo. In sette titoli, più uno spettacolo dell’Accademia, la programmazione 14-15 vedrà quindi tornare in scena dopo diversi anni Lo schiaccianoci e la Bella addormentata, nel segno di Čajkovskij, che la Scala omaggia nel 2015 a 175 anni dalla nascita con due tra i classici più amati di sempre, ma in due produzioni, firmate da Nacho Duato e Alexei Ratmansky, che entrano per la prima volta nel repertorio del balletto scaligero, come pure entrerà per la prima volta Cello Suites – In den Winden im Nichts di Heinz Spoerli su musiche di Bach. Accanto a questi nuovi titoli, anche Giselle, L’histoire de Manon  e,  in occasione di Expo,  Excelsior  e il Gala des Étoiles. Ma un ulteriore tratto distintivo è la cura dell’aspetto musicale: Lo schiaccianoci e La bella addormentata vedranno sul podio un rappresentante della grande scuola russa come Vladimir Fedoseyev cui si succederanno Patrick Fournillier per Giselle e David Coleman per Excelsior, il Gala des Étoiles e L’histoire de Manon.

Mancava dalle scene scaligere dal 2006 il più natalizio tra i classici del repertorio. Per dieci recite, fra dicembre e gennaio, più la consueta anteprima dedicata ai giovani, Lo schiaccianoci illuminerà le feste inaugurando con il fascino di una favola sognante la nuova stagione di Balletti alla Scala, con l’armoniosa grazia della partitura di Čajkovskij, sfaccettata, poliedrica e ricca di colori, e la veste coreografica di Nacho Duato. Nel suo “periodo russo” al Mikhailovskij, Nacho Duato ha affrontato diversi titoli classici; nel dicembre 2013 ha debuttato il suo Schiaccianoci; sostanzialmente inalterata la trama, con solo alcuni elementi di sintesi, e scene e  costumi del famoso artista francese Jérôme Kaplan, nel solco della tradizione, con elementi di raffinato humour. In scena al gran completo il Balletto della Scala e, in alcune recite la nostra étoile Roberto Bolle accanto a Maria Eichwald, con cui ha condiviso il successo di Onegin nelle passate stagioni.

Novità anche per il secondo titolo della stagione, ma un gradito ritorno, quello di Heinz Spoerli, a cui è legato il ricordo della riapertura del Teatro alla Scala con Europa riconosciuta di Salieri, diretta da Riccardo Muti, di cui aveva firmato le danze. Ora, nel mese di marzo,  il suo nome si lega a quello di Bach, per una famosa produzione che entra nel repertorio scaligero: Cello Suites – In den Winden im Nichts. Spoerli ha uno speciale rapporto con Bach: ne ha coreografato prima le Variazioni Goldberg e poi le Suites per violoncello solo. Terra, acqua e fuoco gli elementi da cui ha attinto nelle prime tre; per Cello Suites (2003) è l’aria a permeare la sua coreografia con le Suites 2, 3 e 6: un fumo leggero che si sprigiona dall’unico elemento scenografico, un grade anello che fa da trait d’union tra le tre parti del balletto; diciotto i movimenti, con differenti atmosfere musicali e coreografiche che metteranno in evidenza il Corpo di Ballo.

Aprile sarà dedicato a Giselle: balletto romantico per eccellenza, continua ad attrarre il pubblico italiano e internazionale: non è un caso che questa indimenticabile coreografia di Coralli-Perrot nella ripresa di Yvette Chauviré, abbia ottenuto in grande successo anche nel corso delle recenti tournée in Oman, Brasile, Hong Kong e che si appresti ora ad andare in tour  dal 31 gennaio all’8 febbraio a Parigi. Perfetto nella sua  struttura, impreziosito dall’allestimento di Alexander Benois in repertoiro alla Scala, nel corso delle dodici recite previste ad aprile vedrà alternarsi cast della casa, il ritorno degli amatissimi Svetlana Zakharova e Roberto Bolle, ma anche, inedita coppia per la Scala, Natalia Osipova con David Hallberg. Debutto scaligero nel ruolo anche per Maria Eichwald.

Con il mese di luglio, la programmazione del balletto scaligero entra nell’Expo. E non poteva quindi mancare l’originale e italianissimo Excelsior, esaltazione delle conquiste del Progresso scientifico e tecnologico che unisce e affratella i popoli. Nel 1881, sullo sfondo del nuovo secolo, il sipario della Scala si aprì su questo kolossal vivace e carico di ottimismo,  che fu un successo straordinario in tutto il mondo. L’edizione firmata nel 1967 da Crivelli, Dell’Ara, Carpi, Coltellacci, alla Scala dal 1974 e l’ultima volta in scena nel gennaio 2012, mantiene intatto l’estro del “ballo grande” manzottiano e il sapore antico dello spirito italiano in danza. Tornano quindi trionfalmente in scena per nove recite la Luce, che vince sull’Oscurantismo, il battello a vapore, il telegrafo e il trionfo della Civiltà, incarnata in alcune recite da Alina Somova.

Settembre e ottobre portano la firma di Čajkovskij, di Petipa e di Alexei Ratmansky per una imperdibile Bella addormentata, che vede la Scala in coproduzione con l’American Ballet Theatre per la attesissima firma di uno dei più grandi coreografi attuali. Da  tempo Ratmansky aspettava di confrontarsi con quello che lui stesso ritiene la quintessenza dell’armonia e del fascino del balletto classico: il suo nuovo progetto vedrà la luce proprio nella primavera del 2015, negli Stati Uniti, e in autunno per l’Italia alla Scala, con scene e costumi del vincitore di un Tony Award, Richard Hudson, basate sul lavoro di Léon Bakst per la storica produzione dei Balletti Russi di Diaghilev del 1921. La bella addormentata mancava dalle scene scaligere dal 2007, e ora dopo otto anni finalmente si risveglierà in questa sua nuova veste coinvolgendo il Corpo di Ballo e, per alcune recite la coppia regale formata da Svetlana Zakharova e David Hallberg.

I visitatori di Expo potranno quindi, fra luglio e ottobre, entrare nel cuore del balletto scaligero, con un titolo, Excelsior, che è assolutamente parte della nostra tradizione italiana e con una nuova produzione, la Bella, che pure ci vede proseguire nel duplice intento di preservare il grande repertorio e di acquisire e fare nostre preziose novità, mettendosi in primo piano con una coproduzione di altissima risonanza mondiale, con una delle firme più richieste che con la Scala ha ormai un rapporto di grande intesa. E sempre con il balletto i visitatori di Expo verranno accompagnati fino alle date conclusive della grande manifestazione: la tradizione dei grandi Gala alla Scala coincide in questa stagione proprio con le date di chiusura di Expo (il 30 e 31 ottobre) e ne sposa simbolicamente lo spirito, nel riunire, stavolta nel balletto, le eccellenze internazionali. Le étoiles scaligere Svetlana Zakharova, Roberto Bolle  e Massimo Murru  faranno gli onori di casa accanto al Corpo di Ballo e a stelle internazionali: in scena i balletti più amati, i virtuosismi, i nomi più quotati e le nuove stelle da scoprire.

Per completare questa stagione mancava un titolo classico ma assolutamente moderno nella sua teatralità, il giusto punto d’incontro tra musica, passione, verità interpretativa e fonte letteraria. Tutto questo è L’histoire de Manon e questa è la genialità di Kenneth MacMillan che ha dato nuova vita al personaggio creato da Prévost, diventato popolare grazie al melodramma, delineando il fascino e la tragedia della protagonista, creando splendidi ruoli maschili in un balletto appassionante e coinvolgente sul piano drammatico, psicologico e coreografico, che vedrà in scena in alcune delle otto recite in programma Svetlana Zakharova con Roberto Bolle, Natalia Osipova con David Hallberg.

Grandi Opere per Piccoli

Il progetto “Grandi Opere per Piccoli” inaugurato nella presente stagione prevede ogni anno l’esecuzione alla Scala di un celebre titolo operistico in forma ridotta e adattata alla curiosità dei bambini. Il primo titolo è La Cenerentola di Gioachino Rossini, in scena per otto date aperte al pubblico delle famiglie fino al 17 maggio, cui si aggiungono otto rappresentazioni per le scuole. L’adattamento della musica di Rossini per un’orchestra di 12 elementi e una durata di circa un’ora, adatta alla soglia di attenzione dei più piccoli, è curato da Alexander Krampe; Maxime Pascal dirige l’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, da cui provengono anche i giovani solisti di canto. Ulrich Peter firma la regia, Luigi Perego le scene e Dorothea Nicolai i costumi. Due attori guideranno i giovani ascoltatori alla scoperta dell’opera. Antonio Albanese e Michele Nani si alternano come voci recitanti.


(comunicato stampa)