Inaugurazione il 7
dicembre con “Fidelio”, 8 nuove produzioni di opera, 3 nuove produzioni di
balletto, dal 1° gennaio 2015 nuovo Direttore Principale (Riccardo Chailly) e
dal 1° maggio 2015, per Expo, 6 mesi ininterrotti di grande musica
Il
Fidelio che andrà in scena il 7
dicembre costituisce l’ultimo impegno di Daniel Barenboim come Direttore
Musicale e apre una stagione di svolta per il Teatro alla Scala di Milano.
Da
settembre si è insediato il nuovo Sovrintendente Alexander Pereira e dal 1° gennaio 2015 Riccardo Chailly
assumerà la carica di Direttore Principale. Inoltre, il Ministero dei Beni e
delle attività Culturali ha riconosciuto l’Autonomia della Fondazione, un
risultato a lungo atteso che pone le basi su cui costruire lo sviluppo del
Teatro negli anni a venire.
È
quindi una Scala profondamente rinnovata quella che si presenta
all’appuntamento di Expo 2015 con una stagione senza precedenti, segnata da un
netto aumento del numero di nuove produzioni di opera (8) ma anche di balletto.
Dal 1° maggio, giorno in cui Riccardo Chailly dirigerà Turandot di Puccini con il finale di Luciano Berio per
l’inaugurazione di Expo, la Scala resterà aperta ogni sera per sei mesi con una
programmazione straordinaria che include 122 serate d’opera, 62 di balletto e
86 concerti.
Stagione d’Opera
Fidelio di Ludwig van Beethoven – dal 7
dicembre 2014 – nuova produzione
A
inaugurare la nuova Stagione è Fidelio di
Ludwig van Beethoven, ultimo impegno in veste di Direttore Musicale per Daniel
Barenboim che corona così un imponente ciclo beethoveniano che nel corso degli
anni ha compreso le Sinfonie, i Concerti in veste di direttore e pianista e –
come pianista – l’integrale delle Sonate. Grande attesa per le scelte della regista
inglese Deborah Warner, che aveva incantato qualche anno fa con una
meravigliosa messa in scena di Morte a
Venezia di Britten. È ben riposta anche la difficoltà canora del
capolavoro, con un cast di nomi importantissimi della lirica internazionale. Lo
spettacolo è inserito nel palinsesto “Milano Cuore d’Europa” promosso dal
Comune di Milano in occasione del semestre di presidenza italiana dell’UE:
nessun titolo avrebbe potuto meglio rappresentare i valori e la cultura
dell’Europa.
Die
Soldaten di Bernd
Alois Zimmermann – dal 17 gennaio 2015 – nuova
produzione in coproduzione con Festival di Salisburgo
Un modernissimo testo teatrale del Settecento, divenuto un
formidabile monumento del modernismo musicale del Novecento. È un’opera che
vive: in cinquant’anni Die Soldaten
ha avuto molti allestimenti dopo la prima assoluta del 1965. Nel mitico testo
di Jakob Lenz (1751-92), ambientato nella Francia prima della Rivoluzione,
traumatizzata dalla guerra, vi si uniscono le illusioni del riscatto sociale e
la denuncia dell’irresponsabilità maschile, col solito conto di sangue e
sofferenze pagato da tutti, donne e uomini. Il geniale eclettismo di Bernd
Alois Zimmermann (1918-70) fonde complessità modernistiche, recitativi, jazz ed
elettronica, per descrivere, con una musica
ricca di grande forza emotiva, la confusione mentale dei
protagonisti e l’accumularsi delle tante catastrofiche storie parallele.
Imponente lo spettacolo di Alvis Hermanis, applauditissimo a Salisburgo con cui
la Scala l’ha coprodotto, dall’impatto molto forte per le immagini, le
simbologie e l’umana degradazione. Torna Laura Aikin in un cast da sogno, in
cui c'è anche il ritorno di Gabriela Beňačková.
L’incoronazione di Poppea di Claudio
Monteverdi – dal 1 febbraio 2015 – nuova
produzione in coproduzione con Opéra National de Paris
Robert Wilson, icona della scena contemporanea, riporta alla
Scala il suo teatro fatto di stilizzazione, suprema eleganza ma anche ironia,
tenerezza e tagliente lucidità. Con ancora negli occhi l’Ade che si schiudeva
con fasce d’ombra nell’Orfeo, le
stilizzazioni arcaiche del Ritorno di
Ulisse in Patria, Wilson completa per la Scala la “trilogia” monteverdiana
con l’ultima sua opera: L’incoronazione
di Poppea, scritta nel 1642, agli esordi dell’opera, per uno dei primi
teatri pubblici di Venezia. Per attirare un gran pubblico, il geniale
librettista-contestatore Gian Francesco Busenello scrisse una storia di sesso e
potere che pare una fiction attuale, di quelle che fanno audience. Nella storia
della musica è il primo titolo “storico”, che parla di personaggi realmente
vissuti (Nerone, Seneca) come di un tema eterno dell’umana realtà:
l’arrampicatrice sociale che usa le sue arti amatorie con un potente per
strapparlo alla moglie e ai buoni consiglieri e diventare imperatrice. Torna la
direzione di Rinaldo Alessandrini per affrontare quest’opera tutta da
ricostruire perché Monteverdi la lasciò manoscritta, con nude linee di canto,
senza armonie e strumentazione, a parte qualche ritornello.
Aida di Giuseppe Verdi – dal 15 febbraio 2015 – nuova produzione
Sospesa tra il gigantismo e la solitudine, un esotismo
spettacolare e un’orchestrazione seducente e modernissima, Aida è un titolo centrale nella programmazione di un grande Teatro.
Alla Scala, dopo la sfarzosa proposta zeffirelliana per il 7 dicembre 2006 e la
ripresa dell’edizione storica, sempre di Zeffirelli, con le scene dipinte
magistralmente da Lila De Nobili, la sublime fiaba archeologica senza
lieto-fine viene presentata nel nuovissimo spettacolo di un gigante del teatro
contemporaneo come Peter Stein. Il regista tedesco naturalizzato italiano, che
ha anche una formazione musicale (suonava il violino), ha promesso “eine ganz
intime Aida”, un’Aida totalmente intima. Per l’opera lirica per eccellenza torna sul
podio scaligero Zubin Mehta, che generosamente sostituisce il grande Lorin
Maazel recentemente scomparso.
Lucio Silla di Wolfgang Amadeus Mozart – dal 26 febbraio 2015 – nuova produzione in coproduzione con
Fondazione Mozarteum e Festival di Salisburgo
È insieme a Mitridate
re del Ponto e ad Ascanio in Alba una
delle tre opere serie composte da Mozart per Milano. Il genio austriaco compose
a sedici anni questa delizia belcantistica dedicata al generale e dittatore
dell’antica Roma: Lucio Silla andò in
scena il 26 dicembre 1772, quando ne aveva quasi diciassette. Era la terza
opera che Amadé faceva rappresentare al Regio Ducal Teatro (bruciato
dolosamente e raso al suolo tre anni dopo), che si trovava allora nel cortile
del Palazzo Reale (dalle sue ceneri nascerà La Scala, per fortuna in
muratura…). L’allestimento di Marshall Pynkoski, regista canadese specializzato
in opere del Settecento con particolari approfondimenti sulla danza, la drammaturgia e la gestualità barocca. Stellare
il cast - tra cui Rolando Villazón, Marianne Crebassa e Lenneke Ruiten - come
l’opera esige, ma non minore attesa suscita il debutto scaligero di Marc
Minkowski.
Carmen di Georges Bizet – dal 22 marzo 2015 – produzione Teatro alla Scala
È ormai un classico acclamato, e continuamente ripreso, lo
spettacolo di Emma Dante che aveva scandalizzato una parte del pubblico alla
prima del 2009. Una Carmen libera, laica e ribelle, immersa in un mondo
mediterraneo fatto di degrado grigio e polveroso, agghindato con arredi sacri,
ex-voto e squarci rosso sangue. Una Carmen fanciulla, incontaminata dalle
ipocrisie sociali, una martire pura, quasi angelica a dispetto della sua
rabbiosa sensualità. Nei ruoli protagonistici Elīna Garanča e José Cura, poi
ripresi da Anita Rachvelishvili (che appena uscita dall’Accademia Teatro alla
Scala esordì con grandissimo successo in questo spettacolo) e Francesco Meli,
mentre Escamillo è Artur Ruciński. Dirige Massimo Zanetti, uno specialista
d’opera stimato in tutto il mondo.
Turandot di Giacomo Puccini –
dal 1 maggio 2015 – nuova produzione
Riccardo Chailly, nuovo Direttore Principale del Teatro e
interprete di riferimento del melodramma di Puccini, inaugura il periodo
dell’Expo con questo titolo scritto per la Scala e amatissimo dal pubblico, annunciando
alcune linee portanti del suo programma musicale: attenzione all’opera italiana
e in particolare a Puccini, valorizzazione della musica contemporanea, scelta
di regie moderne ma rispettose delle volontà d’autore. L’ultima opera di
Puccini, rappresentata postuma e senza finale in prima assoluta alla Scala, vi
torna nel completamento di Luciano Berio, altro grandissimo musicista italiano
del Novecento, che proprio sotto la bacchetta di Chailly vide la luce. Lo
spettacolo, con la regia di Nikolaus Lehnhoff è di assoluta eleganza
figurativa, ben disegnata e stilizzata nei movimenti e nei costumi, nonché
inondata di lucenti rossi e impressionanti viola. La malvagia principessa
pechinese è Nina Stemme, che ha conquistato il pubblico della Scala col Ring di
Wagner, ma c’è grande attesa per la Liù di Maria Agresta e naturalmente per il
“Nessun dorma” di Aleksandrs Antonenko.
CO2 di Giorgio
Battistelli – dal 16 maggio 2015 – nuova
produzione
Nell’anno in cui la
città di Milano dedica la sua Esposizione Universale alle risorse del pianeta,
la Scala commissiona un’opera-denuncia sul futuro di una Terra ormai “malata
terminale”. Il povero
pianeta avvelenato viene descritto dalle profezie di un climatologo saggio e
inascoltato. Lo spettacolo - con danze, cori, video, squarci sinfonici -
immagina la progressiva distruzione del mondo, partendo dalla sua creazione:
Adamo, Eva, il serpente e l’Eden perduto. La prossima fine di una natura
desertificata fa indignare Gaia, l’antica dea della Terra. Le architetture musicali
di uno dei più importanti compositori contemporanei, l’italiano Giorgio
Battistelli, ne trasfigurano il lamento, la ribellione, e danno una voce
planetaria a molte lingue, vive e morte. Gli scenari sono la Conferenza di
Kyoto, le coste devastate dagli Tsunami, la follia del cibo trasportato da una
parte all’altra del pianeta, l’indifferenza degli irresponsabili di fronte al
surriscaldamento. La messa in scena, completata dalle coreografie di Marco
Berriel, è ideata da un regista geniale come Robert Carsen, da sempre attento
ai problemi dell’ecologia, come ricorderà chi ha visto il suo Candide di
Bernstein. Cantano Anthony Michaels-Moore, Alain Coulombe, Pumeza
Matshikizia, Jennider Johnston e David QD Lee.
Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti – dal 28 maggio
2015 – allestimento Metropolitan Opera di
New York
Basterebbe la presenza di Diana Damrau - che debuttò alla
Scala con Riccardo Muti nell’Europa
riconosciuta di riapertura della sala del Piermarini per tornare l’anno
scorso come acclamata Violetta – per giustificare il titolo in cartellone.
Vittorio Grigolo l’aveva già interpretata la scorsa stagione, ma riascoltarlo
con la nuova partner sarà entusiasmante. Alcune recite saranno di Elena Mosuc,
ben conosciuta al pubblico. L’allestimento con la regia di Mary Zimmermann,
ispirato alla misteriosa cronaca su cui Walter Scott elaborò il romanzo da cui
il libretto, con suo campionario di allucinazioni e di fantasmi, ha riscosso
vasti consensi. E l’eleganza pittorica dello spettacolo accompagna in modo
mirabile il dramma della follia di una mente che ha subito una forte violenza
psicologica. Il mondo deformato del dolore di Lucia, e della sua grande
passione romantica brutalmente contrastata, viene restituito al pubblico con
un’evidenza visiva che ben accompagna le passioni del belcanto. Sul podio
Stefano Ranzani, che ha già diretto con successo alla Scala Lucia in due altre produzioni negli anni
Novanta.
Cavalleria rusticana di Mascagni /
Pagliacci di Leoncavallo –
dal 12 giugno 2015, produzione Teatro
alla Scala
Tra le ultime nuove produzioni della Scala particolare
consenso di pubblico ha avuto l’accoppiata dei due celebri atti unici
rivisitati dalla regia di Mario Martone. Nuova e antica insieme l’ambientazione
di Cavalleria, con il bordello, il tronco
colossale di un albero segato alla base, la platea di sedie di una chiesa,
luogo di occhiate e sussurri maldicenti. Egualmente toccante la trasposizione
dei Pagliacci in una squallida
periferia moderna, un accampamento di girovaghi e giostrai ai margini di una
rampa autostradale, forse interrotta. La ripresa del fortunato spettacolo si
giova di un cast vocale d’eccezione con Jonas Kaufmann che debutta nella parte
di Turiddu a fianco di Elīna Garanča, e in Pagliacci
Fiorenza Cedolins e Marco Berti. Dirige uno specialista internazionale d’opera
italiana come Carlo Rizzi.
Tosca di Giacomo Puccini – dal 22 giugno 2015. Produzione Teatro alla Scala – in
coproduzione con Metropolitan Opera di New York e Bayerische Staatsoper di
Monaco
L’elegante spettacolo di Luc Bondy, con le sue ombre
inquietanti, ha sempre conosciuto un ottimo successo di pubblico da quando è
nato nel 2009. Le scene di Richard Peduzzi tolgono un po’ di Roma turistica al
capolavoro di Puccini, ma ne caratterizzano espressivamente la tinta
ecclesiastico-sensuale. Il mezzosoprano francese Béatrice Uria Monzon porta a
Milano un nuovo ruolo del suo vasto repertorio insieme al tenore Fabio Sartori come Cavaradossi, e il triangolo
destinato a tragico destino è completato dallo sperimentato barone Scarpia di
Želiko Lučić. Dirige ancora Carlo Rizzi.
Otello di Gioachino Rossini – dal 4 luglio 2015 – nuova produzione
Prima di quello di Verdi, le scene italiane del passato
avevano mandato in scena per decenni un Otello
di Rossini, poi riproposto solo occasionalmente ma caro alle penne smagate e
antiromantiche di Savinio e De Chirico. Non era in scena alla Scala dal 1870.
La rarità del titolo nei programmi del Novecento era anche legata alla
difficoltà del belcanto richiesto da questa straordinaria “opera seria” e in
particolar modo a quella di trovare insieme i tre grandi tenori previsti da una
partitura originariamente destinata alle voci leggendarie di David e Nozzari:
ma qui avremo un terzetto entusiasmante, con Juan Diego Flórez, Gregory Kunde
ed Edgardo Rocha che si sfideranno nei gorgheggi più spericolati e
spettacolari. Il ruolo di Desdemona, che Rossini scrisse per la futura moglie
Isabella Colbran, rivivrà nella voce di Olga Peretyatko, acclamata nella Sposa dello zar della stagione passata.
Per un titolo classico, scene e costumi di Anselm Kiefer, che tra le star
dell’arte contemporanea è senza dubbio il più sensibile non solo all’estetica
del melodramma ma più in generale al perdurare dei contenuti della tradizione
culturale europea nell’immaginario di oggi.
Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini – dal 27 luglio
2015 – produzione Teatro alla Scala
Parliamo dell’opera italiana più eseguita al mondo. Nessuno
prima di Rossini aveva saputo scrivere opere che corrono a quella velocità. E
il ritmo indiavolato, la divertita follia a orologeria che ognuno vorrebbe
vivere, le verbalizzazioni vorticose di cantanti-marionette-impazzite, vengono
ancor più esaltati da immobili concertati di stupore. Il successo del celebre
spettacolo di Jean-Pierre Ponnelle, che incanta il pubblico da oltre quarant’anni,
è dovuto all'adesione alla musica, seguita come se il regista si facesse
coreografo di un balletto cantato. Massimo Zanetti dirige un cast in cui
maestri del canto come Leo Nucci e Ruggero Raimondi calcheranno il palcoscenico
insieme ai giovani dell’Accademia Teatro alla Scala.
La bohème di Giacomo Puccini – dal 19 agosto 2015 – produzione Teatro alla Scala
Nato nel 1963, il celebrato spettacolo di Franco Zeffirelli è
uno degli allestimenti più longevi della Scala del dopoguerra. Dirigeva allora
Karajan, cantavano Mirella Freni e Gianni Raimondi. Poi Pavarotti, sul podio
Kleiber. Con in aggiunta queste recite estive, si porterà vicino alle 240
rappresentazioni, in sede e in tournée. La Bohème
più vista nel mondo si affaccia alla vetrina di Expo tingendosi di Sudamerica,
diretta da Gustavo Dudamel a capo dell’Orchestra sinfonica e Coro Nacional
Juvenil Simón Bolívar. La presenza in buca dell’orchestra giovanile venezuelana
giunge a completare l’articolato Progetto
“El Sistema”, programma di collaborazione con la rete di orchestre creata
da José Antonio Abreu che è al centro del Festival
delle Orchestre Internazionali per Expo. Voci di prim’ordine, tra cui Maria
Agresta e Vittorio Grigolo, poi Ailyn Perez e Ramón Vargas, per commuovere
ancora una volta, con la povertà e la miseria in tutto, tranne che nei
sentimenti.
L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti – dal 18 settembre 2015 – produzione Teatro alla Scala
Ascoltata con attenzione, è un’opera buffa, piena di allegria
e umorismo, ma con tanto cuore e un fondo di malinconico disincanto. In
nessun’altra opera comica troviamo il patetismo di passi come “Una furtiva
lagrima”. Sembra una semplice storiella di buon senso, ma si basa su un libretto
di Felice Romani che al gran mestiere poetico unisce la lucidità spietata di un
trattato di antropologia. La ragione si fa burla delle superstizioni, e solo
uno sciocco può credere ai filtri d’amore. Infatti l’unico a crederci è
Nemorino. Ma alla fine l’onestà del sentimento ha la meglio sull’impostura.
Adina riconosce la vera costanza di Nemorino e lo premia scegliendolo. O forse
era solo venuta a sapere della sua improvvisa ricchezza? Il dubbio resta.
Spettacolo noto e sperimentato, con scene e costumi disegnati dalla mano
leggera del pittore e disegnatore Tullio Pericoli. Regia questa volta del
tedesco Grischa Asagaroff, che dovrà districare l’intreccio di amore, risate e
crudeltà nei rapporti sociali. Finisce la lunga attesa per il ritorno alla
Scala di Nello Santi, depositario di una preziosa tradizione operistica
italiana.
Falstaff di Giuseppe Verdi –
dal 14 ottobre 2015 – produzione Teatro
alla Scala – in coproduzione con Royal Opera House Covent Garden di Londra,
Canadian Opera Company di Toronto, Metropolitan Opera di New York, Nederlandse
Opera di Amsterdam
Il ritorno alla Scala di Daniele Gatti con un titolo verdiano
ha – giustamente – il tono di una festa; e sebbene sia nato prima dell’Expo
sull’alimentazione, questo verrà ricordato come il Falstaff in cui sempre si fa festa e sempre si mangia. Nel 2013
addentava con piacere il suo fieno persino un cavallo in scena... Il regista
Robert Carsen ha reso garbato l’obeso protagonista shakespeariano, in
contrapposizione a un mondo di borghesi dozzinali e senza stile. Il suo
Falstaff è un aristocratico impoverito, ma ancora fascinoso nelle maniere, un
uomo forse stravagante, ma non ridicolo. E noi tutti partecipiamo alla gioia di
vivere espressa dal vecchio Verdi, tornato giovane nella buffa e malinconica
commedia sociale scritta a quasi ottant’anni per la Scala, che è pure un
divertentissimo vertice dell’arte di ogni tempo.
Wozzeck di Alban Berg – dal 29 ottobre 2015 – produzione
Teatro alla Scala
Torna alla
Scala uno dei più fortunati spettacoli del regista Jürgen Flimm, che verrà
personalmente a rimontare la sua storica produzione, nata con Giuseppe Sinopoli
nel 1997. Il cast comprende Michael Volle e Roman Treckel nel ruolo del titolo,
Ricarda Merbeth al suo debutto come Marie, Roberto Saccà come Tambourmajor e
Wolfgang Ablinger-Sperrhacke come Hauptmann. La direzione di Ingo Metzmacher
completa una formazione di altissima qualità per questo capolavoro della musica
e del teatro del secolo scorso.
Serata straordinaria:
Serata
Donizetti / Edita Gruberova – il 23 luglio 2015
Una regina del belcanto per le tre regine britanniche e le
tre decapitazioni regali che concludono le opere dell’incandescente “Trilogia
Tudor” di Donizetti. La prima regina, la cattolica e chiacchierata Maria
Stuarda, già moglie del re di Francia e regina di Scozia, verrà imprigionata
per vent’anni e alla fine giustiziata dalla cugina Elisabetta I. Donizetti
intitolò “Aria del supplizio” il nobile finale in cui perdona tutti. Poi Anna
Bolena, seconda moglie di Enrico VIII, al patibolo perché il re vuole sposare
un’altra. Infine Elisabetta I, figlia dei due, che in preda a opposti
sentimenti deve consegnare l’amante al boia, con grazia concessa a sentenza
eseguita. Donne fiere e a volte sprezzanti, donne di potere, combattute fra
dubbi, passioni e ragion di stato. Il melodramma di Donizetti ha animato le
loro voci con veementi gorgheggi e l’astrale perfezione di Edita Gruberova ha
spesso incendiato al calor bianco i momenti estremi di quei tragici destini,
qui riuniti.
Stagione Concertistica
La
Stagione
Sinfonica del Teatro alla Scala si apre il 29 e 30 settembre con Die Schöpfung, di Franz Joseph Haydn.
Dirige l’Orchestra del Teatro alla Scala il M° Zubin Mehta, solisti Julia
Kleiter, Peter Sonn e Thomas E. Bauer; il Coro del Teatro alla Scala è
diretto da Bruno Casoni. Nei concerti
successivi sfilano sul podio i Maestri Daniel Barenboim (12, 14 e 15 novembre,
direttore e solista), Daniel Harding (23, 24 e 26 gennaio 2015, con il pianista
Rudolf Buchbinder), Georges Prêtre (16, 18 e 21 marzo 2015) e Cristoph von
Dohnány (13, 14 e 15 aprile, con il baritono Thomas Hampson). La novità
principale di questa stagione è però l’introduzione dei concerti di tre grandi
orchestre straniere, una per turno di abbonamento: Riccardo Chailly dirigerà la
Gewandhausorchester di Lipsia il 16 febbraio con il violinista Julian Rachlin,
Vladimir Jurowski la London Symphony Orchestra il 7 settembre con il pianista
Daniil Trifonov, e Paavo Järvi
l’Orchestre de Paris con la pianista Hélène Grimaud.
Il
Festival
delle Orchestre Internazionali per Expo richiamerà a Milano dal 2
maggio al 27 ottobre le più importanti orchestre italiane e internazionali: i
Berliner Philharmoniker con Sir Simon Rattle, i Wiener Philharmoniker con
Mariss Jansons, la Filarmonica della Scala con John Eliot Gardiner, la Budapest
Festival Orchestra con Iván Fischer, la Boston Symphony Orchestra con Andris
Nelsons, la Israel Philharmonic Orchestra con Zubin Mehta, l’Orchestra
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Sir Antonio Pappano, il Concentus
Musicus Wien con Nikolaus Harnoncourt, la Cleveland Orchestra con Franz
Welser-Möst e i Barocchisti con Diego Fasolis, solista Cecilia Bartoli. Al
centro del ciclo, dal 21 agosto al 4 settembre, si colloca il “Progetto El Sistema”
che porterà a Milano diverse orchestre appartenenti all’imponente rete di
compagini giovanili sviluppata da José Antonio Abreu. Il programma comprende
concerti dell’Orquesta Sinfónica Nacional Infantil de Venezuela con Riccardo
Chailly, della Sinfónica Juvenil “Teresa Carreño” con Christian Vásquez, della
Sinfónica Juvenil de Caracas con Dietrich Paredes, dell’Orquesta Sinfónica
Simón Bolívar con Gustavo Dudamel (3 concerti).
Nei
Recital di Canto sono protagonisti ancora una volta i
grandi interpreti: Ian Bostridge (accompagnato al pianoforte dal compositore
Thomas Adès), Diana Damrau, René Pape, Anja Harteros, Daniela Barcellona, Ramón
Vargas e Christian Gerhaher.
Per
i Concerti
straordinari nel 2015 si esibiscono al Piermarini la Filarmonica della
Scala, l’Orchestra della Scala e alcuni straordinari solisti: il pianista
Maurizio Pollini, il baritono Leo Nucci, il tenore José Carreras e il baritono
Thomas Hampson insieme al percussionista Martin Grubinger.
La
Scala continua inoltre la sua Ospitalità
delle Istituzioni Musicali Italiane: con il Festival MITO, gli appuntamenti del Festival
Milano Musica e l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi.
Cinque
gli appuntamenti pomeridiani del ciclo Domenica alla Scala, dedicato alle
famiglie (La Scala in famiglia) con
ingresso gratuito per chi ha meno di 18 anni, che vedranno interpreti ensemble
di musicisti scaligeri e il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla
Scala diretto da Bruno Casoni.
Affiancati
da artisti ospiti, solisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala guideranno il
pubblico nell’ascolto di capolavori tratti dal repertorio della musica
cameristica di tutti i tempi, durante gli appuntamenti organizzati dall’Ufficio
Promozione Culturale nell’ambito della rassegna Invito alla Scala per Giovani e
Anziani.
Continueranno
i Concerti
dell’Accademia della Scala nel Ridotto dei Palchi
“A. Toscanini”, con i giovani solisti dell’Accademia di Perfezionamento per
Cantanti Lirici, e gruppi da camera e ensemble dell’Accademia stessa tra cui spicca
nel 2015 l’attività dell’ensemble “Giorgio Bernasconi” dedicata al repertorio
contemporaneo. Il 7 giugno giugno, infine, avrà luogo presso la grande sala del
Piermarini il concerto istituzionale dell’Accademia, con gli allievi del Corso
di Perfezionamento per Cantanti Lirici accompagnati dall’Orchestra
dell’Accademia.
Stagione di Ballo
Étoiles
scaligere, importanti ospiti internazionali, grandi coreografi di oggi e di
sempre, bacchette di pregio. In palcoscenico, in buca e in locandina, questa Stagione di Balletto porta conferme e novità; la più evidente è senza dubbio l’aumento delle
nuove produzioni, che arrivano a tre: la metà degli spettacoli in cartellone è
dunque nuova per la Scala, presentata da coreografi di grande prestigio internazionale
le cui creazioni sono nel repertorio delle maggiori compagnie del mondo. In
sette titoli, più uno spettacolo dell’Accademia, la programmazione 14-15 vedrà
quindi tornare in scena dopo diversi anni Lo schiaccianoci e la Bella
addormentata, nel segno di Čajkovskij, che la Scala omaggia nel 2015 a
175 anni dalla nascita con due tra i classici più amati di sempre, ma in
due produzioni, firmate da Nacho Duato e Alexei Ratmansky, che entrano per la
prima volta nel repertorio del balletto scaligero, come pure entrerà per la
prima volta Cello Suites – In den
Winden im Nichts di Heinz Spoerli su musiche di Bach. Accanto a questi
nuovi titoli, anche Giselle, L’histoire de Manon e, in occasione di Expo, Excelsior e il Gala des Étoiles. Ma un ulteriore
tratto distintivo è la cura dell’aspetto musicale: Lo schiaccianoci e La bella
addormentata vedranno sul podio un rappresentante della grande scuola russa
come Vladimir Fedoseyev cui si succederanno Patrick Fournillier per Giselle e David Coleman per Excelsior, il Gala des Étoiles e L’histoire
de Manon.
Mancava
dalle scene scaligere dal 2006 il più natalizio tra i classici del repertorio.
Per dieci recite, fra dicembre e gennaio, più la consueta anteprima dedicata ai
giovani, Lo schiaccianoci illuminerà
le feste inaugurando con il fascino di una favola sognante la nuova stagione di
Balletti alla Scala, con l’armoniosa grazia della partitura di Čajkovskij, sfaccettata, poliedrica e
ricca di colori, e la veste coreografica di Nacho Duato. Nel suo “periodo
russo” al Mikhailovskij, Nacho Duato ha affrontato diversi titoli classici; nel
dicembre 2013 ha debuttato il suo Schiaccianoci;
sostanzialmente inalterata la trama, con solo alcuni elementi di sintesi, e
scene e costumi del famoso artista
francese Jérôme Kaplan, nel solco della tradizione, con elementi di raffinato
humour. In scena al gran completo il Balletto della Scala e, in alcune recite
la nostra étoile Roberto Bolle accanto a Maria Eichwald, con cui ha condiviso
il successo di Onegin nelle passate
stagioni.
Novità
anche per il secondo titolo della stagione, ma un gradito ritorno, quello di
Heinz Spoerli, a cui è legato il ricordo della riapertura del Teatro alla Scala
con Europa riconosciuta di Salieri,
diretta da Riccardo Muti, di cui aveva firmato le danze. Ora, nel mese di
marzo, il suo nome si lega a quello di
Bach, per una famosa produzione che entra nel repertorio scaligero: Cello
Suites – In den Winden im Nichts. Spoerli ha uno speciale rapporto con Bach: ne ha coreografato prima le
Variazioni Goldberg e poi le Suites per violoncello solo. Terra, acqua e fuoco
gli elementi da cui ha attinto nelle prime tre; per Cello Suites (2003) è l’aria a permeare la sua coreografia con le Suites
2, 3 e 6: un fumo leggero che si sprigiona dall’unico elemento scenografico, un
grade anello che fa da trait d’union tra le tre parti del balletto; diciotto i
movimenti, con differenti atmosfere musicali e coreografiche che metteranno in
evidenza il Corpo di Ballo.
Aprile sarà dedicato a Giselle: balletto romantico per eccellenza, continua ad attrarre il
pubblico italiano e internazionale: non è un caso che questa indimenticabile
coreografia di Coralli-Perrot nella ripresa di Yvette Chauviré, abbia ottenuto
in grande successo anche nel corso delle recenti tournée in Oman, Brasile, Hong
Kong e che si appresti ora ad andare in tour
dal 31 gennaio all’8 febbraio a Parigi. Perfetto nella sua struttura, impreziosito dall’allestimento di
Alexander Benois in repertoiro alla Scala, nel corso delle dodici recite
previste ad aprile vedrà alternarsi cast della casa, il ritorno degli
amatissimi Svetlana Zakharova e Roberto Bolle, ma anche, inedita coppia per la
Scala, Natalia Osipova con David Hallberg. Debutto scaligero nel ruolo anche
per Maria Eichwald.
Con
il mese di luglio, la programmazione del balletto scaligero entra nell’Expo. E
non poteva quindi mancare l’originale e italianissimo Excelsior,
esaltazione delle conquiste del Progresso scientifico e tecnologico che unisce
e affratella i popoli. Nel 1881, sullo sfondo del nuovo secolo, il sipario
della Scala si aprì su questo kolossal vivace e carico di ottimismo, che
fu un successo straordinario in tutto il mondo. L’edizione firmata nel 1967 da
Crivelli, Dell’Ara, Carpi, Coltellacci, alla Scala dal 1974 e l’ultima volta in
scena nel gennaio 2012, mantiene intatto l’estro del “ballo grande” manzottiano
e il sapore antico dello spirito italiano in danza. Tornano quindi
trionfalmente in scena per nove recite la Luce, che vince sull’Oscurantismo, il
battello a vapore, il telegrafo e il trionfo della Civiltà, incarnata in alcune
recite da Alina Somova.
Settembre
e ottobre portano la firma di Čajkovskij, di Petipa e di Alexei Ratmansky per
una imperdibile Bella addormentata,
che vede la Scala in coproduzione con l’American Ballet Theatre per la
attesissima firma di uno dei più grandi coreografi attuali. Da tempo Ratmansky aspettava di confrontarsi con
quello che lui stesso ritiene la quintessenza dell’armonia e del fascino del
balletto classico: il suo nuovo progetto vedrà la luce
proprio nella primavera del 2015, negli Stati Uniti, e in autunno per l’Italia
alla Scala, con scene e costumi del vincitore di un Tony Award, Richard Hudson,
basate sul lavoro di Léon Bakst per la storica produzione dei Balletti Russi di
Diaghilev del 1921. La bella addormentata
mancava dalle scene scaligere dal 2007, e ora dopo otto anni finalmente si
risveglierà in questa sua nuova veste coinvolgendo il Corpo di Ballo e, per
alcune recite la coppia regale formata da Svetlana Zakharova e David Hallberg.
I visitatori di Expo potranno
quindi, fra luglio e ottobre, entrare nel cuore del balletto scaligero, con un
titolo, Excelsior, che è
assolutamente parte della nostra tradizione italiana e con una nuova
produzione, la Bella, che pure ci
vede proseguire nel duplice intento di preservare il grande repertorio e di
acquisire e fare nostre preziose novità, mettendosi in primo piano con una
coproduzione di altissima risonanza mondiale, con una delle firme più richieste
che con la Scala ha ormai un rapporto di grande intesa. E sempre con il
balletto i visitatori di Expo verranno accompagnati fino alle date conclusive
della grande manifestazione: la
tradizione dei grandi Gala alla Scala
coincide in questa stagione proprio con le date di chiusura di Expo (il 30 e 31
ottobre) e ne sposa simbolicamente lo spirito, nel riunire, stavolta nel
balletto, le eccellenze internazionali. Le étoiles scaligere Svetlana
Zakharova, Roberto Bolle e Massimo Murru faranno gli onori di casa
accanto al Corpo di Ballo e a stelle internazionali: in scena i balletti più
amati, i virtuosismi, i nomi più quotati e le nuove stelle da scoprire.
Per
completare questa stagione mancava un titolo classico ma assolutamente moderno
nella sua teatralità, il giusto punto d’incontro tra musica, passione, verità
interpretativa e fonte letteraria. Tutto questo è L’histoire de Manon e questa è la genialità di Kenneth MacMillan
che ha dato nuova vita al personaggio creato da Prévost, diventato popolare grazie al melodramma,
delineando il fascino e la tragedia della protagonista, creando splendidi ruoli
maschili in un balletto appassionante e coinvolgente sul piano drammatico,
psicologico e coreografico, che vedrà in scena in alcune delle otto recite in
programma Svetlana Zakharova con Roberto Bolle, Natalia Osipova con David
Hallberg.
Grandi
Opere per Piccoli
Il
progetto “Grandi Opere per Piccoli”
inaugurato nella presente stagione prevede ogni anno l’esecuzione alla Scala di
un celebre titolo operistico in forma ridotta e adattata alla curiosità dei
bambini. Il primo titolo è La Cenerentola
di Gioachino Rossini, in scena per otto date aperte al pubblico delle famiglie
fino al 17 maggio, cui si aggiungono otto rappresentazioni per le scuole.
L’adattamento della musica di Rossini per un’orchestra di 12 elementi e una
durata di circa un’ora, adatta alla soglia di attenzione dei più piccoli, è
curato da Alexander Krampe; Maxime Pascal dirige l’Orchestra dell’Accademia
Teatro alla Scala, da cui provengono anche i giovani solisti di canto. Ulrich
Peter firma la regia, Luigi Perego le scene e Dorothea Nicolai i costumi. Due
attori guideranno i giovani ascoltatori alla scoperta dell’opera. Antonio
Albanese e Michele Nani si alternano come voci recitanti.
(comunicato
stampa)