Il grande tenore (Vidalenzo di Polesine Parmense, 13 luglio 1924) si
è spento lo scorso 26 luglio a Milano all’età di 90 anni
Il 13 luglio, in occasione del suo 90°
compleanno, Busseto lo aveva festeggiato con un concerto straordinario in
piazza con l’Orchestra Filarmonica Italiana, diretta da Fabrizio Cassi. E
sempre nella patria del suo amato Verdi si sono svolti, il 28 luglio, nella chiesa Collegiata di San Bartolomeo, i
suoi funerali.
Perché Carlo Bergonzi, definito da moltissimi
come il “tenore verdiano” del ‘900 per eccellenza, a pochi giorni dal suo
compleanno, è scomparso: nella notte del 25 luglio a Milano, all’Istituto
Auxologico.
Carlo Bergonzi è nato il 13 luglio1924 a Vidalenzo di Polesine Parmense, a un solo chilometro di distanza dalla Villa Verdi di Sant’Agata. Fin da ragazzo incline alla musica, cantava nella chiesa parrocchiale. Iscritto al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, all’età di sedici anni i suoi maestri decisero che la sua voce era baritonale. Dopo questo periodo la guerra interruppe i suoi studi che per ben tre lunghi anni dovette disertare in quanto prigioniero in Germania.
Terminata la guerra riprese il sogno, mai abbandonato, di studiare canto. Debuttò come baritono nel 1947 ma, insoddisfatto, dopo due anni decise di cambiare impostazione e, dopo tre mesi di studio come autodidatta (sulle incisioni di Aureliano Pertile, dirà in una intervista), nel gennaio del 1951 si presentò come tenore nell’opera Andrea Chénier al Teatro Petruzzelli di Bari. A coronare la gioia per la riuscita della serata, nasceva proprio in quella stessa occasione il suo primo figlio Maurizio. Incoraggiato dal successo, decise di preparare con ferrea volontà altre opere. Ora nel suo repertorio se ne contano settantuno, dalla produzione romantica a quella verista, ma ancor più vasti sono i suoi programmi concertistici. Nel 1951, cinquantenario della morte del Maestro, Bergonzi fu scelto dalla RAI per eseguire una serie di opere verdiane, fra le quali “I due Foscari”.
Il titolo di quest’opera rimase a lui particolarmente caro, tanto che negli anni successivi lo scelse quale nome per il suo albergo ristorante sito in Busseto. I primi passi sul palcoscenico dei teatri di provincia gli avevano procurato quella grande e proficua esperienza, che gli consentì di varcare successivamente la soglia dei più famosi teatri del mondo. Il suo vero lancio internazionale avvenne al Metropolitan di New York con Aida nella stagione 1956/57. Da allora ben trentatre stagioni in quel meraviglioso teatro (vecchio e nuovo) lo hanno visto protagonista con anche varie inaugurazioni.
La direzione del Metropolitan, unitamente a colleghi, fans e amici, volle nel dicembre 1981, con un Gala entusiasmante e commovente, festeggiarlo per il 25esimo anniversario di carriera in quel teatro. Altri prestigiosi teatri lo videro innumerevoli volte calcare il palcoscenico, tra cui la Scala di Milano, dove per nove stagioni ha cantato le migliori opere del suo repertorio, inaugurando una stagione con La Forza del Destino nel lontano 1965. Del 1993 è l’addio definitivo alla Scala con un grande trionfo. Molti altri teatri importanti hanno applaudito le sue esibizioni nelle città di Buenos Aires, Chicago, San Francisco, Vienna, Londra, Barcellona, Madrid, Berlino, Salisburgo, Tokio, Roma, Napoli, Torino, Genova, Bologna, Parma, Venezia, Trieste e altre. E fra i più importanti teatri estivi l’Arena di Verona (21 stagioni con un solo anno d’interruzione), Terme di Caracalla, loSferisterio di Macerata ed altri ancora.
Le incisioni di Bergonzi sono
innumerevoli, 25 opere complete ed in aggiunta diversi recitals e duetti
con i più importanti Maestri e colleghi. Maestri come Bruno Walter,
Tullio Serafin, Herbert von Karajan, Carlo Maria Giulini, Antonino Votto,
Gianandrea Gavazzeni, Solti, Mitropoulos, Schippers, Pretre, Cleva, Patané,
Santi, Molinari Pradelli, Bernstein... Colleghi come Tebaldi,
Callas, Price, Stella, Kabaivanska, Cossotto, Sutherland, Verrett, Scotto,
Simionato, Caballé, Nilsson, Arroyo, Deutekom, Sills, Moffo, Bumbry, Rysanek...
(la biografia è tratta dal sito carlobergonzi.it)
Adriana Benignetti