Stiffelio
Melodramma
in tre atti
Musica
Libretto
Francesco Maria Piave (Murano, 18 maggio 1810 –
Milano, 5 marzo 1876), dal dramma Le Pasteur, ou l’Évangile et le Foyer di
Émile Souvestre (Morlaix, 15 aprile 1806 – Parigi, 5 luglio 1854) ed Émile
Bourgeois (Morlaix, 12 marzo 1818 – Penzé-en-Taulé, 28 agosto 1847)
Prima rappresentazione:
Trieste,
Teatro Grande, 16 novembre 1850
Personaggi
Stiffelio,
ministro assasveriano (tenore)
Lina,
sua moglie (soprano)
Stankar,
vecchio colonnello conte dell’Impero e padre di Lina (baritono)
Raffaele,
nobile di Leuthold (tenore)
Jorg,
vecchio ministro (basso)
Dorotea,
cugina di Lina (mezzosoprano)
Federico
di Frengel, cugino di Lina (tenore)
Amici
del conte, discepoli di Stiffelio, popolo assasveriano
L’azione
si svolge in Germania presso il castello del conte di Stankar, sulle rive dello
Salzbach, all’inizio del XIX secolo
ATTO
I
Jorg, pastore uscente
della setta degli Assasveriani, si augura che Dio ispiri il successore
Stiffelio alias Rodolfo Müller, che
rientra al castello del suocero Stankar dopo un viaggio. Senza leggerle,
Stiffelio brucia nel caminetto alcune lettere che provano l’adulterio di una
donna della comunità per dare l’esempio del perdono. La moglie Lina, travolta
dal rimorso, decide di scrivere al marito per rivelargli che è lei l’adultera.
Stankar, suo padre, entrando all’improvviso, la coglie sul fatto e le impone di
nascondere al marito una verità così spaventosa. Nel frattempo Raffaele, il
seduttore, fa scivolare una lettera per Lina nel messale. Jorg, non visto, si
accorge della manovra ma, subito dopo, giunge un altro membro della comunità,
Federico, che si appropria del libro: egli, equivocando, conclude che il
seduttore è Federico e denuncia il fatto a Stiffelio. Il pastore gli sottrae il
libro, strappando il sigillo. La lettera scivola a terra, ma prima che
Stiffelio possa leggerla, Stankar se ne impossessa e la distrugge. Stankar
sfida a duello Raffaele.
ATTO
II
È notte e Lina
attende Raffaele per l’ultimo incontro, nell’antico cimitero del castello.
Vicino alla tomba della madre prova un grande senso di colpa. Sopraggiunge
l’amante ed ella gli chiede indietro l’anello del marito. Nel frattempo, arriva
anche Stankar, che sfida a duello il seduttore della figlia. Richiamato dal
rumore delle spade, compare Stiffelio, che ordina ai contendenti di
riconciliarsi nel nome di Dio. Appreso, però, dal suocero che Raffaele è il
seduttore di Lina, afferra una spada e sfida il rivale. La donna non può fare nulla,
ma si sente in lontananza un coro dal tempio. Inizia la funzione e tutti
attendono Stiffelio. Combattuto tra l’istinto e la fede, egli sviene ai piedi
della Croce.
ATTO
III
Nel suo castello,
Stankar è disperato e medita il suicidio: ma quando Jorg gli comunica che
Raffaele sta tornando al castello per un colloquio con Stiffelio, decide di
approfittarne per uccidere il seduttore. Stiffelio impone alla moglie di
firmare un documento che sancisca il loro divorzio: in preda alla disperazione,
Lina cede. Rimasto solo, Stiffelio si domanda come comportarsi col rivale,
quando vede sopraggiungere Stankar con la spada insanguinata: il suocero ha
ucciso Raffaele. Stiffelio si appresta a celebrare il culto e durante la
funzione legge la storia dell’adultera. Al momento fatidico il pastore conclude
la lettura del passo col perdono di Gesù, dichiarando in tal modo di aver
perdonato la moglie.
Fonti:
giuseppeverdi200.gov.it
Dizionario
dell’opera 2002 a
cura di Piero Gelli, Baldini&Castoldi, Milano 2001
Adriana
Benignetti