Titolo: Verdi Architetto
Fotografie: Francesco Maria Colombo
Prefazione: Emilio Sala
Testi: Carlo Majer e Alessandro Turba
Pagine: 96
Edizione: Umberto Allemandi & C., Torino
2013
Prezzo: 25,00 euro
ISBN: 978-88-6395422-2287-3
Villa
Verdi a Sant’Agata, l’Ospedale di Villanova sull’Arda, la Casa di Riposo per Musicisti a Milano (Casa Verdi)
sono luoghi ben fissati nella memoria collettiva.
Eppure, il raffinato e sensibile obiettivo di Francesco Maria Colombo riesce in un’impresa che, almeno in teoria, sembrava se non impossibile quanto meno difficile: ripercorrerli e ridonarli investiti da nuova luce.
Immagini che parlano di Giuseppe Verdi, dell’uomo prima ancora che del musicista e ne mostrano l’eleganza e la sobrietà, la generosità e la meticolosità, la creatività e l’operosità. Il bellissimo bosco che circonda Villa Verdi ritratto sotto la neve, i salici piangenti che si addossano alla porta, il laghetto “tortuoso e melanconico”; il cippo sepolcrale di Loulou (cagnolino maltese di Verdi) con relativo epitaffio; il busto del musicista dinanzi all’Ospedale di Villanova, quasi ad ammirare la natura che si apre dinanzi; la cripta di Casa Verdi dove “dimorano” il musicista e Giuseppina Strepponi. È negli dettagli, soprattutto, che queste immagini mostrano la complessità e la modernità di un uomo che “si è trasformato in progettista, arredatore, fattore, agronomo, benefattore, edificatore di case proprie e altrui”.
Dettagli che rivelano le tante “anime” di Verdi ma allo stesso tempo di Francesco Maria Colombo: perché il suo sguardo non è solo quello di un fotografo esperto e attento, ma anche quello di un musicista, di un critico. È lo sguardo di una personalità complessa che si riflette e riflette, come in un gioco di specchi.
Eppure, il raffinato e sensibile obiettivo di Francesco Maria Colombo riesce in un’impresa che, almeno in teoria, sembrava se non impossibile quanto meno difficile: ripercorrerli e ridonarli investiti da nuova luce.
Immagini che parlano di Giuseppe Verdi, dell’uomo prima ancora che del musicista e ne mostrano l’eleganza e la sobrietà, la generosità e la meticolosità, la creatività e l’operosità. Il bellissimo bosco che circonda Villa Verdi ritratto sotto la neve, i salici piangenti che si addossano alla porta, il laghetto “tortuoso e melanconico”; il cippo sepolcrale di Loulou (cagnolino maltese di Verdi) con relativo epitaffio; il busto del musicista dinanzi all’Ospedale di Villanova, quasi ad ammirare la natura che si apre dinanzi; la cripta di Casa Verdi dove “dimorano” il musicista e Giuseppina Strepponi. È negli dettagli, soprattutto, che queste immagini mostrano la complessità e la modernità di un uomo che “si è trasformato in progettista, arredatore, fattore, agronomo, benefattore, edificatore di case proprie e altrui”.
Dettagli che rivelano le tante “anime” di Verdi ma allo stesso tempo di Francesco Maria Colombo: perché il suo sguardo non è solo quello di un fotografo esperto e attento, ma anche quello di un musicista, di un critico. È lo sguardo di una personalità complessa che si riflette e riflette, come in un gioco di specchi.
Uscito in occasione dell’omonima mostra tenutasi a Palazzo
Moriggia (Museo del Risorgimento di Milano) dal 20 dicembre 2013 al 2 marzo
2014, il volume Verdi architetto.
Fotografie di Francesco Maria Colombo presenta un ulteriore vantaggio. Il
viaggio alla riscoperta dei luoghi e di Verdi potrà, infatti, volume alla mano,
essere condotto “a tappe”, avendo come punto di partenza e di arrivo le immagini,
ma avvalendosi anche dell’interessante saggio di Carlo Majer e del notevole,
egregio lavoro di Alessandro Turba che, nella sua ricerca, si è avvalso di
documenti di diversa natura (memoriale, epistolare e giornalistica). Testi che
confermano, da un lato, quello che le fotografie da sole già dicono e, dall’altro,
aprono la strada a nuovi spunti di riflessione e, perché no?, di ricerca.
Il volume è uscito in versione bilingue italiano e inglese.
Adriana Benignetti