Le Comte Ory
Melodramma giocoso in due atti
Musica
Gioachino Rossini (Pesaro, 29 febbraio 1792 – Parigi, 13 novembre
1868)
Libretto
Eugène Scribe (Parigi, 24 dicembre 1791 – Ivi, 20 febbraio 1861) e Charles-Gaspard Delestre-Poirson (Parigi,
22 agosto 1790 – Ivi, 19 novembre 1859)
Prima rappresentazione:
Parigi, Opéra, 20 agosto 1828
Personaggi
Il conte Ory (tenore)
Il suo precettore (basso)
Isolier, paggio del conte
(mezzosoprano)
Raimbaud, cavaliere, compagno di
follie del conte (basso)
Adèle, contessa di Formoutiers
(soprano)
Ragonde, custode del castello
(contralto)
Alice, giovane contadina (soprano)
Quattro cavalieri, amici del conte
(tenori)
Cavalieri, crociati scudieri, dame
contadini
La trama
L’azione si svolge nel XIII secolo
ed è ambientata all’esterno del castello dei conti di Formoutiers
Atto Primo
Gli uomini del paese sono da poco partiti per la Terrasanta: il
conte Ory, travestito da eremita, corteggia la sorella del conte di Formoutiers
mentre Raimbaud, suo fedele compagno,
travestito da servitore dell’eremita ne loda le doti taumaturgiche e invita
tutti a consultare l’uomo e a portargli doni. Sopraggiunge Ragonde, custode del
castello dei Formoutiers, che fissa un appuntamento con l’eremita per Adèle, triste
e angosciata per la partenza del fratello e degli altri cavalieri per le
Crociate.
Poco dopo sopraggiungono Isolier, paggio del Conte Ory e
innamoratissimo di Adèle e il precettore di Ory, inviato dal padre di quest’ultimo
in cerca del figlio scomparso dal proprio castello da 8 giorni. Vedendo uscire
così tante belle ragazze dal romitaggio, il precettore sospetta che Ory non sia
lontano, tanto più che l’eremita è arrivato proprio otto giorni prima,
contemporaneamente alla sua scomparsa. Isolier, invece, non sospetta nulla e rivela
all’eremita il suo piano: entrare nel castello, travestito da pellegrina, per
conquistare la contessa. L’uomo dona, inoltre, del denaro all’eremita affinché
convinca la contessa a rinunciare al voto di castità e ceda al suo amore.
Il piano piace al conte (che, naturalmente, ha riconosciuto
il suo paggio) che cerca di sfruttarlo a proprio vantaggio. Quando arriva la
contessa la scioglie dal voto di castità e le consiglia di aprire il suo cuore
all’amore, ma la mette in guardia da Isolier, da cui la donna è attratta: la
convince, poi, a farlo entrare nel palazzo.
In quel momento sopraggiunge il precettore, con la sua scorta
di cavalieri, e riconoscendo Raimbaud, capisce che l’eremita è il conte Ory
travestito e lo smaschera davanti a tutti.
Nel frattempo viene consegnata a Ragonde una lettera, nella
quale si annuncia il ritorno dei crociati entro due giorni. La felicità delle donne
e i consigli del precettore non distolgono tuttavia il conte Ory dai suoi
progetti erotici, che intende portare a termine nella giornata che ancora gli
resta.
Atto Secondo
Nel
castello le dame, alla presa con lavori femminili, commentano l’arditezza del
conte quando alcune povere pellegrine chiedono ospitalità per la notte
dichiarando di essere state importunate proprio da Ory. Le pellegrine altro non
sono che il conte e suoi cavalieri travestiti.
Allontanate Ragonde e le dame, Adèle riceve suor Colette (Ory), che desidera ringraziarla per l’ospitalità concessa: la religiosa è, in realtà, un po’ eccessiva nelle manifestazioni della sua riconoscenza e cerca di baciare la mano della contessa con un trasporto inopportuno. Sopraggiungono anche le altre pellegrine e, prima di ritirarsi, Adèle ordina che venga portata una cena di latte e frutta.
Nel frattempo, mentre il Conte racconta al precettore che
l’idea del travestimento gli è venuta dal paggio Isolier, entra Raimbaud che, sceso
nelle cantine del castello, ha fatto razzia di vino. Le false pellegrine
prorompono in canti di gioia, inneggiando al vino e all’amore.
La contessa, con un seguito di dame che recano delle fiaccole
per le pellegrine, invita quest’ultime a ritirarsi nelle proprie stanze. Subito
dopo si ode una scampanellata: è Isolier venuto ad avvertire le dame del
castello che i crociati torneranno a mezzanotte, per sorprendere mogli e
sorelle e scoprire se sono state fedeli come hanno giurato.
La Contessa vuole avvertire le pellegrine, ma Isolier ha ben
capito che si tratta del conte Ory e dei suoi cavalieri e escogita un piano per
vendicarsi. Il conte, infatti, attirato dalla voce della contessa esce per
corteggiarla. Alla donna, però, si è sostituito Isolier che, spenta la lampada,
si è sdraiato sul divano, coperto dal velo della contessa.
Nell’oscurità, Ory avanza verso il divano, in preda a grande
eccitazione: la contessa gli rivolge la parola e l’uomo afferra con trasporto
la mano del paggio, che, divertito, esorta la Contessa a proseguire nel gioco.
Il Conte si fa sempre più audace e abbraccia appassionatamente il proprio
paggio Isolier. In quel momento si odono gli squilli delle trombe dei crociati
che ritornano.
La contessa fugge dalla stanza e Ory capisce di essere stato beffato
dal paggio: domanda perdono alla contessa, anche a nome dei suoi cavalieri.
La donna richiede la
loro immediata partenza, prima dell’arrivo del fratello e dei mariti delle
dame, attraverso un passaggio segreto cui li guiderà Isolier. Il paggio fa
appena in tempo a richiudere il passaggio che irrompono nella stanza i
cavalieri crociati, accolti dagli abbracci e dalle grida festanti delle dame.
Adriana Benignetti