«Se dovessi riassumere la mia carriera in una
sola parola questa sarebbe: l’amore»
Lo scorso settembre è apparso, per l’etichetta discografica “Bis”, un suo CD con 3 Sonate di Beethoven; pochi giorni dopo,
per “La Dolce Volta”, un altro CD con musiche di
Schubert, Mozart e Beethoven. A distanza di due mesi, il 16 dicembre 2013, ha
compiuto 90 anni: un compleanno celebrato poco prima, nemmeno a dirlo, con un
concerto (alla Salle Pleyel) dove sul palco, accanto a lui, ha voluto Wu Han, Christoph Prégardien,
Benjamin Berlioz e il Quatuor Ébène. In questi giorni è impegnato in una serie
di concerti tra Vienna, Budapest e Londra.
Nulla di strano né di sorprendente se
il musicista in questione non avesse festeggiato, lo scorso 16 dicembre, ben 90
anni. Eppure, a dispetto dell’età, Menahem
Pressler, fondatore del leggendario
“Beaux Arts Trio” sembra non solo essere in perfetta forma fisica e mentale ma
conservare, dalla sua, un entusiasmo e una passione davvero invidiabili.
Intervistato pochi mesi fa da Olivier
Bellamy per il mensile francese Classica,
il pianista ha dichiarato: «Si je devais résumer ma carrière en un mot, ce
serait: l’amour. Mes mains sont encore bonnes, ma vue est parfaite et mon coeur
va bien. Le succès que je recontre à mon grand âge me touche, non pas tant que
j’aime les applaudissements mais parce que j’ai la possibilité de dire quelque
chose à travers la musique qui n’appartient qu’à moi et de partager cela avec
le public». L’amore per la musica, la possibilità di dire attraverso il
pianoforte qualcosa di estremamente intimo e personale e la gioia di condividere
queste emozioni con il pubblico, certo; o, più probabilmente, la curiosità e
l’umiltà che mai lo hanno abbandonato. Sembrano essere questi gli ingredienti
di una longevità artistica (e non solo) che continua a sbalordire pubblico e
critica.
Nato in Germania, a Magdeburg, nel 1923,
Pressler ha dovuto, del resto, affrontare fin da subito una vita non facile. Costretto,
all’età di 16 anni, ad abbandonare con la sua famiglia, di origine ebrea, la
Germania per rifugiarsi in Palestina, il pianista ha più volte dichiarato che a
“salvarlo” è stata proprio la passione per la musica. La svolta avviene nel
1946 quando vince il primo premio alla “Debussy International Piano Competition”
di San Francisco: riconoscimento seguito, poco dopo, dal debutto con la
Philadelphia Orchestra diretta da Eugene Ormandy.
Il nome di Menahem Pressler resta,
però, indissolubilmente legato a quello del “Beaux Arts Trio”, formazione da
lui fondata nel 1955 (il debutto avvenne il 13 luglio di quell’anno al Festival
di Berkshire). 54 anni colmi di grandi successi e riconoscimenti ma anche di
trasformazioni; nell’arco della sua esistenza, infatti, la formazione ha
cambiato più volte violinista e violoncellista. A far da collante sempre lui, Menahem
Pressler, da quel 13 luglio del 1955 fino al 23 agosto del 2009, giorno nel
quale al Festival Mendelssohn di Lipsia il Trio ha tenuto il suo “concerto d’addio”.
Un addio alle scene per la formazione
ma non, appunto, per il pianista attivissimo nella sua “nuova” carriera: questa
volta, nelle vesti di solista!
Adriana Benignetti