Calorosissima
accoglienza del pubblico per il ballerino, straordinario protagonista de “Lo
schiaccianoci” in scena al Teatro di San Carlo di Napoli
«Lo schiaccianoci è uno dei più bei doni della danza, non soltanto per i bambini, ma per chiunque ami l’elemento magico del teatro: ha un incanto perenne, che non dura soltanto i giorni di Natale, ma tutto l’anno […]». George Balanchine
«Lo schiaccianoci è uno dei più bei doni della danza, non soltanto per i bambini, ma per chiunque ami l’elemento magico del teatro: ha un incanto perenne, che non dura soltanto i giorni di Natale, ma tutto l’anno […]». George Balanchine
Quest’anno “compirà” 122 anni: eppure, nonostante il
trascorrere del tempo e qualche critica non sempre benevola, Lo schiaccianoci continua ad ammaliare
il pubblico, quello degli appassionati e dei “profani”, degli adulti e dei bambini,
grazie a un’atmosfera magica che, trasversalmente, investe tutti. E da quando,
il 18 dicembre del 1892, fu rappresentato per la prima volta al Teatro
Mariinskij di San Pietroburgo, il balletto – frutto della collaborazione tra
Čajkovskij e Ivanov (subentrato a Petipa bloccato dalla malattia) e ispirato
dal racconto Lo schiaccianoci e il re dei
topi di Enrst Theodor Amadeus Hoffmann, con l’intermediazione della
versione più “dolce” datane da Alexandre Dumas – ha conosciuto un successo accresciutosi via
via negli anni.
«[…] Esso esplode – immancabile – a Natale, come un’epidemia
di morbillo» scrisse P.W. Manchester su Dancing
Times: e, in effetti, le festività natalizie, complice la trama ambientata
proprio a Natale, sono l’occasione più propizia per rivivere al meglio la magia
del balletto. Occasione propizia, alla quale, ormai da tempo non si sottrae il
Teatro di San Carlo di Napoli che, ogni anno, ripropone il titolo.
Quello andato in scena in questi giorni (dal 29 dicembre 2013 al 5 gennaio 2014) è un allestimento particolarmente
riuscito e che ben ha evidenziato, più di altri precedenti, l’atmosfera magica
ma anche le sottigliezze psicologiche insite nel soggetto. Merito innanzi tutto
delle splendide scene di Nicola
Rubertelli, suggestive e imponenti allo stesso tempo, e in perfetta
sintonia con i meravigliosi costumi di Giusi
Giustino; ma anche, e soprattutto, della coreografia di Alessandra Panzavolta, direttore del
Corpo di Ballo del teatro napoletano. La Panzavolta si rifà, per la sua
versione, direttamente all’originale e il risultato è una maggiore omogeneità
del racconto che pone, al centro di tutta la storia, Clara e il Principe
Schiaccianoci. In particolare, si assiste a un’evoluzione del personaggio di
Clara che da bambina attraverso il sogno crescerà grazie anche alla scoperta
dell’amore, rappresentato dal Principe.
Prestigioso protagonista della recita del 2 gennaio è stato l’étoile Giuseppe Picone che proprio alla Scuola
di Ballo del Teatro di San Carlo di Napoli mosse i primi passi nel mondo della
danza. Un “ritorno a casa”, dunque, per Picone che, oggi affermatissimo sulla
scena internazionale, festeggia proprio in questi giorni i 20 anni di carriera.
Un ritorno a casa ricco sen’altro di emozioni per lui, ma, soprattutto,
coronato da una bellissima accoglienza da parte del pubblico che gli ha
tributato lunghissimi applausi sia a scena aperta, durante gli assoli e i pas de deux, che alla fine dello spettacolo. Del resto, dalla sua,
il ballerino ha infinite carte da giocare: vero e proprio animale da
palcoscenico, con una tecnica perfetta mai fine a se stessa, ma accompagnata
sempre da grazia ed eleganza in ogni passo e in ogni gesto, Giuseppe Picone,
dotato anche di una bellezza notevole e un fascino innato, incarna perfettamente il ruolo del Principe.
A tenergli “testa” è Marija Kicevska, prima ballerina del Balletto di Macedonia, una graziosissima Clara (e anche una deliziosa Principessa Confetto), che si è distinta per tecnica, grazia e per la capacità di interpretare ottimamente l’evoluzione psicologica del personaggio. Da sottolineare anche la perfetta intesa tra Picone e Kicevska nei passi a due.
A tenergli “testa” è Marija Kicevska, prima ballerina del Balletto di Macedonia, una graziosissima Clara (e anche una deliziosa Principessa Confetto), che si è distinta per tecnica, grazia e per la capacità di interpretare ottimamente l’evoluzione psicologica del personaggio. Da sottolineare anche la perfetta intesa tra Picone e Kicevska nei passi a due.
Piccole imperfezioni del Corpo
di Ballo non hanno oscurato una prestazione nel complesso molto buona e che
ha evidenziato omogeneità e armonia negli insiemi: spiccano, particolarmente,
le interpretazioni di Salvatore Manzo,
bravissimo Arlecchino, Alessandra
Veronetti, Regina della Neve, e Gianluca
Nunziata (che ha sostituito Edmondo Tucci, previsto per questa recita), perfetto nei panni di Drosselmeyer.
Squisito anche l’intervento del Coro di Voci Bianche diretto da Stefania Rinaldi. Di particolare rilievo la prova dell’Orchestra del Teatro San Carlo, magistralmente
diretta dall’energico, raffinato e “veterano” del balletto, David Coleman.
Adriana
Benignetti
N.B. Foto di Francesco Squeglia