Venerdì 4 ottobre
alle ore 21.00, un’originale “mise en espace” di Matteo Mazzoni con video
scenografia di Benito Leonori. In programma duetti per baritono e basso con
Julian Kim, Luca Tittoto e l’Orchestra Filarmonica Marchigiana diretta da
Giacomo Sagripanti
(Foto di Rocco Casaluci) |
Dopo il successo de “L’Arlesiana” di Cilea, la 46^
Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi prosegue venerdì 4 ottobre alle ore 21.00 con “Viva V.E.R.D.I. Le grandi opere di Giuseppe
Verdi”, rara
mise en espace di duetti per
baritono e basso tratti dalle opere verdiane Attila, Don Carlo, Simon Boccanegra e
Falstaff. In scena, il baritono Julian Kim e il basso Luca Tittoto, che tornano
al Teatro Pergolesi dopo il grande successo personale avuto lo scorso anno nell’opera
I Puritani di Bellini.
Giacomo
Sagripanti dirige l’Orchestra Filarmonica Marchigiana: anche per il giovane
direttore marchigiano si tratta di un ritorno a Jesi, dopo
l’ottima prova dei Puritani nella
stagione lirica 2012. La mise en espace è a cura di Matteo
Mazzoni, la video scenografia è di Benito Leonori, costumi Sartoria Arianna. Giuseppe
Verdi è uno dei più conosciuti e amati compositori italiani. Le sue opere sono
messe in scena e ascoltate in tutto il mondo. Verdi è conosciuto anche come
simpatizzante delle battaglie del Risorgimento e sembra che la dicitura “Viva Verdi” fu più
volte utilizzata dai patrioti come acronimo di “Viva Vittorio Emanuele
Re D'Italia” e scritta sui muri. Nel bicentenario
della sua nascita, anche la Fondazione Pergolesi Spontini rende omaggio al
grande compositore di Busseto proponendo due sinfonie tra le più note e più
belle: quella del Nabucco, che è la terza
opera lirica di Verdi (la prima rappresentazione avvenne nel 1842 al Teatro La
Scala di Milano) e che ne decretò il definitivo successo, e la Sinfonia de I Vespri Siciliani, l’opera che debuttò in
francese all’Opéra di Parigi il 13 giugno 1855 e nella prima italiana il 26
dicembre 1855 al Teatro Regio di Parma. Il baritono
coreano Julian Kim ed il basso Luca Tittoto proporranno il duetto di Attila ed
Ezio “Tardo per gli anni, e tremulo” dal Prologo dell’Attila: in questo titolo della giovinezza, prima rappresentazione
al Gran Teatro La Fenice di Venezia il 17 marzo 1846, sono i temi cari a Verdi
- la lotta contro l’oppressore e l’amor patrio. Il secondo brano è tratto da
una delle opere più belle scritte dal compositore, il Don Carlo, con il duetto tra Filippo II e Rodrigo “Restate! Presso
alla mia persona” dall’Atto Primo dell’opera su libretto di Joseph Méry e
Camille Du Locle: la prima rappresentazione, in cinque atti e in lingua
francese, ebbe luogo l’11 marzo 1867 al Théâtre de l’Académie Impériale de
Musique di Parigi, in seguito l’opera fu tradotta in italiano da Achille de
Lauzières e rimaneggiata a più riprese, la prima fu al Teatro alla Scala di
Milano il 10 gennaio 1884 nella versione in quattro atti. Terzo duetto è quello
tra Il Doge e Fiesco nell’Atto Terzo del Simon
Boccanegra, “M’ardon le tempia”, prima rappresentazione al Teatro La Fenice
di Venezia il 12 marzo 1857. Termina il
programma, dal Falstaff ultima opera
di Verdi, il duetto di Falstaff e Ford dall’Atto Secondo “Signore, v’assista il
cielo!”. Il
libretto di Arrigo Boito è tratto da “Le allegre comari di Windsor” di Shakespeare,
ma alcuni passi sono stati ricavati anche da “Enrico IV”, il dramma storico nel
quale per la prima volta è apparsa la figura di Sir John Falstaff. La prima
ebbe luogo a Milano nell’ambito della stagione di Carnevale e Quaresima del Teatro
alla Scala, il 9 febbraio 1893.
(comunicato stampa)