Per la prima volta a Trieste l’opera
di Verdi, nell’allestimento scenografico di Josef Svoboda con la regia di
Henning Brockhaus e la direzione di Giampaolo Maria Bisanti dall’8 al 16 marzo 2013
«Macbeth
è l’opera più sorprendente che Verdi abbia mai scritto da un punto di vista
musicale, canoro e drammaturgico. Purtroppo Verdi però non sviluppò più nelle
opere successive questo recitar cantando con le sue relative indicazioni
interpretative. I due protagonisti non hanno una sola nota di bel canto e anche
per questo oggi è difficile mettere in scena quest’opera. Nessuna Lady Macbeth,
nella maggior parte delle edizioni presentate al pubblico, ha il coraggio di
"sporcare la voce", per citare un termine del Maestro di Busseto, di
cantare con una voce abbruttita, andando così contro la volontà di Verdi.
Il
compositore emiliano è del tutto rivoluzionario nell’affrontare gli abissi più
profondi dell’essere umano, usa moltissimo la cromatica e arriva addirittura a
scrivere ppppp in partitura; è stato il primo a farlo. È inoltre evidente un
vitalissimo ritmo drammaturgico dato dal susseguirsi di numerose scene e la
maggior parte di esse si svolge durante la notte che diventa metafora del lato
oscuro del nostro essere, dell’umanità. Anche questo aspetto può rappresentare
una difficoltà in più per la lettura di Macbeth e per il suo pubblico, ma al
tempo stesso motivo di interesse. In quest’opera emergono tutte le
contraddizioni interiori, la complessa sfera emotiva e i conseguenti atteggiamenti
degli esseri umani. Per esempio Macbeth ha un solo motivo per uccidere Duncano:
colmare un profondo senso di vuoto legato alla decadenza e all’affievolimento
frustrante del rapporto erotico con Lady Macbeth. Entrambi i coniugi cercano
dunque, da psicotici, una compensazione, un nuovo stimolo per la loro vita e la
trovano sia nella corsa al potere sia nel compimento degli omicidi (da quello
di Duncano ai successivi). Lady Macbeth diventa folle, prima omicida poi
suicida e Macbeth cinico assiste alla sua morte. Un altro dei motivi per cui
quest’opera è stata spesso sottovalutata è la mancanza di un protagonista
tenore allontanandosi così ancora di più dalla tradizione lirica. Sono però
convinto che Macbeth possa essere uno studio raro, interessante e analitico
della psicopatia umana». Henning
Brockhaus
Dopo
il grande successo de "Il Corsaro", che ha inaugurato la Stagione
2013, "Macbeth" di Verdi, con la ricostruzione delle scene di Josef Svoboda e la
regia di Henning Brockhaus, è il
secondo titolo che la Fondazione Teatro Lirico "Giuseppe Verdi" di
Trieste dedica al grande compositore nell’anno delle celebrazioni verdiane. Lo
spettacolo sarà in scena da venerdì
8 marzo a sabato 16 marzo con
la direzione di Giampaolo
Maria Bisanti. L’allestimento
scenografico originale di Svoboda è ricostruito da Benito Leonori, i costumi sono diNanà Cecchi, i movimenti coreografici di Maria Cristina Madau. Nella compagnia di canto figurano i nomi di Dimitra Theodossiou, Fabián Veloz, Armando
Kllogjeri, Paolo Battaglia. Orchestra e Coro del Teatro Lirico "Giuseppe
Verdi" di Trieste.