Giovedì 7 e sabato 9
febbraio, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali eseguirà, in prima assoluta, “Lithica”
di Stefano Martinotti
È
la seconda opera commissionata dalla Fondazione I Pomeriggi Musicali nella
Stagione 2013/2013 Lithica,
composizione per orchestra da camera del milanese Stefano Martinotti, legato all’Orchestra da molto tempo e facente
parte dell’organico orchestrale.
Per l’occasione, sul podio del Dal Verme, un ritorno gradito, quello di Antonello Manacorda, direttore musicale dell’orchestra dal 2006 al 2010. Sotto la sua direzione, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali eseguirà – giovedì 7 febbraio ore 21.00 (con generale aperta alle ore 10.00) e sabato 9 febbraio ore 17.00 –, oltre al brano di Martinotti, famose composizioni di Brahms, autore per il quale Manacorda conserva una particolare predilezione: la Serenata n. 1 e le Variazioni su un tema di Haydn.
Per l’occasione, sul podio del Dal Verme, un ritorno gradito, quello di Antonello Manacorda, direttore musicale dell’orchestra dal 2006 al 2010. Sotto la sua direzione, l’Orchestra I Pomeriggi Musicali eseguirà – giovedì 7 febbraio ore 21.00 (con generale aperta alle ore 10.00) e sabato 9 febbraio ore 17.00 –, oltre al brano di Martinotti, famose composizioni di Brahms, autore per il quale Manacorda conserva una particolare predilezione: la Serenata n. 1 e le Variazioni su un tema di Haydn.
Lithica, per orchestra da camera (note di Sergio Casesi)
«Per l’uomo da sempre la pietra ha avuto il significato
di custodia definitiva della memoria. Le prime raffigurazioni dell’uomo sono
disegnate o incise su pietra e nel corso degli imperi con la pietra scolpita si
sono edificati templi, colonne celebrative o monumenti destinati a resistere
alle generazioni. La pietra serba in sé il senso del trascendente, vive oltre
le epoche. È custode della memoria della Terra e degli uomini, conservandone il
segno. La pietra è consegna di sé, è simbolo di un immutabilità che la volontà
dell’uomo può spezzare, fintamente sconfiggere così da diventare essa stessa
sacra e silente, come Dio. È nella roccia, prima che con ogni altro materiale,
che l’uomo ha affogato il proprio bisogno di eternità. La parola stessa, con
l’alto grado metaforico che esprime, è diventata cementum di molte frasi di uso
comune, o di versi religiosi o poetici, che vogliano descrivere la finitezza,
la durezza e la difficoltà delle cose. La legge si scrive sulla pietra, spesso
si ha un cuore di pietra, mentre si edifica sulla pietra una casa o una Chiesa,
e le pietre degli occhi a volte lacrimano di gioia. “Come questa pietra / del
San Michele” di Ungaretti fino a L’anguilla montaliana, di una umanità
straziata e abbandonata, che risale il “macigno”, con dolore e fatica,
immaginando l’intero pianeta come un sasso sperduto nel cosmo… Così, forse,
visitando il sito di Lithica a Minorca, l’autore del brano ha sentito su di sé
il tempo oltre-umano che la roccia esprime, il suo afflato duro e tenace. Le
Cave di Lithica, sull’isola immersa in un mare di sole, come ferite, come
stanze segrete della Terra, labirinto di memorie inespugnabili, devono aver
sussurrato nell’animo di Stefano Martinotti il senso profondo di quel silenzio
vocativo ed eloquente ed insieme, il suono degli scalpelli e il tonfo delle
lastre, e la fatica infinita che lì ha vociato per secoli. La totalità delle
Ere in un lampo di sole bianco riflesso dalla pietra deve aver preso forma sul
pentagramma. Roccia umana e soprannaturale. Pesante e magica; da sempre è
toccata agli artisti, come sacerdoti della Natura, la decifrazione delle forze
nascoste in essa. Lithica si apre con un pianissimo tremolo di Pietra di Trani,
suonata da un percussionista. Da questo suono arcaico e primitivo non può che
scaturire (acqua scaturì dalla pietra nel deserto di Mosè) un totale cromatico
da cui un flauto spiccherà il volo, come un soffio di vento e di sabbia nel
deserto. È questa l’umanità che la Terra vede e conserva? È questo ciò che la
pietra, che sarà definitiva per gli uomini, sa di noi? Il sito di Lithica è
composto da stanze, corridoi e angoli e nella partitura Martinotti ha voluto
conservare la struttura del luogo in cui la pietra si è rivelata, riportandola
in musica, cioè scomponendola in un tempo lineare. In questa opera però di
struttura dobbiamo parlare anche per ciò che è composto nel dettaglio e nel particolare,
nel profondo della partitura. Oltre alla elaborazione del materiale di origine
c’è un sapiente lavoro di organizzazione intima della composizione, in un
equilibrio fra ciò che è macroscopico e ciò che invece è piccolo e veloce.
Altezze e timbri vengono così strutturati fra i quadri fortemente compatti e
mai intermittenti nella loro densità espressiva. L’orchestrazione, come
l’impianto ritmico, rivela un grande lavoro di organizzazione
intellettuale della materia. Il centro del brano non è forse all’inizio, il
centro come focolaio, come materiale generatore, ma è sotteso in più punti
lungo la composizione, come da più punti del labirinto cavo di Minorca si
estrae la pietra bianca chiamata Marès. Dall’Allegro non Troppo che segue
all’introduzione, si dipanano stanze musicali diverse, prospettive diseguali da
cui osservare le lastre intagliate delle pareti. Luci dissimili, ombre, mentre
il ritmo interiore si fa più ricco e corposo, come per la sovrapposizione di
emozioni e di pensieri ribattuti dal rullante chiamerà prima i fiati e le
trombe fino ad un Tutti energico e potente. Ma ecco ritrovarci in una stanza
nuova, la luce degli ottoni la disegna, forse solo nei nostri occhi, chissà,
eppure fra lampi e voli si ritorna ad uno scambio ritmico sperduto, dionisiaco,
esaltato, come un tuffo da una rupe senza paura, nel blu del mare infranto di
schiume. Così Lithica, il viaggio nel senza tempo della cava, nella ferita
terrea di un isola alla deriva nel cuore, si moltiplica in un vortice di luce,
scorre fino a sfociare in un Adagio Molto, fondo ma senza gravità, dove il
colore degli archi con sordina si farà roccia d’ombra e canto, voce di lamento
e di incerta speranza. Ai lapilli dei fiati i primi violini risponderanno senza
scomporre la strana tenebra anche se, inaspettatamente, ci si eleva verso un
cielo azzurro sospeso su una voragine di roccia bianca, la musica corre, si
solleva, anche attraverso le parole coriacee delle viole che si involano... E
poi ancora, come per sempre, come prima e dopo ogni cosa, il silenzio segreto
della pietra».
Con il sostegno
di Claudio Abbado, Antonello Manacorda
ha fondato la Mahler Chamber Orchestra, della quale è stato concert master e
vice presidente per cinque anni, finché non ha deciso di dedicarsi
esclusivamente alla carriera di direttore d’orchestra. Grazie ad una
borsa di studio messa a disposizione dalla De Sono di Torino, Manacorda ha
studiato per due anni con Jorma Panula a Helsinki. Dopo aver ricoperto la
carica di direttore musicale dell’Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano
dal 2006 al 2010, nel settembre 2010 Antonello Manacorda è stato nominato
Direttore Principale e Direttore Artistico della Kammerakademie di
Postdam. Dal maggio 2011 è direttore musicale e principale dell’Het Gelders
Orkest in Olanda, con la quale è presente ogni anno nella prestigiosa sala del
Concertgebouw di Amsterdam. In ambito lirico, Antonello Manacorda ha diretto La
Clemenza di Tito e Falstaff per
il Circuito Lirico Lombardo, Il Barbiere di Siviglia di
Paisiello al Teatro degli Arcimboldi di Milano; Così fan tutte al Teatro
Comunale di Treviso, Il Barbiere di Siviglia di Rossini al Teatro
San Carlo di Napoli, Il Don Giovanni, Così fan tutte e Le nozze
di Figaro al Teatro La Fenice di Venezia. In ambito sinfonico, invece, ha
diretto l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, l’Orchestra della Fenice di
Venezia, l’Orchestra della Svizzera Italiana, la Zürich Chamber
Orchestra, la Scottish Chamber Orchestra, l’Ensemble Orchestral de Paris,
I Virtuosi di Kuhmo a Helsinki, l’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino, la Frankfurt
Hessische Rundfunk, la Gelders Orkest, la BBC Orchestra e la Mahler
Chamber Orchestra. Manacorda ha altresì debuttato con successo al prestigioso
Festival di Aldeburgh alla testa della Britten-Pears Orchestra, dove il
successo ottenuto gli ha guadagnato un immediato ulteriore invito ed è stato definito
dalla critica come uno dei concerti più belli degli ultimi anni. In
questa stagione, Manacorda tornerà a Francoforte con l’Orchestra della
Radio di Francoforte e con l’Orchestra Sinfonica di Sydney, sarà in Inghilterra
con la BBC Orchestra, mentre, con l’orchestra di Potsdam, sta realizzando per
la Sony la registrazione dell’integrale delle sinfonie di Schubert: grande
successo ha già ottenuto il primo CD, contenente la Sinfonia n. 3 e la Sinfonia
n. 7.
Stefano
Martinotti è nato a Milano nel 1965 e ha trovato nella sua famiglia l'ambiente ideale
per sviluppare l'amore e l'interesse per la musica dimostrati in età molto
precoce. Subito dopo essersi diplomato in viola è entrato a far parte
dell'Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano, con cui suona dal 1987. Anche la
sua attività di direttore d'orchestra e compositore nasce dalla sua vita
immersa nel suono sinfonico e dalla pratica della musica da camera. Quest'anno,
per la terza volta, suoi lavori sono stati eseguiti in prima assoluta al Teatro
alla Scala, grazie alle commissioni ricevute dall'ensemble de "I
Percussionisti della Scala". La sua musica e i suoi lavori di
orchestrazione e trascrizione sono stati eseguiti al Teatro La Fenice e al
Teatro Malibran di Venezia, da I Solisti della Scala, I Pomeriggi Musicali,
dall'Orchestra Guido Cantelli e, inoltre, in Austria, Danimarca, Germania,
Lituania, Olanda, Portogallo, Svizzera e Ucraina. Martinotti è stato docente
dei Corsi di Colonna Sonora Musicale Cinematografica presso la scuola di cinema
Cinelife di Milano. Ha creato il canale youtube dell'Orchestra I Pomeriggi
Musicali, realizzando video sui concerti e sull'attività dell' orchestra
milanese e unendo, in tal modo, le sue passioni per la musica a quelle per il
filmaking.
Teatro Dal Verme, via San Giovanni sul Muro 2, Milano
Giovedì 7 febbraio 2013 ore 21.00
Sabato 9 febbraio 2013 ore 17.00
Generale
aperta – giovedì 7 febbraio 2013 ore 10.00
Direttore: Antonello Manacorda
Orchestra I
Pomeriggi Musicali
Brahms, Serenata
n. 1, op. 11
Martinotti, Lithica,
per orchestra da camera
Brahms, Variazioni
su un tema di Haydn, op. 56 a
BIGLIETTI
Interi
Primo Settore (Platea, dalla fila 1 alla 30): € 19,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, dalla fila 31 alla 40): € 13,50 + prevendita
Balconata: € 10,50 + prevendita
Ridotti (Giovani under 26; anziani over 60; cral; ass. culturali,
biblioteche; gruppi; scuole e università) Primo Settore (Platea, dalla fila
1 alla fila 30) € 15,00 + prevendita
Secondo Settore (Platea, dalla fila 31 alla fila 40) € 11,50 + prevendita
Balconata € 8,50 + prevendita
BIGLIETTI per le prove generali aperte
Interi: € 10,00 +
prevendita
Ridotti (Giovani
under 26; anziani over 60; cral; ass. culturali, biblioteche; gruppi; scuole e
università):
€ 8,00 +
prevendita
Biglietteria
TicketOne
Teatro Dal Verme
Via San Giovanni Sul Muro, 2 – 20121 Milano
Tel. 02 87.905.201
dal lunedì al venerdì dalle 10.00
alle 18.00
Biglietteria
on-line: www.ticketone.it