«Il lavoro del
musicista richiede tempo, metodo e dedizione e andrebbe rispettato come quello
dell’avvocato o del farmacista»
(Foto di Marco Coppola) |
Da bambina, la prima forma d’amore per il “mondo
sonoro” – come ama definirlo lei – è stata per la danza («C’era un bisogno di
muovere il corpo, comune a tanti bambini, ma per me ballare significava anche sognare
con la musica»); quando, però, all’età di 5 anni i genitori le chiedono se
vuole suonare uno strumento non ha dubbi. «Sicuramente avevo visto qualche
immagine sui libri e alcuni concerti alla tv:
a casa, inoltre, c’era un vinile di Annie Challan, bellissimo, con brani
che mi sono rimasti nel cuore. Ognuno sceglie uno strumento che corrisponde
alla propria “voce” o natura: io non ho mai avuto dubbi. Amo molto il
violoncello, e potrebbe in qualche modo rappresentare l’unica alternativa, ma
l’arpa rappresenta la sonorità che più mi corrisponde».
Una scelta d’istinto, quindi, non dettata da nessuna ragione particolare, che Floraleda Sacchi non ha mai messo in discussione e che, anzi, negli anni, si è andata consolidando e rafforzando sempre più. E a vent’anni, dovendo decidere se dedicare maggiore tempo alla filosofia (che studiava all’università) o alla musica, Floraleda comprende che la sua forte passione può diventare anche la sua professione. «Mi reputo molto fortunata ad avere una passione così forte e assolutamente privilegiata nell’aver potuto trasformare quest’amore nel mio lavoro: sicuramente mi arricchirei di più facendo altro e farei anche meno fatica, ma mi sembrerebbe di morire».
(Foto di Hans Roger Benedetti) |
E così, con impegno e studio
costanti ma anche con intelligenza e scelte indovinate, Floraleda ha trovato
grande spazio e, nonostante l’arpa compaia raramente nelle
Stagioni concertistiche, lei è tra le pochissime arpiste a essersi esibita
nelle principali sale e festival di tutto il mondo. «Non credo nella fortuna,
ma nell’impegno costante e nello studio. Peraltro, non mi è mai capitato di
avere qualcuno d’importante che mi ascoltasse durante un concerto, favorendomi
nella carriera o cose del genere e nemmeno case discografiche o agenzie che
lavorassero su di me. Le possibilità che ho avuto sono scaturite da una mia
proposta e dal fatto che la proposta fosse anche ben fatta: non mi ha regalato
niente nessuno».
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© Adriana
Benignetti
N.B. Per le foto: Copyright © 2011 Floraleda Sacchi: Any
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