Primo
appuntamento con il “Mehta Festival”, venerdì 9 novembre ore 20.30 (e in
replica sabato 10 novembre ore 20.30)
È una
delle più complesse e lunghe tra le sinfonie di Gustav Mahler (1860-1911), la Seconda Sinfonia in do minore, per soli, coro e orchestra, nota come “La
Resurrezione”, frutto di 6 lunghi anni di gestazione e ripensamenti (1888-1894), da
parte del compositore. Imponente anche l’organico impiegato (4 ottavini, 4
flauti, 4 oboi, 2 corni inglesi, 2 clarinetti piccoli, 5 clarinetti, clarinetto
basso, 4 fagotti, controfagotto, 10 corni, trombe, 4 tromboni, basso tuba,
timpani, organo, 2 arpe, percussioni e archi), tra i motivi per cui questa
sinfonia viene eseguita meno sovente di altre. Un’occasione importante, dunque,
quella di venerdì 9 novembre ore 20.30 (e
in replica sabato 10 novembre ore 20.30) al Nuovo Teatro dell’Opera di Firenze
che segna anche il primo appuntamento del “Mehta Festival”, rassegna (dal 9 al
5 dicembre 2012) dedicata ai 50 anni dal debutto a Firenze di Zubin Metha che salirà
sul podio per dirigere l’Orchestra e il Coro del Maggio Fiorentino): solisti il
soprano Chen Reiss e il contralto Elisabeth Kulman. La prova generale di
sabato mattina (ore 10.30) è aperta e dedicata alle scuole.
Gustav Mahler descrisse
questa sinfonia per un programma di sala, in occasione dell’esecuzione della Sinfonia a
Dresda nel 1901 (la prima assoluta si era invece tenuta a Berlino nel 1895):
«Primo
movimento. Siamo accanto alla bara di una persona amata. Ripercorriamo col
pensiero ancora una volta, un’ultima volta, la sua vita, le sue lotte, quel che
ha sofferto e quel che ha voluto. E ora, in questo momento grave e
profondamente commovente, in cui ci liberiamo, come di una benda, di tutto quel
che nella vita di ogni giorno ci distrae e ci degrada, una voce terribilmente
seria che non percepiamo mai nell’agitazione assordante del giorno, ci colpisce
fin nel profondo del cuore: e ora? Che cos’è la vita? Cos’è la morte? Esiste
per noi una continuazione nell’aldilà? Tutto ciò è solo un sogno disordinato,
oppure vita e morte hanno un senso? E dobbiamo trovare una risposta a questa
domanda se vogliamo continuare a vivere. I tre tempi seguenti sono concepiti
come Intermezzi.
Secondo
movimento. Andante. Descrive un momento felice della vita del
defunto a noi caro e fa rivivere il mesto ricordo della sua gioventù e della
sua innocenza perduta.
Terzo
movimento. Scherzo. Lo spirito dell’incredulità, della negazione
si è impossessato di lui, egli affonda lo sguardo nel brulichio dei fenomeni e,
insieme con la purezza dell’animo infantile, perde il saldo punto d’appoggio
che solo l’amore può dare; dispera di sé e di Dio. Il mondo e la vita diventano
per lui una ridda sconclusionata; il disgusto di tutto ciò che è e diviene lo
stringe come in un pugno di ferro e lo incalza fino a strappargli un urlo di
disperazione.
Quarto
movimento. Urlicht (solo di contralto). La voce commovente della fede ingenua risuona al
nostro orecchio. “Vengo da Dio e voglio tornare a Dio! Il Buon Dio mi darà un
lumicino, mi illuminerà la strada che porta alla vita eterna e beata!”.
Quinto
movimento. Ci troviamo di nuovo di fronte a tutti i paurosi interrogativi; e nello
stesso stato d’animo della fine del primo tempo. Si ode la voce di Colui che
chiama: l’ora della fine è scoccata per tutti gli esseri viventi - il Giudizio
Finale sovrasta, è sopravvenuto il terrore dell’Ultimo Giorno. La terra trema,
le tombe si scoperchiano, i morti si alzano e procedono in un corteo infinito.
I grandi e i piccoli della Terra - i re e i mendicanti, i giusti e i senza Dio
- tutti vogliono avanzare - l’invocazione di misericordia e di grazia risuona
spaventosa al nostro orecchio. La marcia del corteo si fa sempre più
terrificante - tutti i nostri sensi vengono meno, vien meno la nostra coscienza
nell’avvicinarsi dello Spirito eterno. Risuona il “Grande Appello” - echeggiano
le trombe dell’Apocalisse; nel silenzio raccapricciante sembra di sentire un
usignolo lontano lontano, come un’ultima eco tremolante della vita terrena! Si
innalza, tenue, un coro di santi e di creature celesti: “Risorgerai, sì,
risorgerai”. E ora appare Iddio nella Sua gloria! Una luce meravigliosa, soave,
penetra fino al nostro cuore - tutto è pace e beatitudine! E vedi: non c’è
giudizio, non c’è peccatore, né giusto, né grande, né piccolo - non c’è
punizione né premio! Una sensazione irresistibile d’amore pervade e illumina
tutto il nostro essere di una consapevole beatitudine».
Nuovo Teatro dell’Opera,
Firenze
Venerdì
9 novembre 2012 ore 20.30
Sabato
10 novembre ore 20.30
ZUBIN MEHTA direttore
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Piero Monti maestro del Coro
Chen Reiss soprano
Elisabeth Kulman
contralto
Gustav Mahler
Sinfonia
n. 2 in do minore Resurrezione per
soprano, contralto, coro misto e orchestra
Allegro
maestoso. Mit durchaus ernstem und feierlichem Ausdruck
Andante
moderato. Sehr gemächlich
In
ruhig fliessender Bewegung
Urlicht.
Sehr feierlich, aber schlicht, Choralmässig
In
Tempo des Scherzo’s. Wild herausfahrend. Allegro
energico. Langsam. Misterioso
Durata: 80 minuti circa
Per ulteriori informazioni:
Biglietteria del Teatro del
Maggio Musicale Fiorentino, 055 2779350, dal martedì al venerdì 10.00-16.30;
sabato 9.00-13.00;
Biglietteria Teatro Comunale,
Corso Italia 16 - Firenze - fax: +39 055 287222;
Biglietteria on line, www.maggiofiorentino.com;
[email protected]
Adriana
Benignetti