mercoledì 8 febbraio 2017

“Attila” di Giuseppe Verdi. Il libretto


ATTILA
Dramma lirico in un prologo e tre atti

LIBRETTO
Temistocle Solera (Ferrara, 1815 - Milano, 1878)da Attila, König der Hunnen di Zacharias Werner (Königsberg, 1768 – Vienna, 1823)




Musica
Giuseppe Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901)


PRIMA RAPPRESENTAZIONE
Venezia, Teatro La Fenice, 17 marzo 1846


PERSONAGGI

Attila, re degli Unni (Basso)
Ezio, generale romano (Baritono)
Odabella, figlia del signore di Aquileja (Soprano)
Foresto, cavaliere aquilejese (Tenore)
Uldino, giovane bretone schiavo d’Attila (Tenore)
Leone, vecchio romano (Basso)

Sei Anziani, duci, re e soldati, Unni, Gepidi, Ostrogoti, Eruli, Turingi, Quadi, Druidi, sacerdotesse, popolo, uomini e donne d’Aquileja, donzelle di Aquileja in abito guerriero, ufficiali e soldati romani, vergini e fanciulli di Roma, eremiti, schiavi, guerrieri

L’azione si svolge intorno alla metà del V secolo, ad Aquileja e nelle lagune Adriatiche nel prologo; a Roma negli altri atti.

Per la trama e una breve guida all’ascolto vai QUI


LIBRETTO


[1. Preludio]
PROLOGO
Quadro I
Piazza diAquileja
La notte vicina al termine è rischiarata da
una grande quantità di torcie.Tutto
all’intorno è miserando cumulo di rovine.
Qua e là vedesi ancora tratto tratto sollevarsi
qualche fiamma, residuo di un orribile
incendio di quattro giorni.
[2. Introduzione]
La scena è ingombra di Unni, Eruli,
Ostrogoti, ecc.
Unni, Eruli, Ostrogoti
Urli, rapine,
Gemiti, sangue, stupri, rovine,
E stragi e fuoco
D’Attila è gioco.
Oh lauta mensa,
Che a noi sì ricco suol dispensa!
Wodan non falla,
Ecco il Valalla!…
T’apri agli eroi…
Terra beata, tu se’ per noi.
Attila viva;
Ei la scopriva!
(A poco a poco Attila s’avanza col séguito.)
Il re s’avanza,
Wodan lo cinge di sua possanza.
(Tutti si prostrano.Attila viene condotto
sopra un carro tirato dagli Schiavi.)
Eccoci a terra,
Dio della guerra!
Attila
(scende dal carro)
Eroi, levatevi! Stia nella polvere
Chi vinto muor.
Qui!… circondatemi; l’inno diffondasi
Del vincitor.
I figli d’Attila vengono e vincono
A un colpo sol.
Non è sì rapido solco di fulmine,
D’aquila il vol.
(Va a sedersi sopra un trono di lance e
scudi.)
Unni, Eruli, Ostrogoti
Viva il re delle mille foreste,
DiWodano ministro e profeta;
La sua spada è sanguigna cometa,
La sua voce è di cielo tuonar.
Nel fragore di cento tempeste
Vien lanciando dagl’occhi battaglia;
Contro i chiovi dell’aspra sua maglia
Come in rupe si frangon gli acciar.
[3. Scena e Cavatina]
(Entrano Uldino,Odabella, e Vergini
d’Aquileja.)
Attila
(scendendo dal trono)
Di vergini straniere,
Oh, quale stuol vegg’io?
Contro il divieto mio
Chi di salvarle osò?
Uldino
Al re degno tributo ei mi sembrò.
Mirabili guerriere,
Difesero i fratelli …
Attila
Che sento?… a donne imbelli
Chi mai spirò valor?
Odabella
(con energia)
Santo di patria indefinito amor!
Allor che i forti corrono
Come leoni al brando,
Stan le tue donne, o barbaro,
Sui carri lacrimando;
Ma noi, donne italiche,
Cinte di ferro il seno,
Sul fumido terreno
Sempre vedrai pugnar.
Attila
Bella è quell’ira, o vergine,
Nel scintillante sguardo;
Attila i prodi venera,
Abbomina il codardo …
O valorosa, chiedimi
Grazia che più t’aggrada.
Odabella
Fammi ridar la spada!…
Attila
La mia ti cingi!…
Odabella
(Oh acciar!!)
Da te questo or m’è concesso,
O giustizia alta, divina!
L’odio armasti dell’oppresso
Coll’acciar dell’oppressor.
Empia lama, l’indovina
Per qual petto è tua punta?
Di vendetta l’ora è giunta …
Fu segnata dal Signor.
Attila
(da sé)
(Qual nell’alma, che struggere anela,
Nuovo senso discende improvviso?
Quell’ardire, quel nobile viso
Dolcemente mi fiedono il cor!)
Uldino, Unni, Eruli, Ostrogoti
Viva il re, che alle terra rivela
Di quai raggiWodano il circonda!
Se flagella è torrente che innonda;
È rugiada se premia il valor.
(Ensemble)
(Odabella e le donne partono.)
[4.Duetto]
Attila
Uldino, a me dinanzi
L’inviato di Roma ora si guidi …
(Uldino parte.)
Frenatevi,miei fidi,
Udir si dêe,ma in Campidoglio poi
Risposta avrà da noi.
(Entrano Ezio ed ufficiali romani.)
Ezio
Attila!
Attila
Oh il nobil messo!
Ezio! tu qui? fia vero!
Ravvisi ognuno in esso
L’altissimo guerriero,
Degno nemico d’Attila,
Scudo di Roma e vanto …
Ezio
Attila, a te soltanto
Ora chied’io parlar.
Attila
Ite!
(Escono tutti.)
La destra porgimi …
Non già di pace spero
Tuoi detti …
Ezio
L’orbe intero …
Ezio in tua man vuol dar.
Tardo per gli anni, e tremulo,
È il regnator d’Oriente;
Siede un imbelle giovine
Sul trono d’Occidente;
Tutto sarà disperso
Quand’io mi unisca a te …
Avrai tu l’universo,
Resti l’Italia a me.
Attila
(severo)
Dove l’eroe più valido
È traditor, spergiuro,
Ivi perduto è il popolo,
E l’aer stesso impuro;
Ivi impotente è il Dio,
Ivi è codardo il re …
Là col flagello mio
RechiWodan la fé!
(Ensemble)
Ezio
(rimettendosi)
Ma se fraterno vincolo
Stringer non vuoi tu meco,
Ezio ritorna ad essere
Di Roma ambasciator.
(grandioso)
Dell’Imperante Cesare
Ora il voler ti reco …
Attila
È van! chi frena or l’impeto
Del nembo struggitor?
Vanitosi! che abbietti e dormenti
Pur del mondo tenete la possa,
Sovra monti di polvere e d’ossa
Il mio baldo corsier volerà.
Spanderò la rea cenere ai venti
Delle vostre superbe città.
Ezio
Fin che d’Ezio rimane la spada,
Starà saldo il gran nome romano:
Di Châlons lo provasti sul piano,
Quando a fuga t’aperse il sentier.
Tu conduci l’eguale masnada,
Io comando gli stessi guerrier.
(Ensemble)
(Partono entrambi da opposte parti.)
Quadro II
Rio-Alto nelle LaguneAdriatiche
Qua e là sopra palafitte sorgono alcune
capanne, comunicanti fra loro per lunghe
asse sorrette da barche. Sul davanti sorge in
simile guisa un altare di sassi dedicato a San
Giacomo. Più in là scorgesi una campana
appesa ad un casotto di legno, che fu poi il
campanile di San Giacomo. Le tenebre
vanno diradandosi fra le nubi tempestose;
quindi a poco a poco una rosea luce, sino a
che (sul finir della scena) il sùbito raggio del
sole, innondando per tutto, riabbella il
firmamento del più sereno e limpido
azzurro. Il tocco lento della campana saluta
il mattino.
[5. Scena e Cavatina]
Alcuni Eremiti escono dalle capanne e
s’avviano all’altare.
Eremiti
Qual notte! -
Ancor fremono l’onde al fiero
Turbo, che Dio d’un soffio suscitò. -
Lode al Signor! - Lode al Signor! - L’altero
Elemento Ei sconvolse ed acquetò.
Sia torbida o tranquilla la natura,
D’eterna pace Ei nutre i nostri cor. -
L’alito del mattin già l’aure appura. -
Preghiam! Preghiam! -
Lode al Creator!
Foresto e Popolo d’Aquileja
(voci interne)
Lode al Creator!
Eremiti
Quai voci! … Oh tutto
Di navicelle coperto è il flutto! …
(Dalle navicelle, che approdano a poco a
poco, escono Foresto, uomini e fanciulli
d’Aquileja.)
Son d’Aquileja. Certo al furor
Scampan dell’Unno.
Popolo d’Aquileja
Lode al Creator!
Foresto
Qui, qui sostiamo! propizio augurio
N’è questa croce, n’è quest’altar.
Ognun d’intorno levi un tugurio
Fra quest’incanto di cielo e mar.
Popolo d’Aquileja
Lode a Foresto! Tu duce nostro,
Scudo, salvezza n’eri tu sol …
Foresto
Oh! ma Odabella! … Preda è del mostro,
Serbata al pianto, serbata al duol.
Ella in poter del barbaro!
Fra le sue schiave avvinta!
Ahi, che men crudo all’anima
Fora il saperti estinta!
Io ti vedrei fra gl’angeli
Almen ne’ sogni allora,
E invocherei l’aurora
Dell’immortal mio dì.
Popolo d’Aquileja
Spera!… l’ardita vergine
Forse al crudel sfuggì.
(Ensemble)
Cessato alfine il turbine,
Più il sole brillerà.
Foresto
Sempre il sospir dell’esule,
Sempre la patria avrà.
Cara patria, già madre e reìna
Di possenti magnanimi figli,
Or macerie, deserto, ruina,
Su cui regna silenzio e squallor;
Ma dall’alghe di questi marosi,
Qual risorta fenice novella,
Rivivrai più superba, più bella,
Della terra, dell’onde stupor!
Popolo d’Aquileja
Dall’alghe di questi marosi,
Qual risorta fenice novella ecc.
(Ensemble)
ATTO I
Quadro I
Bosco presso il campo d’Attila
È notte; nel vicino ruscello bulicano i raggi
della luna.
Odabella sola.
[6. Scena e Romanza]
Odabella
Liberamente or piangi …
Sfrénati, o cor. La queta ora, in che posa
Han pur le tigri, io sola
Scorro di loco in loco.
Eppur sempre quest’ora attendo e invoco.
Oh! nel fuggente nuvolo
Non sei tu, padre, impresso? …
Cielo! ha mutato immagine!
Il mio Foresto è desso.
Sospendi, o rivo, il murmure,
Aura, non più fremir…
Ch’io degli amati spiriti
Possa la voce udir.
[7. Scena e Duetto]
Qual suon di passi!
(Viene Foresto, in costume barbaro.)
Foresto
Donna!
Odabella
Gran Dio!! …
Foresto
Ti colgo alfine!
Odabella
Sì … la sua voce!
Tu … tu! Foresto? tu, l’amor mio?
Foresto, io manco! m’affoga il cor!
Tu mi respingi? tu! sì feroce?
Foresto
Né a me dinanzi provi terror?
Odabella
(riscuotendosi)
Ciel! che dicesti?
Foresto
T’infingi invano:
Tutto conosco, tutto spiai!
Per te d’amore, furente, insano,
Sprezzai perigli, giunto son qui!
Qual io ti trovi, barbara, il sai …
Odabella
Tu? … tu, Foresto, parli così?
Foresto
Sì, quello io son, ravvisami,
Che tu tradisti, infida:
Qui fra le tazze e i cantici
Sorridi all’omicida …
E la tua patria in cenere
Pur non ti cade in mente,
Del padre tuo morente
L’angoscia e lo squallor …
Odabella
Col tuo pugnal feriscimi …
Non col tuo dir, Foresto;
Non maledir la misera …
Crudele inganno è questo!
Padre, ben puoi tu leggere
Dentro il mio sen dal cielo …
Oh! digli tu se anelo
D’alta vendetta in cor.
(Ensemble)
Foresto
Va’! racconta al sacrilego infame
Ch’io sol resto a sbramar la sua fame.
Odabella
Deh! pel cielo, pei nostri parenti,
Deh! m’ascolta, o m’uccidi, crudele!
Foresto
Che vuoi dirmi?
Odabella
Foresto, rammenti
Di Giuditta che salva Israele?
Da quel dì che ti pianse caduto
Con suo padre sul campo di gloria,
Rinnovar di Giuditta l’istoria
Odabella giurava al Signor.
Foresto
Dio! che intendo!
Odabella
La spada del mostro,
Vedi, è questa! il Signor l’ha voluto!
Foresto
Odabella, a’ tuoi piedi mi prostro …
Odabella
Al mio sen! s’addoppia il valor!
Odabella e Foresto
Oh, t’inebria nell’amplesso,
Gioia immensa, indefinita!
9
Nell’istante a noi concesso
Si disperde il corso duol!
Ah! qui si effonde in una sola
Di due miseri la vita …
Noi ravviva, noi consola
Una speme, un voto sol.
Quadro II
Tenda d’Attila
Sopra il suolo, coperto da una pelle di tigre, è
disteso Uldino che dorme. In fondo alla
sinistra, per mezzo di una cortina sollevata a
mezzo, la quale forma come una stanza
appartata, scorgesi Attila in preda al sonno
sopra letto orientale assai basso, e coperto
egualmente da pelli di tigre.
[8. Scena edAria]
Attila
(balzando esterrefatto)
Uldino! Uldin!
Uldino
Mio re!
Attila
Non hai veduto?
Uldino
Che mai?
Attila
Tu non udisti?
Uldino
Io? nulla.
Attila
Eppur feroce
Qui s’aggirava. Ei mi parlò … sua voce
Parea vento in caverna!
Uldino
Oh re, d’intorno
Tutto è silenzio … della vigil scolta
Batte soltanto il piè.
Attila
Mio fido, ascolta!
Mentre gonfiarsi l’anima
Parea dinanzi a Roma,
M’apparve immane un veglio,
Che m’afferrò la chioma …
Il senso ebb’io travolto,
La man gelò sul brando;
Ei mi sorrise in volto,
E tal mi fe’ comando:
“Di flagellar l’incarco
Contro i mortali hai sol.
T’arretra! or chiuso è il varco;
Questo de’ Numi è il suol!”
In me tai detti suonano
Cupi, fatali ancor,
E l’alma in petto ad Attila
S’agghiaccia pel terror.
Uldino
Raccapriccio! E che far pensi?
Attila
(riaccendendosi)
Or son liberi i miei sensi!
Ho rossor del mio spavento.
Chiama i druidi, i duci, i re.
Già più rapido del vento,
Roma iniqua, volo a te.
(Uldino esce.)
Oltre a quel limite
T’attendo, o spettro!
Vietarlo adAttila
Chi mai potrà?
Vedrai se pavido
Io là m’arretro,
Se alfin me vindice
Il mondo avrà.
[9. Finale I]
(Entrano in scena Uldino,Druidi, duci e re.)
Druidi, duci e re
Parla, imponi.
Attila
L’ardite mie schiere
Sorgan tutte alle trombe guerriere,
ÈWodan che a gloria v’appella:
Moviam tosto.
Druidi, duci e re
Sia gloria a Wodan.
Allo squillo, che al sangue ne invita,
Pronti ognora i tuoi fidi saran.
Sia gloria a Wodan.
(Le trombe squillano tutto d’intorno;
succede subito ed esce la seguente religiosa
armonia di:)
Vergini e Fanciulli
(interno e lontano)
Vieni, le menti visita,
O spirto creator …
Attila
Che fia!
Vergini e Fanciulli
(c. s.)
Dalla tua fronte piovere
Fanne il vital tesor.
Attila
Non questo è l’eco
Delle mie trombe!Aprite, olà!

Quadro III
Il campo d’Attila
Dalla collina in fondo vedesi avanzare,
preceduta da Leone e da sei Anziani,
processionalmente, una schiera di Vergini e
Fanciulli in bianche vesti recanti palme. - La
scena è ingombra dalle schiere d’Attila in
armi.
Fra la moltitudine appare Foresto con visiera
calata;Odabella e detti.
Uldino, Attila, Druidi, duci e re
Chi viene?
Vergini e Fanciulli
(avanzandosi)
I guasti sensi illumina,
Spìrane amore in sen.
L’oste debella e spandasi
Di pace il bel seren.
Attila
(commovendosi a poco a poco)
Uldino! è quello il bieco
Fantasma! … il vo’ sfidar … Chi mi
[trattiene?
Leone
“Di flagellar l’incarco
Contro i mortali hai sol.
T’arretra!… or chiuso è il varco;
Questo de’ Numi è il suol.”
Attila
Gran Dio! le note istesse
Che la tremenda vision m’impresse.
(Leva la testa al cielo sopraffatto da sùbito
terrore.Tutti restano sorpresi e smarriti.)
(No!… non è sogno ch’or l’alma invade!
Son due giganti che investon l’etra …
Fiamme son gl’occhi, fiamme le spade …
Le ardenti punte giungono a me.
Spirti, fermate.Qui l’uom s’arretra;
Dinanzi ai Numi prostrasi il re!)
Uldino, Druidi, duci e re
(Sordo ai lamenti pur de’ fratelli,
Vago di sangue, di pugne solo:
La flebil voce di pochi imbelli
Qual nuovo senso suscita in me? -
Qual possa è questa! Prostrato al suolo
La prima volta degl’Unni il re!)
Odabella, Foresto, Leone e Vergini
Oh, dell’Eterno mira virtute!
Da un pastorello vinto è Golia,
Da umìl fanciulla l’uomo ha salute.
Da gente ignota sparsa è la fé …
Dinanzi a turba devota e pia
Ora degli empi s’arretra il re!
(Ensemble)

ATTO II
Quadro I
Campo d’Ezio
Scorgesi in lontananza la grande città dei
sette colli.
[10. Scena edAria]
Ezio solo. Egli esce tenendo in mano un
papiro spiegato e mostrando dispetto.
Ezio
“Tregua è cogl’Unni. A Roma,
Ezio, tosto ritorna … a te l’impone
Valentinian.” L’impone !… e in cotal modo,
Coronato fanciul,me tu richiami? …
Or, or, più che del barbaro le mie
Schiere paventi! … Un prode
Guerrier canuto piegherà mai sempre
Dinanzi a imbelle, a concubino servo?
Ben io verrò … ma qual s’addice al forte,
Il cui poter supremo
La patria leverà da tanto estremo!
Dagl’immortali vertici
Belli di gloria, un giorno,
L’ombre degli avi, ah sorgano
Solo un istante intorno!
Di là vittrice l’aquila
Per l’orbe il vol spiegò …
Roma nel vil cadavere
Chi ravvisare or può?
Chi vien?
(Preceduto da alcuni soldati romani,
presentasi uno stuolo di schiavi d’Attila.)
Soldati romani
Salute ad Ezio
Attila invia per noi.
Brama che a lui convengano
Ezio, ed i primi suoi.
Ezio
Ite! noi tosto al campo
Verrem.
(I sodati partono, uno è rimasto: egli è
Foresto.)
Che brami tu?
Foresto
Ezio, al comune scampo
Manca la tua virtù.
Ezio
(sorpreso)
Che intendi?… Oh, chi tu sei?
Foresto
Ora saperlo è vano;
Il barbaro profano
Oggi vedrai morir.
Ezio
Che narri?
Foresto
Allor tu dêi
L’opera mia compir.
Ezio
Come?
Foresto
Ad un cenno pronte
Stian le romane schiere;
Quando vedran dal monte
Un fuoco lampeggiar,
Prorompano, quai fiere,
Sullo smarrito branco!
Or va’…
Ezio
Di te non manco
Saprò vedere, e oprar.
(Foresto parte rapidamente.)
È gettata la mia sorte,
Pronto sono ad ogni guerra;
S’io cadrò, cadrò da forte,
E il mio nome resterà.
Non vedrò l’amata terra
Svenir lenta e farsi a brano.
Sopra l’ultimo romano
Tutta Italia piangerà.

Quadro II
Campo d’Attila come nell’atto primo,
apprestato a solenne convito
La notte è vivamente rischiarata da cento
fiamme che irrompono da grossi tronchi di
quercia preparati all’uopo. - Unni,Ostrogoti,
Eruli ecc. Mentre i guerrieri cantano,Attila,
seguito dai Druidi, dalle Sacerdotesse, dai
duci e re, va ad assidersi al suo posto,
Odabella gli è presso in costume
d’Amazzone.
[11. Finale II]
Unni, Ostrogoti, Eruli ecc.
Del ciel l’immensa vôlta,
Terra, ai nemici tolta,
Ed aer che fiammeggia
Son d’Attila la reggia.
La gioia delle conche
Or si diffonda intorno;
Di membra e teste tronche
Godremo al nuovo giorno!
(Uno squillo di tromba annuncia l’arrivo
degli ufficiali romani preceduti da Uldino. -
Entrano Ezio col séguito. - Uldino, Foresto,
che nuovamente in abito guerriero si
frammischia alla moltitudine.)
Attila
(alzandosi)
Ezio, ben vieni! Della tregua nostra
Fia suggello il convito.
Ezio
Attila, grande
In guerra sei, più generoso ancora
Con ospite nemico.
(Alcuni Druidi si avvicinano ad Attila e gli
dicono sottovoce:)
Druidi
O re, fatale
È seder collo stranio.
Attila
E che?
Druidi
Nel cielo
Vedi adunarsi i nembi
Di sangue tinti … Di sinistri augelli
Misto all’infausto grido
Dalle montagne urlò lo spirto infido!
Attila
Via, profeti del mal!
Druidi
Wodan ti guardi.
Attila
(alle Sacerdotesse)
Sacre figlie degl’Unni,
Percuotete le cetre, e si diffonda
Delle mie feste la canzon gioconda.
(Tutti si assidono. Le Sacerdotesse,
schieratesi nel mezzo, alzano il seguente
canto:)
Sacerdotesse
Chi dona luce al cor? … Di stella alcuna
Dal cielo il vago tremolar non pende; -
Non raggio amico di ridente luna
Alla percossa fantasia risplende … -
Ma fischia il vento, rumoreggia il tuono,
Sol dan le corde della tromba il suono.
(Un improvviso e rapido soffio procelloso
spegne gran parte delle fiamme.
Tutti si alzano per natural moto di terrore.
Silenzio e tristezza generale. Foresto è corso
ad Odabella, Ezio s’è avvicinato ad Attila.)
Tutti
Ah!
Sacerdotesse, Unni, Ostrogoti, Eruli ecc.
(Lo spirto de’ monti
Ne rugge alle fronti,
Le quercie fumanti
Sua mano coprì.
Terrore,mistero
Sull’anima ha impero …
Stuol d’ombre vaganti
Nel buio apparì.)
Ezio
(ad Attila)
Rammenta i miei patti,
Con Ezio combatti;
Del vecchio guerriero
La man non sprezzar.
Decidi. Fra poco
Non fora più loco.
(Del barbaro altiero
Già l’astro dispar.)
Foresto
(sottovoce ad Odabella)
O sposa, t’allieta,
È giunta la meta,
De’ padri lo scempio
Vendetta otterrà.
La tazza là mira
Ministra dell’ira,
Al labbro dell’empio
Uldin l’offrirà.
Odabella
(da sé)
(Vendetta avrem noi
Per mano de’ suoi?…
Non fia ch’egli cada
Pel lor tradir.
Nel giorno segnato,
A Dio l’ho giurato,
È questa la spada
Che il deve colpir.)
Attila
(ad Ezio)
M’irrìti, o Romano …
Sorprendermi è vano:
O credi che il vento
M’infonda terror?
Nei nembi e tempeste
S’allietan mie feste …
(Oh rabbia! non sento
Più d’Attila il cor!)
Uldino
(da sé)
(Dell’ora funesta
L’istante s’appresta …
Uldin, paventi?
Bretón non sei tu?
O il cor più non t’ange
La patria che piange?
La rea servitù?)
(Il cielo si rasserena.)
Tutti
L’orrenda procella
Qual lampo sparì.
Di calma novella
Il ciel si vestì!!
Attila
(riscuotendosi)
Si riaccendan le quercie d’intorno,
(Gli schiavi eseguiscono il cenno.)
Si rannodi la danza ed il giuoco …
Sia per tutti festivo tal giorno.
Porgi, Uldino, la conca ospital.
Foresto
(sottovoce ad Odabella)
Perché tremi? s’imbianca il tuo volto.
Attila
(ricevendo la tazza)
Libo a te, gran Wodano, che invoco!
Odabella
(trattenendolo)
Re, ti ferma! … è veleno! …
Unni, Ostrogoti ecc.
Che ascolto!
Attila
(furibondo)
Chi ‘l temprava?
Odabella
(Oh momento fatal!)
Foresto
Io.
Attila
(ravvisandolo)
Foresto!
Foresto
(avanzandosi con fermezza)
Sì, quel che un giorno
La corona strappò dal tuo crine …
Attila
(traendo la spada)
Ah! in mia mano caduto se’ alfine,
Ben io l’alma dal sen ti trarrò.
Foresto
(con scherno)
Or t’è lieve …
Attila
(fermandosi a tai parole)
(Oh,mia rabbia! oh,mio scorno!)
Odabella
Re, la preda niun toglier mi può.
Io t’ho salvo … il delitto svelai …
Da me sol fia punito l’indegno.
Attila
(compiacendosi del fiero atto)
Io tel dono! ma premio più degno,
Mia fedele, riserbasi a te:
Tu doman salutata verrai
Dalle genti qual sposa del re.
Oh,miei prodi! un solo giorno
Chiedo a voi di gioia e canto,
Tuonerà di nuovo intorno
Poscia il vindice flagel.
Ezio, in Roma annuncia intanto
Ch’io de’ sogni ho rotto il vel.
Odabella
(con represso impeto, a Foresto)
Frena l’ira che t’inganna;
Fuggi, sàlvati, o fratello.
Me disprezza,me condanna,
Di’ che vile, infame io son …
Ma, deh, fuggi … al dì novello
Avrò tutto il tuo perdon.
Foresto
(ad Odabella)
Parto, sì, per viver solo
Fino al dì della vendetta:
Ma qual pena,ma qual duolo
A tua colpa si può dar? …
Del rimorso che t’aspetta
Duri eterno il flagellar.
Ezio
(Chi l’arcan svelar potea?
Chi fidarlo a core amante?
Va’, ti pasci, va’, ti bea,
Fatal uom, di voluttà.
Ma doman su te festante
Ezio in armi piomberà.)
Uldino
(Io gelar m’intesi il sangue …
Chi tradir potéane omai?
Me dal fulmine, dall’angue,
Tu salvasti, o pro’ guerrier …
22
Ah generoso! e tu m’avrai
Sempre fido al tuo voler.)
Sacerotesse, Druidi, Unni, Ostrogoti ecc.
Oh re possente, il cor riscuoti …
Torna al sangue, torna al fuoco!
Su, punisci, su, percuoti
Questo stuolo di traditor!
Non più scherno, non più giuoco
Noi sarem de’ Numi lor.
(Ensemble)
ATTO III
Bosco come nell’atto primo,
il quale divide il campo di Attila da quello di
Ezio. È mattino.
[12. Scena e Romanza]
Foresto solo; indi Uldino.
Foresto
Qui del convegno è il loco …
Qui dell’orrende nozze
L’ora da Uldino apprenderò … Nel petto
Frènati, o sdegno … A tempo,
Come scoppiar di tuono,
Proromperò.
Uldino
Foresto!
Foresto
Ebben!
Uldino
Si move
Ora il corteo giulivo,
Che d’Attila alla tenda
Accompagna la sposa.
Foresto
Oh,mio furore!
Uldino, va’!… ben sai
Di là della foresta
In armi stanno le romane schiere …
Ezio te attende sol, perché sull’empio
Piombino tutte.
(Uldino parte.)
Infida!
Il dì che brami è questo:
Vedrai come ritorni a te Foresto!
Che non avrebbe il misero
Per Odabella offerto?
Fino, deh, ciel, perdonami,
Fin l’immortal tuo serto.
Perché sul viso ai perfidi
Diffondi il tuo seren? …
Perché fai pari agli angeli
Chi sì malvagio ha il sen?
[13.Terzetto]
(Ezio viene frettoloso dalla parte del campo
romano.)
Ezio
Che più s’indugia? … attendono
I miei guerrieri il segno …
Proromperan, quai folgori,
Tutti sul mostro indegno.
Foresto ed Ezio
Non un, non un de’ barbari
Ai lari tornerà.
Uomini e Donne
(interno)
Entra fra i plausi, o vergine,
Schiusa è la tenda a te;
Entra, ed il raggio avvòlgati
Dell’esultante re.
Bello è il tuo volto, candido
Qual mattutino albor,
A dolce spirto è simile
Ora di sol che muor.
Foresto
Tu l’odi?… è il canto pronubo!…
Ezio
Funereo diverrà.
Foresto
Ah, scellerata!!
Ezio
Frènati.
Lo esige l’alta impresa.
Foresto
Sposa è Odabella al barbaro!! …
A’ suoi voler s’è resa! …
Ezio
La tua gelosa smania
Frena per poco ancor.
Foresto
Tutti d’Averno i demoni
M’agitan mente e cor.
(Odabella, sempre in arnese da Amazzone
con manto reale e corona, viene, spaventata e
fuggente, dal campo barbaro.)
Odabella
Cessa, deh, cessa … ah lasciami,
Ombra del padre irata …
Lo vedi?… Io fuggo il talamo …
Sarai … sì … vendicata …
Foresto
È tardo, o sposa d’Attila,
È tardo il tuo pentir.
Ezio
Il segno … il segno … affrèttati,
O ci farem scoprir.
Odabella
Tu qui, Foresto?… ascoltami,
Pietà del mio martir.
Foresto
È tardi!
Odabella
Te sol, te sol quest’anima
Ama d’immenso amore;
Credimi, è puro il core,
Sempre ti fui fedel.
Foresto
Troppo mi seppe illudere
Il tuo mendace detto!!
Ed osi ancor d’affetto
Parlare a me, crudel?
Ezio
Tempo non è di lagrime,
Non di geloso accento;
S’affretti l’alto evento,
Finché ne arride il ciel.
(Ensemble)
[14.Quartetto finale]
(Entra Attila, che va dritto ad Odabella.)
Attila
Non involarti, seguimi;
Perché fuggir chi t’ama? …
Che mai vegg’io? … qui, perfidi,
Veniste a nuova trama?
(ad Odabella)
Tu, rea donna, già schiava, or mia sposa;
(a Foresto)
Tu, fellon, cui la vita ho donata;
(ad Ezio)
Tu, romano, per Roma salvata,
Congiurate tuttor contro me?…
Scellerati… su voi sanguinosa
Piomberà la vendetta del re.
Odabella
Nella tenda, al tuo letto d’appresso,
Minacciosa e tuttor sanguinante,
Di mio padre sta l’ombra gigante …
Trucidato ei cadeva per te!
Maledetto sarebbe l’amplesso
Che me sposa rendesse del re.
(Scaglia lungi da sé la corona.)
Foresto
Di qual dono beffardo fai vanto?
Tu m’hai patria ed amante rapita;
In abisso d’affanni la vita
Hai, crudele, cangiato per me!
O tiranno … con morte soltanto
Può frenarsi quest’odio per te.
Ezio
Roma hai salva! … e del mondo lo sdegno,
Che t’impreca superna vendetta?
Ed il sangue che inulto l’aspetta
Non rammenti? … Paventane, o re.
De’ delitti varcasti già il segno;
L’ira pende del cielo su te.
(Ensemble)
(S’ode internamente il rumore
dell’improvviso assalto al campo d’Attila.)
Guerrieri romani
(di dentro)
Morte … morte … vendetta!…
Attila
Qual suono?
Foresto ed Ezio
Suono è questo che segna tua morte.
(I soldati romani entrano precipitosi in
scena.)
Attila
Traditori!
Foresto ed Ezio
Decisa è la sorte …
(Foresto va per trafiggere Attila,ma è
prevenuto da Odabella, che lo ferisce
esclamando:)
Odabella
Padre! ah padre, il sagrifico a te.
(Abbraccia Foresto.)
Attila
(morente)
E tu pure,Odabella?…
(Cade.)
Foresto, Ezio e Guerrieri romani
Appien sono
Vendicati Dio, popoli e re!!!
Odabella
Padre!

Il testo del libretto è tratto dal sito www.teatroallascala.org 
(Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano)