«Bisogna pensare solo alla musica: è l’unica cosa che conta davvero»
A 8 anni inizia lo studio del violino “per gioco”: un’ora di lezione alla settimana «il mercoledì sera alle ore 20.00, in casa, con un amico di famiglia, all’epoca docente di viola al Conservatorio di Adria». Un gioco che, però, gli riesce bene e con estrema facilità tanto che sei mesi dopo viene ammesso al Conservatorio di Vicenza. A 9 anni il debutto in Francia come solista con l’orchestra: in programma, il Concerto n. 1 per violino e orchestra di Bruch. Un debutto “naturale” come può essere vissuto a quell’età: «Quando sei bambino non ti rendi conto, sembra tutto naturale. La cosa ideale è crescere sul palco». A 16 anni il diploma con il massimo dei voti e la lode: «Ho sostenuto l’esame di ottavo e diploma durante lo stesso Anno Accademico [il primo a febbraio, il secondo a giugno, n.d.a.] perché non vedevo l’ora di finire il Conservatorio».
Adesso Davide de Ascaniis di anni ne ha 21 e quello che da bambino sembrava solo un “giocattolo” via via è divenuto il suo compagno di vita, il suo “strumento” di lavoro. «All’inizio non avevo un interesse fortissimo per la musica: mi piaceva molto di più ascoltare mia sorella che suonava il pianoforte». Una sorella molto talentuosa, come mi sottolinea Davide che in casa ha ascoltato musica da sempre: anche i genitori, infatti, sono pianisti. «I miei non sono mai stati ambiziosi per noi figli: ci hanno lasciato giocare e vivere la nostra infanzia felicemente, senza spingerci a uno studio forzato. Da piccolo dedicavo molto tempo anche allo sport e vivevo come i miei coetanei».
All’improvviso, verso gli 11-12 anni, Davide comincia, però, da solo, a nutrire un vero e proprio amore per il violino, a capire che avrebbe voluto fare di quel gioco la sua professione, la sua vita. «Ho iniziato ad appassionarmi: andavo nei negozi di dischi e compravo tutte le registrazioni esistenti di uno stesso brano. Ad esempio, dei Capricci di Paganini credo di avere circa 30 incisioni diverse».
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N.B. Foto: ©Marco Torresin