mercoledì 4 aprile 2012

"Il dio sordo. Mia immortale amata" di Antonio Scotto di Carlo

Autore: Antonio Scotto di Carlo 
Titolo: Il dio sordo. Mia immortale amata
Editore: Edizioni Youcanprint 
Edizione: Tricase (LE), 2012
Pagine: 504
Formato: 17x24
Illustrazioni: Lucia Scotto di Carlo
Prezzo: € 19,00 
Codice ISBN: 978-88-66185-96-3 



«Il cielo mi fissava con i suoi occhi onniscienti, splendenti di un azzurro vivo che imprimeva la sua tonalità alle acque di quel mare sconosciuto, mentre una nuvola gonfia di serenità lo attraversava sospinta dal vento; appena si dileguò, io, steso su una panchina, mi soffermai a scrutare l’immensa volta cercandone un’altra che venisse a passeggio a ore dodici. Ma all’orizzonte, nulla. Guardavo invano in ogni direzione, come chi tenta di scorgere l’amico tra la folla che scende da un treno appena arrivato. Eppure la porzione di cielo perlustrata era molto vasta, possibile non ce ne fosse una? Dovetti rassegnarmi a una lunga, forse vana attesa e mi abbandonai alla lene armonia del silenzio». Antonio Scotto di Carlo 


Un giovane ascensorista dei nostri giorni, che ama profondamente la musica classica, durante un concerto viene risucchiato indietro nel tempo dal potere della Musica e si ritrova nei panni di un coetaneo della Vienna dei primi dell’Ottocento. 

«Un devastante dolore dalle viscere al torace mi piegò in due, come se l’intestino fosse scoppiato. La saliva mi colava dalla bocca, con sudore e gemiti che si fondevano nei miei tremiti di paura. L’affanno non mi consentiva di raddrizzarmi. Ogni respiro, una fitta. Una larga crepa si aprì tra me e il palco: sgranai gli occhi e, perdendo l’equilibrio, vi caddi dentro come attirato da una forza incontrastabile». 

Una volta a Vienna, il giovane assiste, il 22 dicembre 1808, alla Prima della Sinfonia n. 5 del grande Ludwig van Beethoven e, un po’ alla volta, riesce a conquistare le sue grazie e a diventare suo fedele servitore. 

«Saranno state le nove quando l’uomo fece ritorno. Stavolta avevo potuto guardarlo meglio e mi rincuorò una certa qual somiglianza col mio ricordo di Beethoven, sebbene in campo lungo apparisse alquanto diverso: più giovane, anche se i suoi 38 anni li dimostrava tutti, meno bello, brevilineo come dal ritratto non è semplice desumere, manteneva tuttavia l’identica austerità».

Grazie a lui, il lettore si ritrova a vivere, come trasportato anch’egli “dalla macchina del tempo”, le vicende del grande compositore, la genesi delle sue opere, il decorso della malattia, i rapporti tormentati con il fratello, con l’odiata cognata e l’amato nipote Karl: si ritrova completamente immerso nella vita di Beethoven, con la sensazione vera e propria di essere lì, immaginando di vedere e quasi toccare quell’uomo, di soffrire per i suoi tormenti e gioire dei suoi successi. 

Una vera e propria sorpresa Il dio sordo. Mia immortale amata, romanzo d’esordio di Antonio Scotto di Carlo, dove verità storica e fantasia si mescolano giungendo a un equilibrio perfetto. Una sorpresa che lascia di stucco e che rende consapevoli che, dopo aver letto questo meraviglioso romanzo, ascoltare una composizione di Beethoven risulterà differente: lo si farà con il cuore prima ancora che con le orecchie. Perché con il cuore sono scritte queste bellissime pagine. Antonio Scotto di Carlo ha davvero una capacità descrittiva notevolissima che rende reali e tangibili persone, fatti, situazioni. E che consente al lettore, fin dalle prime pagine, di immedesimarsi in toto con il protagonista, a volte di “invidiarlo” per il rapporto unico, esclusivo che ha con Beethoven. Nonostante la “mole” (504 pagine), il romanzo si legge in fretta, con una curiosità e una voracità sorprendenti e quando si arriva alla fine dispiace, e molto: si vorrebbe continuare a vivere fianco a fianco con Beethoven che, da queste pagine, emerge nella sua genialità ma anche, e soprattutto, nella sua umanità. 

Un libro che, pur utilizzando espedienti già noti in letteratura e al cinema, risulta nuovo e originale: di grande bellezza lo stile narrativo e sorprendenti i dialoghi. Un libro che è costato anni di lavoro al suo autore e che merita vivamente di essere letto. 




Adriana Benignetti