Cordiali
saluti
Secondo
Concerto per violino e orchestra, World première recording
Rispetti e
strambotti
Concerto per
flauto e orchestra, World première recording
Sinfonia n. 6 “Degli archi”
Francesco
Parrino, violino
Stefano
Parrino, flauto
Orchestra della
Provincia di Catanzaro “La Grecìa”
Francesco Di
Mauro, direttore
Stradivarius
/ STR 33889 /2012 / DDD
Registrazione: 23-25 marzo 2009, Lamezia Terme
(CZ)
Prezzo: 14, 98 euro
Durata: 73’19’’
«In quanto
alla sostanza musicale, ho lasciato al musicista piena libertà; pur avendo una
visione poetica e un concetto di forma, non è necessario sacrificare la propria
libertà nell’espressione musicale».
Gian Francesco Malipiero (parlando de I sonetti delle fate)
«[…] È in
nome di questa libertà dell’espressione che Lei ha anche rifiutato gli schemi
della “forma-sonata”, ispirandosi invece alle libere forme adottate dagli
antichi maestri italiani e alle cosiddette costruzioni “a pannello” che hanno
così tanto influenzato i maggiori compositori d’avanguardia italiani del
dopoguerra. Ed è forse la libertà (leggasi non prevedibilità) delle Sue
composizioni che ha spiazzato un interprete devoto all’ordine come Toscanini, il quale, dopo aver
diretto la prima parte di Pause del
silenzio al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano il 10 marzo 1918,
successivamente si astenne sempre dal programmare Suoi lavori. Ma anche se per
Lei questo è stato motivo di rimpianto e brontolio, mi permetta di ricordarLe
che ha goduto della stima e si è avvalso dell’opera interpretativa di
importanti musicisti quali, per menzionarne solo alcuni, i direttori Wilhelm
Furtwängler, Carlo Maria Giulini, Otto Klemperer, Serge Koussevitzky, Bruno
Maderna, Dimitri Mitropoulos, Pierre Monteux, Herrmann Scherchen, il violinista
André Gertler, il violoncellista Enrico Mainardi, il Quartetto Italiano, e i
pianisti Aldo Ciccolini, Gino Gorini e dDimitri Mitropoulos. […]».
Francesco Parrino (dal booklet del CD)
Considerato il più atipico, originale e prolifico tra i compositori della “Generazione dell’Ottanta”, Gian Francesco Malipiero (Venezia, 1992 - Treviso, 1973) è figura di grande spessore e poliedricità. Compositore per certi versi “isolato”, fortemente innovativo, Malipiero fu autore di un numero notevolissimo di composizioni in tutti i generi musicali (la sua produzione è davvero immensa, n.d.r.) che, pur nella loro diversità, sono sempre caratterizzate da una negazione di schemi compositivi ferrei in nome di una forte libertà formale e stilistica. Degno di nota è anche il suo fortissimo interesse per la musica del passato che lo portò a curare le edizioni critiche degli Opera Omnia di Monteverdi e delle musiche strumentali di Vivaldi: edizioni che curò con grande passione e serietà, pur potendo contare su scarsissime fonti. Poco frequentato oggi nelle sale da concerto Gian Francesco Malipiero è autore che merita di essere riscoperto (e per certi versi del tutto scoperto), come riscoperta deve essere la sua musica. Una musica mai uguale a se stessa che dialoga con il passato guardando al futuro.
L’etichetta
Stradivarius, la collaborazione di più voci (la Provincia di Catanzaro, la
Fondazione “Giorgio Cini” di Venezia, l’Associazione Musicale “LeAltreNote”, il
M° Francescoantonio Pollice – Direttore Artistico dell’Orchestra della
Provincia di Catanzaro “La Grecìa” – Marco Andreola, Daniel Blewitt, Peter
Bromley, Igor Moroder, Dario Oliveri, Joseph Quoidbach, Benoit Rolland, Edi
Saboldi, David Takeno), gli splendidi solisti Francesco Parrino (violino) e Stefano
Parrino (flauto), l’Orchestra della Provincia di Catanzaro “La Grecìa” (orchestra
giovane, che anno dopo anno, si sta affermando sempre più come nuova e solida
realtà di alto livello) e la direzione di Francesco
Di Mauro: sono questi gli ingredienti di “Gian Francesco Malipiero
(1882-1973). Cordiali saluti”, una registrazione interamente dedicata al grande
compositore veneziano. Quattro le composizioni contenute nel cd: Secondo Concerto per violino e orchestra,
Rispetti e Strambotti, Concerto per flauto e orchestra, Sinfonia n. 6 “Degli archi”.
Un vero
gioiello, tutto da riscoprire, è il Secondo
Concerto per violino e orchestra, registrato qui in Prima mondiale. Datato
in partitura «Asolo, 2 settembre 1963» e diviso in tre movimenti (Allegro, Non troppo lento, Alquanto
mosso) il Concerto ha tutte le
caratteristiche del tardo stile di Malipiero: la quasi totale assenza di
ritorni tematici, la “forma” utilizzata con libertà e fantasia, e il rilievo
dato al dialogo con l’orchestra. Il solista, infatti, così come gli la
compagine orchestrale, è messo in rilievo soprattutto nelle sua possibilità di
espressione. Splendida prova per il
violinista Francesco Parrino, dotato
di intensa musicalità e cantabilità, bellissimo fraseggio, solida tecnica e
grande comunicativa.
È dedicata
alla mecenate Elizabeth Sprague Coolidge la versione per orchestra d’archi di Rispetti e Strambotti, splendida composizione
(in origine per quartetto d’archi) formata da 20 brevi pannelli contrastanti.
Composto fra il 1967 e i primi giorni del 1968, il Concerto per flauto, qui in Prima registrazione mondiale, è una delle ultime composizioni di Gian Francesco Malipiero ed è diviso in 4 movimenti (Allegro, Lento, Moderatamente mosso, Mosso ma ben ritmato). Come per gli altri concerti per solista e orchestra, anche qui, fondamentale è il dialogo con l’intera formazione orchestrale: non una preponderanza virtuosistica, ma il rilievo dato ai vari strumenti e alle proprie possibilità timbriche, melodiche ed espressive. Concerto ottimamente eseguito dal talentuoso Stefano Parrino che fa letteralmente “cantare” il suo flauto e che, con maestria e solidità tecnica, affronta ogni passaggio, mettendo in primo piano sempre la musica nelle sue infinite sfumature.
Composto fra il 1967 e i primi giorni del 1968, il Concerto per flauto, qui in Prima registrazione mondiale, è una delle ultime composizioni di Gian Francesco Malipiero ed è diviso in 4 movimenti (Allegro, Lento, Moderatamente mosso, Mosso ma ben ritmato). Come per gli altri concerti per solista e orchestra, anche qui, fondamentale è il dialogo con l’intera formazione orchestrale: non una preponderanza virtuosistica, ma il rilievo dato ai vari strumenti e alle proprie possibilità timbriche, melodiche ed espressive. Concerto ottimamente eseguito dal talentuoso Stefano Parrino che fa letteralmente “cantare” il suo flauto e che, con maestria e solidità tecnica, affronta ogni passaggio, mettendo in primo piano sempre la musica nelle sue infinite sfumature.
Infine,
ultimo brano del CD, la bella Sinfonia n.
6 “Degli archi”, pubblicata nel 1948 e divisa in 4 movimenti (Allegro, Piuttosto lento, Allegro vivo, Lento ma non troppo) che ci riporta alla struttura del Concerto Grosso.
Encomiabile l’esecuzione
della giovane Orchestra della Provincia di Catanzaro "La Grecìa" , diretta con mano sicura dal bravissimo Francesco Di Mauro, che ha mostrato estrema
cura per i dettagli, precisione e passione.
Stefano
Parrino è nato a
Bormio (So). Dopo il diploma al Conservatorio "G. Verdi" di Milano
conseguito a pieni voti nel 1990, ha continuato la sua preparazione presso il
Conservatorio Superiore di Ginevra (classe di Maxence Larrieu) ottenendo il
Prix de Virtuositè. A l’Ecole National de Musique di Parigi ha studiato nella
classe di Patrick Gallois conseguendo i diplomi di perfezionamento e
'virtuositè' e meritando le 'Premier Prix à l’unanimité' e le 'Premier Prix
avec exellence'. A Londra ha frequentato la Royal Academy of Music (corso
postgraduate) nelle classi di flauto di William Bennett, Sebastian Bell, Kate
Hill e di ottavino di Keith Brag ottenendo il diploma di Advanced Studies.
All’Accademia Internazionale L. Perosi di Biella si è perfezionato con
Peter-Lukas Graf meritando l’eccellenza con menzione speciale. Presso il
Conservatorio di Lugano ha conseguito il Diploma di Solista. Ha seguito master
class tenute da Jacques Zoon, Patrick Gallois, Paul-Edmund Davies, Michael Cox,
Andras Adorjan,Michel Debost,William Bennett, Maxence Larrieu, Susan Milan, Peter-Lukas Graf. È vincitore e finalista di numerosi concorsi nazionali ed internazionali,
come: Concorso F. Schubert (sezione solisti e musica da camera), ENDAS, Cilea
(nel 1994, premio non assegnato dal 1989), All Flutes Plus, Città di Stresa,
Città di Colleferro, G. B. Pergolesi, etc. Giovanissimo, ha iniziato una
brillante ed intensa attività concertistica come solista, solista con l’orchestra,
in duo, trio e varie formazioni cameristiche che gli hanno permesso di esibirsi
con musicisti quali Antony Pay, Vladimir Mendelsshon, Stephen Burns, Ubaldo
Fioravanti, Stefano Canuti, Luca Lucchetta, Guido Corti, Luca Vignali, Susan
Milan, Peter-Lukas Graf, Patrick Gallois, Alessandro Marangoni, Luigi Attademo,
Iagoba Fanlo. Ha collaborato con gli Istituti di Cultura Italiana di Londra,
Lisbona, Istanbul, Santiago del Cile, Bucarest, Lima, New York, San Pietroburgo
e l’Istituto italo-peruviano di Arequipa. È stato primo flauto in numerose
orchestre tra cui la Toscanini di Parma e del Teatro Regio di Torino ed è stato
invitato a collaborare coi Solisti Veneti. Ha collaborando con direttori quali
Peter Stark, Lynn Harrel, Stephen Barlow, Lutz Koeler, Juan Cantarell Rocha,
Antonello Allemandi, Manlio Benzi, Paolo Olmi, Anton Guadagno, Gyorgy Rath,
Denise Fedeli, Pierre Fournillier, Emmanuel Siffert, Claudio Scimone, tenendo
concerti in Gran Bretagna, Spagna, Portogallo, Colombia, Perù, Cile, Francia e
partecipando ad alcuni festival compreso il 'Ligeti' e il 'Britten'. Affianca
all’attività concertistica quella di docente. Ha tenuto masterclass sulla
respirazione circolare presso i Conservatori di Campobasso, Novara, Monopoli,
Padova, Lugano, Venezia e per alcune prestigiose associazioni musicali
italiane. Inoltre è stato invitato a tenere un corso per la National Youth
Orchestra e per la Pontificia Università Cattolica (“La tecnica e
l’interpretazione flautistica e la respirazione continua”) a Santiago del Cile
e alla Escuela Superior de Musica Publica Duncker Lavalle di Arequipa. Stefano
Parrino è stato inoltre professore ospite presso le università di Yale,
Oberlin, Pomona, UCLA, Madison, Hartt, negli Stati Uniti al RWCMD, Royal
Northern College, Royal Academy of Music, Royal College of Music, Trinity
College of Music in Gran Bretagna, al Conservatorio di San Pietroburgo
(Korsakov) in Russia, di Oulu e Kälvia in Finlandia ed al Conservatorio
Superiore di Musica di Madrid in Spagna, alla Musikkhøgkolen di Oslo Norvegia.
Insegna Musica da Camera presso il Conservatorio 'A.Corelli' di Messina. È il
flautista del Trio Albatros Ensemble col quale ha inciso 'Il Triangolo' e 'Nino
Rota Improvviso' CD editi da Stradivarius. Compositori quali Danuta Zankovska,
Giovanni Bietti, Luciano Chailly, Bruno Bettinelli, Flavio Emilio Scogna,
Fabrizio Festa, Giorgio Gaslini, Alessandro Timossi, Delilah Gutman, Adeline
Wong, Simone Fontanelli e Luca Russo hanno dedicato dei lavori a Stefano
Parrino ed agli Ensembles di cui fa parte. Il due Agosto 2006 ha suonato in
diretta radiofonica su Radio RAI 3 con l’Orchestra "Toscanini"
diretta da Stephen Alltop. Dal Giugno 2008 è docente di musica da camera e
flauto al Campus Musicale di Kälviä. Dal 2009 è docente di flauto al corso internazionale
Vitoria-Gasteiz in Spagna.
Francesco
Parrino ha
incominciato l’attività musicale molto giovane – quando il grande chitarrista
Alirio Diaz lo ha riconosciuto “brillante promessa dell’arte violinistica
italiana”, incoraggiandolo a perseguire la carriera musicale. Da allora ha
ottenuto ampi consensi di pubblico e di critica per la sua musicalità, un blend
d’espressività appassionata e assoluto rispetto per la partitura che ha spinto
Mario Messinis, un decano dei critici musicali italiani, a parlare a proposito
delle “fedeli esecuzioni dell’intenso violinista Francesco Parrino”, e Alberto
Cantù, il più influente storico italiano del violino, non solo a sottolineare
come sia “una meraviglia … il suono terso e dalle volatine ariose o di diamante
del violino di Francesco” ma anche a definire il suo approccio interpretativo
“esemplare per come le complessità sono poeticamente risolte con agio”.
Francesco ha ottenuto il diploma di violino presso il Conservatorio “Giuseppe
Verdi” di Milano, la laurea di Docerend Musicus della Hogeschool voor de
Kunsten di Utrecht, il Master of Music della Royal Academy of Music di Londra,
e il PhD (Doctor of Philosophy) presso il Royal Holloway College, University of
London. I pedagoghi che hanno esercitato la più grande influenza sulla sua
personalità musicale e tecnica sono stati David Takeno e Yfrah Neaman, che ha
scritto: “Fui immediatamente colpito dalla sua intelligenza, maturità musicale,
profonda comprensione della musica e dall’alta qualità interpretativa. Ha una
completa conoscenza dei principi dell’esecuzione violinistica ed è capace di
comunicare ai suoi ascoltatori il carattere e lo stile specifico della musica.
Trovo Francesco uno dei più interessanti e stimolanti studenti che ho avuto, ed
ho grande ammirazione per le sue qualità”. Sia come solista che come camerista
ha suonato in importanti teatri e sale da concerto in Austria, Cile, Colombia,
Inghilterra, Francia, Italia, Perù, Romania, Russia, Slovenia, Svizzera e
Turchia. I suoi molti premi includono il Primo Premio al Concorso
Internazionale “Città di Stresa” (1993) e al Concorso Internazionale “Città di
Modica” (1993), la Medaglia d’oro al Concorso “Carlo Vidusso” (1988), nonché il
Joseph Bloch Prize (Royal Academy of Music, 1998) e la Connell Grabowsky Scholarship
(Royal Academy of Music, 1997). Francesco è membro fondatore e violinista del
Trio Albatros Ensemble – un gruppo cameristico che ha registrato per la Stradivarius, la più importante casa
discografica classica italiana, è apparso in trasmissioni RAI, del Quinto
Canale della televisione russa, della Radio della Svizzera Italiana, di Radio
Vaticana e di molte altre corporazioni radiofoniche e televisive, e per cui
molti lavori sono stati composti da importanti compositori come Alessandro
Annunziata, Bruno Bettinelli, Luciano Chailly, Gloria Coates, Giorgio Gaslini,
Luca Mosca, Flavio Emilio Scogna, Alessandro Solbiati e Giorgio Colombo Taccani.
Come solista ha collaborato con le orchestre di Aarad, Catanzaro e Kosice, la
Filarmonica di Torino, le orchestre da camera Gli Armonici e Stesichoros. Ha
curato le prime esecuzioni di lavori violinistici di Marco Betta, Paolo Furlani
e Ennio Morricone. Francesco si interessa anche di ricerca musicologica. Le sue
principali aree di ricerca sono la musica italiana dell’Ottocento e Novecento,
e le estetiche e ideologie dell’esecuzione musicale. Ha presentato relazioni
(apprezzate da eminenti studiosi quali Amanda Glauert, Erik Levi, Roger Parker
e Richard Taruskin) a seminari e conferenze internazionali organizzate dalle
Università di Cambridge, Londra, Oxford e York nonché dalla American
Musicological Society, e ha scritto articoli per periodici americani, austriaci
e italiani. Il suo impegno per la riscoperta e rivalutazione di vari
compositori del Novecento come Bruno Bettinelli, Giorgio Federico Ghedini, Gian
Francesco Malipiero, Bohuslav Martinů e Nino Rota, gli è riconosciuto dalla
critica che sottolinea come Francesco porti “un contributo di assoluto rilievo
a un capitolo musicologico tanto urgente quanto indeciso come la valorizzazione
del più recente passato” (Stefano Lamon). I suoi futuri impegni includono
recital e concerti cameristici in Italia, Finlandia, Svizzera e Gran Bretagna
oltre che una serie di registrazioni di lavori violinistici e cameristici
dell’Ottocento e Novecento. Suona su due bei violini: un Gaetano Gadda (1950
circa) e un Giuseppe & Antonio Gagliano (1790-1805 circa) che gli è stato
generosamente prestato dagli eredi del grande direttore d’orchestra Gino
Marinuzzi. Possiede due preziosi archi: un Benoit Rolland del 2008 e un Eugène
Sartory del 1930 donatogli da un anonimo ammiratore. Francesco è anche un
impegnato docente di violino la cui attività riscuote significativi consensi.
Adriana Benignetti