Terzo appuntamento della rassegna “MAGGIOREminore”
(Foto: giuseppegrazioli.com) |
“Musica classica? No, grazie: non me ne intendo” è una frase che si sente ripetere spesso, troppo spesso, e non solo da giovanissimi. Giuseppe Grazioli cerca, da anni, di dare risposte, semplici e chiare, a chi si lascia intimorire da un linguaggio che non conosce: l’anno scorso, con il ciclo Nino Rota. La leggerezza dell’ascolto, ha permesso al grande pubblico di riscoprire un grande compositore, etichettato troppo spesso come “cinematografaro”. Quest’anno, con la nuova rassegna MAGGIOREminore, Grazioli mette a confronto compositori celebri con altri, coevi, poco noti e frequentati nelle sale da concerto: e lo fa, come suo solito, ossia non solo dirigendo, ma anche spiegando, illustrando in modo chiarissimo, conciso ed essenziale, i programmi musicali e dando prova di grandissime abilità oratorie (oltre a quelle direttoriali). Non solo concerti, dunque, quelli di questa rassegna, ma anche occasioni per ascoltare vere e proprie lezioni di storia della musica. La rassegna è giunta ieri al suo terzo appuntamento, dedicato a Beethoven (il “MAGGIORE), Salieri e Hummel (i minori).
Il concerto inizia con le Variazioni su “La follia di Spagna” di Antonio Salieri (Legnago, 1750 – Vienna, 1825), compositore dal talento eccezionale e ottimo insegnante (tra i suoi allievi ebbe lo stesso Beethoven), rimasto, suo malgrado, celebre soprattutto per la presunta rivalità con Mozart. Composte nel 1815, le variazioni sull’aria detta La Follia di Spagna mettono in risalto una grande varietà ritmica, timbrica e dinamica e difficoltà tecniche. Ottimamente suonate dall’Orchestra Verdi con una nota di merito per il primo violino, Danilo Giust, impegnato in una parte dalla notevole difficoltà, superata brillantemente e con una musicalità degna di rilievo.
Secondo brano della matinée è il Concerto per tromba e orchestra di Johann Nepomuk Hummel (Pressburg, 1778 – Wiemar, 1837), musicista dallo strano destino: fanciullo prodigio (diede il suo primo concerto pubblico a 10 anni, iniziando una brillantissima carriera da concertista), pianista dal talento strepitoso e formidabile improvvisatore, compositore apprezzato, Hummel, oggi quasi dimenticato, fu uno dei protagonisti della musica del suo tempo ed ebbe la fortuna di vivere agiatamente – grazie agli introiti dei concerti e delle lezioni private (tra i suoi allievi si ricordano Sigismund Thalberg, Ferdinand Hiller e Adolph Henselt) – e di ricevere numerosi riconoscimenti e attestati di stima dai contemporanei. Il Concerto per tromba del 1803, dedicato ad Anton Weidinger, virtuoso della tromba e innovatore della tecnica del suo strumento (fu lui a inventare un sistema di chiavi che permise di ottenere non solo i suoni armonici naturali, ma anche quasi tutta la scala cromatica), deliziosa composizione, è stato eseguito ottimamente da Alessandro Caruana, prima tromba de laVerdi, che ha dimostrato abilità tecnica e grande musicalità, riuscendo a mettere in luce l’intera gamma sonora del suo strumento.
Infine, a conclusione del concerto la Sinfonia n. 8 in Fa maggiore op. 93 di Ludwig van Beethoven (Bonn, 1779 – Vienna, 1827), forse la meno eseguita tra le nove sinfonie. Composta nel 1812 l’Ottava presenta al posto del tempo lento, un Allegretto scherzando, originale e divertente, che rimane subito impresso nella memoria dell’ascoltatore. Anche in questa composizione, l’Orchestra laVerdi ha dato ottima prova in tutte le sue sezioni, in particolare nel terzo movimento (Tempo di Menuetto); qui, le figurazioni ritmiche, che alludono alla scansione del tempo (sembra di risentire il suono del metronomo), sono state degnamente messe in rilievo dagli archi (in particolare i violoncelli) e dai 2 corni (Alceo Zampa, primo corno, e Fabio Cardone, secondo) che, con un suono dolce e soave, hanno trovato un perfetto equilibrio con il resto della compagine orchestrale.
Un’ottima iniziativa quella di Giuseppe Grazioli: da apprezzare e diffondere.
Adriana Benignetti