Non confondiamo
I musicisti si dividono in maestri di scuola e poeti. I primi si impongono al pubblico e alla critica. Citerò come esempio di poeti: Liszt, Chopin, Schubert, Mussorgsky; come esempio di maestro di scuola, Rimsky-Korsakow. Debussy era un tipico musicista-poeta.
Nella sua scia si trovano molti tipici maestri di scuola (D’Indy, che pure insegna, non fa parte di questa categoria). Il mestiere di Mozart è lieve, quello di Beethoven greve, cosa che ben pochi sono in grado di capire; ambedue, però, sono poeti. E questo è l’essenziale.
Nella sua scia si trovano molti tipici maestri di scuola (D’Indy, che pure insegna, non fa parte di questa categoria). Il mestiere di Mozart è lieve, quello di Beethoven greve, cosa che ben pochi sono in grado di capire; ambedue, però, sono poeti. E questo è l’essenziale.
P.S. Wagner è un poeta drammatico.
Non buttate più via i gioielli vecchi
(Erik Satie, Quaderni di un mammifero, a cura di Ornella Volta, Biblioteca Adelphi 97, Adelphi, Milano 1980, p. 69)
[…] È venuto a trovarci L’vov, l’aiutante dell’imperatore di
Russia. È un uomo affabile e pieno di spirito, sulla cui protezione potremmo
contare se mai dovessimo andare a San Pietroburgo. Ma ci ha sconsigliato di
andarci il prossimo inverno, perché ci sarà Liszt e con lui non si
può rivaleggiare: dove non entusiasma la sua arte, stupisce con la sua
personalità – abitualmente convivono entrambe le cose, arte e personalità.
(Clara Wieck, 6 novembre 1840, da Robert Schumann, Clara Wieck, Casa Schumann.
Diari 1841-1844, EDT, Torino 1988, p. 25)
[…] Liszt anche ha suonato qualcosa – lo si riconosce anche dietro una porta chiusa – il giudizio su di lui rimane lo stesso. Abbiamo pranzato insieme. […] Liszt ci aveva promesso di suonare al nostro concerto – e ha mantenuto fede alla parola data. In questa circostanza come in altre si è sempre dimostrato un uomo leale e un amico nei nostri confronti. […]
(Robert Schumann, dal 14 novembre al 1 dicembre 1841, da Robert Schumann, Clara Wieck, Casa Schumann. Diari 1841-1844, EDT, Torino 1988, p. 88-89)
La domenica 12 David ha offerto una cena in onore di Liszt e anche noi siamo stati invitati. Dopo cena Liszt ci ha fatto ascoltare il Settimino di Hummel, che suona straordinariamente bene, benché qua e là si vorrebbero alcuni passaggi interpretati in maniera differente. Ma quale artista raggiunge sempre la perfezione? Liszt può suonare come vuole, è sempre pieno di spirito, anche se qualche volta manca di gusto, principalmente nelle sue composizioni. Non posso definirle che orribili – un caos di dissonanze, le più stridenti, un continuo mormorio nel registro più basso e in quello più alto insieme, introduzioni noiose ecc. Come compositore potrei quasi odiarlo. Come virtuoso però nel concerto del 13 mi ha riempita di ammirazione, soprattutto nella Fantasia sul “Don Giovanni”, che ha suonato in maniera entusiasmante. Non potrò mai dimenticare la sua interpretazione dell’Aria dello champagne. Quella insolenza, quella gioia sfrenata con cui l’ha suonata era unica! […]
(Clara Wieck, dall’1 al 31 dicembre 1841, da Robert Schumann, Clara Wieck, Casa Schumann. Diari 1841-1844, EDT, Torino 1988, p. 91)
Foto: ilculturista.it; paconline.it; last.fm; en.wikipedia.org
Adriana Benignetti